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Linee Aeree Transcontinentali Italiane

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Linee Aeree Transcontinentali Italiane
Savoia-Marchetti S.M.79 I-ALAN utilizzato dalla LATI per la rotta Italia-Brasile nel 1939.
StatoItalia (bandiera) Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione11 settembre 1939
Chiusura1956
Sede principaleGuidonia
SettoreTrasporto
Prodottiaviazione civile
Compagnia aerea standard
Primo volo21 dicembre 1939
Ultimo voloanni 1940
HubGuidonia
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Il Savoia-Marchetti S.M.75 I-BAYR nell'aeroporto di Guidonia, ottobre 1940.

La Linee Aeree Transcontinentali Italiane S.p.A., nota anche con l'acronimo L.A.T.I., fu una compagnia aerea di linea italiana di proprietà statale istituita per effettuare i collegamenti aerei con il Sud America. Ebbe inizio come direzione autonoma all'interno della compagnia statale Ala Littoria S. A., dalla quale fu scorporata in un secondo momento la L.A.T.I.

Gli antecedenti

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Dalla metà degli anni '30 si era manifestata l'esigenza di un collegamento postale veloce con l'America meridionale, esigenza legata alla numerosa presenza di emigrati italiani residenti principalmente in Brasile, Argentina ed Uruguay. Ala Littoria aveva intavolato trattative con la francese Air France e la tedesca DLH per utilizzare come scali tecnici le loro strutture già presenti in Africa. Nell'impossibilità di stabilire un accordo fu chiesta la collaborazione alla Spagna ed al Portogallo, nazioni politicamente più affini all'Italia dell'epoca.

Il primo volo, che aveva lo scopo di valutare le possibilità di una rotta, fu effettuato nel marzo 1938 dalla cosiddetta "Divisione Linee Atlantiche" di Ala Littoria utilizzando un idrovolante CANT Z.506 C[1], pilotato dal comandante Carlo Tonini e con Umberto Klinger, presidente della società e promotore dell'iniziativa, come secondo pilota. Il volo fu un successo e permise di raggiungere senza particolari problemi Buenos Aires via Bathurst (Gambia), confermando la fattibilità del progetto.

Tuttavia per la rotta fu deciso di utilizzare i velivoli terrestri Savoia-Marchetti S.M.79[1][2] e Savoia-Marchetti S.M.83[1][2]. Per questo era necessario, all'incirca a metà percorso, un aeroporto agibile ad aerei a carrello fisso. Grazie alla collaborazione del Portogallo fu costruito in brevissimo tempo un aeroporto nella Ilha do Sal, un'isola dell'arcipelago di Capo Verde, all'epoca appartenente al territorio metropolitano portoghese. Inoltre furono costruite basi terrestri sulla costa atlantica e fu predisposto il dislocamento di navi e sommergibili nel tratto dell'Oceano Atlantico sorvolato con il compito di fornire copertura radio e dare informazioni meteorologiche.

Nel settembre 1938 erano maturate nuove condizioni al'interno di Ala Littoria e due valenti piloti - il col. Attilio Biseo e Bruno Mussolini - si erano dedicati allo studio dettagliato del progetto, convinti però che avrebbe dovuto essere affidato ad un'entità del tutto indipendente dalla compagnia di bandiera. Dopo una serie di discussioni anche accese la loro opinione prevalse.

L'inizio dei collegamenti

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Pubblicità dal Brasile

L.A.T.I. fu fondata ufficialmente l'11 settembre 1939, pochi giorni dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Alla carica di presidente fu nominato il gen. Aurelio Liotta mentre Biseo e Bruno Mussolini furono nominati condirettori generali. L'emblema fu disegnato dal grafico pubblicitario Boccasile: un gabbiano bianco le cui ali ripiegate verso il basso ricordavano la lettera M. Dal 3 ottobre iniziarono alcuni voli sperimentali con S.M.83A e poi anche un S.M.79[1][2] (immatricolato I-ALAN). Il volo inaugurale fu effettuato il 21 dicembre su una rotta articolata in tre segmenti:

Purtroppo nel contemporaneo viaggio Sud America-Italia il Savoia-Marchetti S.M.83, immatricolato I-ARPA e guidato dal pilota Mario Massai, precipitò nei pressi della cittadina di Essaouira (Marocco) con la perdita completa del velivolo e la morte di tutti gli occupanti.

Il servizio fu effettuato inizialmente con cadenza settimanale, con partenza il giovedì dal territorio italiano e raccogliendo lungo il percorso la corrispondenza nazionale e poi spagnola e portoghese. Nel tratto europeo era stato infatti inserito anche uno scalo a Lisbona.

Le conseguenze della guerra (1940-1943)

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La Seconda Guerra Mondiale in corso in tutta l'Europa Centrale influenzò l'attività di L.A.T.I. Il 10 maggio 1940 avvenne un'interruzione del servizio per alcune settimane. Dopo il 10 giugno 1940, data della dichiarazione di guerra contro Francia e Regno Unito, cominciarono a prendere corpo una serie di sospetti sui "ruoli paralleli" della società nell'America meridionale. Tra le accuse ipotizzate il contrabbando di minerali rari e diamanti industriali e l'esatta localizzazione di navi britanniche lungo le coste dell'oceano. Sospetti avvalorati dal fatto che i sommergibili tedeschi avevano operato con efficacia contro il naviglio britannico nel giugno-luglio 1941, in coincidenza con un picco di voli L.A.T.I. che venivano effettuati anche con Savoia-Marchetti S.M.75[2].

La controparte brasiliana si mosse con cautela e, inizialmente, ai fornitori di carburante furono imposti limiti di quantità al rifornimento dei velivoli italiani. Questo non impedì di aggiungere la tratta Rio de Janeiro-Buenos Aires nel luglio 1941. L'intero volo transatlantico dovette essere ridotto ad uno solo al mese e poi definitivamente interrotto il 19 dicembre 1941 a seguito dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, che controllavano lo spazio aereo atlantico. A seguito di una lettera derisoria (ma poi risultata contraffatta) il presidente del Brasile Getulio Vargas ordinò la revoca dei diritti di atterraggio e l'arresto del rappresentante di L.A.T.I. Il 27 dicembre la società perdeva ogni diritto in terra brasiliana e cinque velivoli (due SM.75, un SM.76, un SM.82 ed un SM.83) venivano posti sotto sequestro a Natal, Recife e Rio de Janeiro.

Dopo l'ingresso dell'Italia nel conflitto lo Stato Maggiore dell'Aeronautica impose la militarizzazione dell'aviazione civile che passò sotto il controllo del Comando Servizi Aerei Speciali (CSAS), appositamente istituito. Nel periodo operativo furono effettuati circa un centinaio di voli transatlantici in andata ed altrettanti in senso inverso. I passeggeri trasportati furono oltre 1.780, le merci oltre 143.000 chilogrammi e oltre 12.000 spedizioni postali.

Dopo la fine delle attività nell'America meridionale, L.A.T.I. si dedicò solo a rotte in Europa (Atene, e le già consolidate Siviglia e Lisbona) e in Africa (Algeri, Bengasi, Derna, Tripoli, Tunisi). In questa fase, in varie occasioni spesso legate ad azioni armate, si verificarono la perdita di un Fiat G.12[1][2], sette SM.75, due SM.79T, due SM.82 e cinque SM.83. Poi, assieme alla consorella Ala Littoria, la L.A.T.I. seguì le vicende militari e politiche del tumultuoso 1943: sbarco degli Alleati in Sicilia, defenestrazione di Benito Mussolini, armistizio dell'8 settembre.

L'aerolinea fantasma (1946-1949)

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Alla fine del conflitto l'azienda, pur legalmente ancora esistente dal settembre 1946, non era però in grado di riprendere alcun tipo di attività. Questa fu affidata, a partire dal 16 maggio 1949, ad Alitalia che, esattamente un anno più tardi, integrò personale e proprietà residue. L.A.T.I. fu messa in liquidazione nel 1955 e dissolta definitivamente l'anno seguente.

  1. ^ a b c d e Giorgio Apostolo, GUIDA AGLI AEROPLANI D’ITALIA DALLE ORIGINI AD OGGI, collana “Libri Illustrati”, Arnoldo Mondadori Editore, 1981.
  2. ^ a b c d e Giorgio Bignozzi e Baldassarre Catalanotto, Storia degli AEREI D’ITALIA dal 1911 al 1961, collana “Aerei di Tutto il Mondo” n. 3, Roma, Editrice Cielo, 1962.
  • Giuseppe D’Avanzo, I Lupi dell’Aria, Science Technology History Publ., Roma, 1992, pp. 202–205, ISBN 88-7147-000-1
  • AA.VV., Le Ali della Rondine-Le origini dell’aviazione commerciale in Italia, I.T.A.C.A., Roma, 1992
  • Giuseppe D’Avanzo, Deregulation-La parabola del trasporto aereo pubblico in Italia, “Armi e politica” n. 5, Nuove Ricerche, Ancona, 1996, passim da p. 41 a 168
  • Guido Mannone, Le ali del littorio, edizione privata, Milano, 2004
  • Nicola Pedde, Almanacco delle linee aeree italiane, Landra Helicus, 1ª, Roma, GAN s.r.l. (Napoleone), giugno 2007, ISBN 978-88-89640-06-7
  • Antonio Castellani, Il gabbiano in camicia nera-storia della LATI, LoGisma, 2015
  • Gunter Endres, Italian Icon, Milton Keynes UK / Ingram Content Group UK Ltd., 2023, ISBN 978-0-9573744-5-4

Tra il 1939 e il 1941 lavorò, in qualità di direttore commerciale, Charles Ponzi, inventore dell'omonimo schema: ottenne l'incarico grazie all'intercessione di Attilio Biseo, cugino di Ponzi.

Voci correlate

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L'aeroporto usato dalla L.A.T.I. era quello, storico, di Guidonia, situato nel Comune di Guidonia Montecelio (RM), istituito nel 1937.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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