Pro loco
Pro Loco (dal latino, letteralmente «a favore del luogo») è un termine che indica in Italia un particolare tipo di associazioni di volontariato senza scopo di lucro, nate con scopi di promozione e sviluppo di un territorio.
La disciplina giuridica è rimessa alle legislazione delle regioni italiane, dotate di una propria organizzazione interna. Sono rappresentate a livello nazionale da due reti associative principali: l’"Unione Nazionale Pro Loco d'Italia" (UNPLI) e l’"Ente Pro Loco Italiane" (EPLI).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il XIX secolo e le prime associazioni
[modifica | modifica wikitesto]Alla fine del XIX secolo, sull'esempio dei comitati di cura e delle Società di Abbellimento o per il concorso di forestieri, iniziano a nascere dei comitati cittadini che adottano come denominazione la semplice preposizione "pro" davanti al nome della località dove operano; naturalmente "pro" indica la volontà di lavorare a favore del proprio paese, generalizzando molto il campo d'azione di queste Associazioni, cosa che porterà alla creazione di vari modelli di sviluppo di questi enti dal denominatore comune. La prima pro loco in Italia è nata nel 1881 a Pieve Tesino, in Trentino-Alto Adige, allora territorio dell'Impero austro-ungarico[1].
Il primo dopoguerra e l'"ENIT"
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la prima guerra mondiale tali associaizoni, sollecitate dall'ENIT (Ente nazionale italiano per il turismo) nato nel 1919, iniziano a diffondersi su tutto il territorio nazionale; già nel 1921, a cura di A. Trulli, viene pubblicato dallo stesso ente un opuscolo in cui si tracciano le linee guida per la nascita di queste associazioni: «Tra noi, purtroppo, la coscienza di queste verità (tanto ovvie, che in Svizzera ed in Francia hanno portato alla costituzione di mirabili organizzazioni di turismo ricettivo, le Sociétés Suisses de Développement ed i Syndicats d'initiative) è ancora allo stadio crepuscolare. Solo a pochi e dispersi enti locali, le Associazioni pro loco, è balenata chiaramente l’importanza della loro funzione, e a questi sono mancati i mezzi o è venuta meno la lena o sono state negate le possibilità di sviluppo e di coordinamento con istituzioni affini. Mentre il turismo attivo vanta fra noi un’organizzazione ormai studiata ed invidiataci anche dall'estero, il turismo ricettivo - che a ragione di logica avrebbe dovuto precedere l'altro, poiché non si possono invitare ospiti in casa propria senza aver prima preparato questa casa in modo da renderla degna di riceverli - è ancora nell'infanzia; in moltissimi luoghi dove bellezza di posizione e d'arte lo dovrebbe aver già largamente sviluppato, esso non ha dato ancora i primi vagiti, o, datili, s'è subito addormentato».
L'ENIT raccomandò alle associazioni di adattarsi alle condizioni italiane del periodo, tanto da tratteggiare, addirittura, sulle pagine della rivista Le Vie d'Italia del "Touring Club Italiano", un organico piano d’azione secondo il quale ciascuna pro loco, di cui avrebbero dovuto far parte gli esercenti e tutti gli interessati al turismo locale, avrebbe mantenuta piena autonomia pur agendo in coordinazione con il massimo Ente; venne previsto, inoltre, che tutte le pro loco sarebbero state raggruppate in federazioni regionali facenti capo ad una Pro-Regioni, composta di esperti di materie turistiche integrati con rappresentanti dei principali enti nazionali turistici.
Questo programma, però, non venne mai attuato; le tendenze accentratrici dello Stato spinsero alla istituzione, nel 1926, delle AA.AA.C.S.T. (Aziende Autonome Cura, Soggiorno, Turismo) che, dipendendo dal Ministero degli Interni, risultavano di più facile controllo. È vero che, in epoca successiva, il progetto veniva ripreso tanto che, nel 1936, il Ministero della Stampa e della Propaganda sollecitava, con una circolare contenente precise direttive, gli EE.PP.T. (enti provinciali al turismo) a favorire l'istituzione delle pro loco, ma la serie di controlli e di vincoli posti a carico delle stesse ne ritardò notevolmente lo sviluppo.
Giovanni Mariotti, nell’opuscolo L’Italia turistica pubblicato nel 1929 a proposito delle pro loco, scrive: «il campo d'azione di questi Enti fu ed è assai vasto. Esso comprende infatti l'organizzazione dei servizi di stagione ed il controllo dei pubblici locali, il funzionamento di speciali servizi di informazione, il controllo degli alberghi, il miglioramento delle passeggiate, dei parchi e dei giardini, la propaganda e la pubblicità delle prerogative locali ed altri compiti minori.» Durante la seconda guerra mondiale nel 1940, a cura di Guido Saraceni, per le edizioni della Rassegna moderna, viene pubblicato un sostanzioso opuscolo intitolato Aziende Autonome per le Stazioni di Cura, Soggiorno e Turismo e Associazioni pro loco contenente un riepilogo delle norme di funzionamento, uno stralcio del codice civile sulle associazioni non riconosciute (come le pro loco) ed un interessante elenco dei presidenti e dei segretari delle associazioni pro loco, allora, ufficialmente, riconosciute.
Dalla seconda guerra mondiale ad oggi
[modifica | modifica wikitesto]Con la fine del secondo conflitto mondiale le Pro loco ripresero la loro costante proliferazione ed il movimento recuperò; imn proposito l'art. 2b della legge 4 marzo 1958, n. 174 il quale stabiliva che i comuni, con i proventi dell'imposta di soggiorno, dovessero provvedere anche al sostentamento delle pro loco. Ciò fu motivo di polemiche, ma tranne qualche eccezione (le nove pro loco operanti nelle frazioni del Comune di Roma ricevevano negli anni ottanta, per la realizzazione delle loro iniziative, una cinquantina di milioni a testa derivanti dalla tassa di soggiorno) anche questi finanziamenti stentarono ad arrivare a destinazione.[senza fonte] Negli anni 1960 venne creato un albo nazionale ministeriale
Il decreto ministro dell'industria e dello spettacolo del 7 gennaio 1965 e successiva modifica del 19 luglio, istituisce l'Albo nazionale delle associazioni pro loco presso tale dicastero, per essere parte occorre rispondere a determinati requisiti indicati in tale atto.;[2] La responsabilità della tenuta dell'Albo viene trasferita alle regioni con il D.P.R. n. 6 del 14/01/1972, con la successiva legge 17 maggio 1983, n. 217 tali associazioni divennero rilevanti dal punti di vista del'informazione turistica. La norma veen infine abrogata dal d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 trasferendo alle regioni competenze in materia di regolamentaizone del turismo.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Gli organi
[modifica | modifica wikitesto]Tipicamente l'organo rappresentativo è l'assemblea composta dai soci stessi della Pro Loco. L'assemblea elegge il Presidente che ha funzioni di rappresentanza e la responsabilità gestionale e amministrativa dell'associazione. Il Consiglio direttivo eletto in assemblea associativa. Gli altri organi sono rappresentati dai revisori dei conti e dal collegio dei probiviri.
Le attività
[modifica | modifica wikitesto]Le pro loco operano in campo turistico, culturale, ambientale, sociale ed enogastronomico. Ambito tipoco di attività sono la grstione mostre d’arte, musei e biblioteche, ma organizza anche convegni e seminari. Più di una su tre realizza manifestazioni sportive e attività per la salvaguardia ambientale. È il caso di molte Pro Loco in Lombardia che gestiscono circoli ricreativi e campetti da calcio che curano e mettono a disposizione della comunità. Altre Pro Loco, invece, gestiscono spettacoli cinematografici, teatrali e musicali. Inoltre, vengono organizzati tantissimi altri eventi che vanno dalle attività ludico-ricreative per bambini alla raccolta di fondi per le proprie attività o per istituzioni benefiche.
Enti di categoria
[modifica | modifica wikitesto]- L'"Unione Nazionale Pro Loco d'Italia" (UNPLI), presente in Italia dal 1962, riconosciuta nel 2020 come Rete Nazionale RUNTS associa 6200 Pro Loco.
- L'"Ente Pro Loco Italiane" (EPLI) è anch’esso riconosciuto come rete associativa nazionale. Riunisce realtà locali provenienti da diverse regioni e si occupa di coordinamento, supporto e promozione delle attività turistiche e culturali delle circa 1500 Pro Loco aderenti.
Normativa regionale
[modifica | modifica wikitesto]Puglia
[modifica | modifica wikitesto]Legge regionale n. 25 dell'11 giugno 2018 "Disciplina della associazione pro loco".[3]
Veneto
[modifica | modifica wikitesto]Legge regionale n. 34 del 22 ottobre 2014 "Disciplina delle associazioni pro loco". [4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pieve tesino: il paese e la Pro Loco Pieve Tesino. Conca del Tesino. Catena del Lagorai. Provincia di Trento. Trentino Alto Adige. Italia, su comune.pievetesino.tn.it (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2014).
- ^ (PDF) Decreto ministeriale 07 gennaio 1965 (PDF), su casaportale.com.
- ^ Legge Vigente, su portale2015.consiglio.puglia.it.
- ^ Legge regionale n. 34 del 22 ottobre 2014 - Disciplina delle associazioni pro loco, su bur.regione.veneto.it.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- UNPLI, su unpli.info.
- EPLI - Ente Pro Loco Italiane APS, su prolocoepli.com.