merito et tempore Inquartato: nel primo e nel quarto, d'oro all'aquila spiegata di nero, rostrata, lampassata e membrata di rosso e coronata del campo; nel secondo e nel terzo, d'argento alla biscia d'azzurro ondeggiante in palo e coronata d'oro, ingolante un moro di carnagione.
Il ramo degli Sforza di Santa Fiora, tuttora esistente come Sforza Cesarini, resse la Contea di Santa Fiora come stato autonomo dal 1439 sino al 1624 e poi successivamente come feudatari dei Medici e dei Lorena fino al 1806.
Successore di Galeazzo Maria fu il figlio Gian Galeazzo (1469-1494), che sposò Isabella d'Aragona. Gian Galeazzo, a causa della sua debolezza ed inettitudine, in pratica non governò mai direttamente, e la reggenza del ducato fu fin dall'inizio nelle mani dello zio Ludovico Sforza detto il Moro, che ebbe il titolo di duca solo a partire dalla morte del nipote; Ludovico il Moro sposò Beatrice d'Este. A riprova del prestigio goduto dal casato milanese in quel periodo vi è il matrimonio celebrato tra Bianca Maria, sorella di Gian Galeazzo e l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Ludovico il Moro governò sul Ducato di Milano fino al 1500, anno in cui fu definitivamente sconfitto e preso prigioniero dai francesi.
Dopo che i francesi furono cacciati dall'esercito di mercenari svizzeri dell'impero (1512), il ducato di Milano tornò per alcuni anni nelle mani dei figli di Ludovico il Moro, Massimiliano (1493-1530) e Francesco II (1495-1535), che sposò Cristina di Danimarca, nipote dell'imperatore Carlo V. Costoro, coinvolti nelle guerre tra Francia ed Impero, regnarono ad intervalli e sotto la protezione degli Asburgo, ai quali, dopo la morte avvenuta a Vigevano di Francesco II, deceduto senza eredi, passò il ducato.[11]
Inaugurato nel 1451 da Sforza Secondo Sforza Visconti (nato nel 1433 e morto nel 1492/93), figlio naturale di Francesco I Sforza, a sua volta figlio naturale di Giacomo, detto Muzio Attendolo, soprannominato lo Sforza, Conte di Cotignola, si estinse nel 1680 con Alessandro III, e portarono il cognome Sforza Visconti.
Il fondatore del ramo di Santa Fiora fu il terzogenito di Muzio Attendolo e di Antonia Salimbeni da Siena, Bosio (1411-1476).Bosio sposa Cecilia Aldobrandeschi ultima erede dei Conti di Santa FioraAldobrandeschi . Questo ramo degli Sforza ebbe il suo periodo di massimo splendore nel '500, grazie all'accortezza diplomatica ed alle alleanze intessute dal primo conte, Guido II il quale, non solo era sposato con una parente di Paolo IIIFarnese, ma riuscì a far sposare due dei suoi discendenti con la figlia e la nipote del medesimo pontefice. Grazie a queste strategie, i membri della sua famiglia poterono avere brillanti carriere ecclesiastiche e militari.
Nel Seicento, però, a causa della dismissione e la vendita di molte proprietà, o per le politiche del Granduca di Toscana, il potere degli Sforza cominciò ad affievolirsi.
Prosecuzione del ramo con il secondogenito Lorenzo legittimato dalla Sacra Rota, col titolo di Duca Sforza Cesarini (vedi Spreti e sentenza Sacra Rota)
Lorenzo Sforza Cesarini, III Duca Sforza Cesarini, VIII Principe di Genzano, XX Conte di Santa Fiora (1808-1866), sposa Carolina Viscontessa Shirley Ferrers
Francesco Sforza Cesarini, IV Duca Sforza Cesarini, IX Principe di Genzano, XXI Conte di Santa Fiora (1840-1899) sposa Vittoria Colonna Doria
Lorenzo Sforza Cesarini, V Duca Sforza Cesarini, X Principe di Genzano, XXII Conte di Santa Fiora (1868-1939) sposa Maria Torlonia Borghese
Mario Bosio Sforza Cesarini, VI Duca Sforza Cesarini, XI Principe di Genzano, XXIII Conte di Santa Fiora (1899-1986) sposa Virginia Lotteringhi della Stufa
Bosio Sforza Cesarini, VII Duca Sforza Cesarini, XII Principe di Genzano, XXIV Conte di Santa Fiora (1939-2018)
Lorenzo Sforza Cesarini, VIII Duca Sforza Cesarini, XIII Principe di Genzano, XXV Conte di Santa Fiora (1964-)
Francesco Sforza Cesarini IX Duca Sforza Cesarini (1965-)
Federico Sforza Cesarini, X Duca Sforza Cesarini (1996-)
Conti di Borgonovo (Val Tidone) dal 1451, Conti di Agazzino, di Arcello, di Bilegno, di Breno, di Castelnuovo (Val Tidone), di Corano, di Fabiano, di Grugnitori e Guardanachi, di Mirabello, di Montebolzone con Rivasso, di Sarturano e Tavernago, di Mottaziana, di Pavano, di San Nicolò (Trebbia) con Castellazzo e Centora, di Ziano, di Piozzano con Vidiano soprano, di Pomaro, di San Gabriele, di Bosnasco (Bosnasco - Pavia), di Montebello e Groppo Arcelli; fú incamerato dalla "Camera Ducale" dopo il 1680, per l'estinzione della linea primogenita, da parte del Serenissimo Duca di Parma e di Piacenza.
^(DE) Christoph Weber, Michael Becker, Genealogien zur Papstgeschichte, parte 2, Anton Hiersemann, 1999
^Enrico Celani, Una Pagina di feudalismo. La signoria dei Peretti-Savelli-Sforza-Cesarini sulla contea di Celano e baronia di Pescina, 1591-1806, Tip. dello Stabilimento S. Lapi, 1893, Città di Castello
^Nicola Ratti, Della famiglia Sforza, parte II, Roma, Salomoni, 1872, pp. 364-372