IEEE 802.11

IEEE 802.11 è un insieme di normative standard tecniche focalizzate sulle specifiche dei protocolli del livello fisico (PHY) e del Media Access Control (MAC) per le reti di tipo Wireless local area network (WLAN), nell'ambito della famiglia IEEE 802 (definizione delle Local Area Network). Lo standard originale e i suoi sviluppi successivi costituiscono la base di funzionamento per i prodotti di rete marchiati con il simbolo Wi-Fi e sono gli standard tecnici più utilizzati nelle reti di dispositivi wireless. Su queste specifiche si basano la maggior parte delle reti casalinghe e aziendali in cui computer fissi o portatili, smartphone, stampanti e altri dispositivi sono in grado di comunicare tra loro e accedere a Internet senza bisogno di cavi, nonché la comunicazione wireless tra veicoli (specifiche IEEE 802.11 p).
Gli standard IEEE 802.11 sono definiti e manutenuti dall'Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE). Alla versione base, pubblicata nel 1997, hanno fatto seguito una serie di emendamenti, identificati secondo lo schema di IEEE (802.11 seguito da una o due lettere minuscole in sequenza alfabetica: 802.11a, 802.11b e così via), e versioni successive dello standard completo, identificate con il suffisso dell'anno di pubblicazione, che introducono varianti, correzioni ed evoluzioni tecnologiche. Anche se gli emendamenti vengono ufficialmente dismessi nel momento in cui entrano a far parte integrante di una nuova versione dello standard completo, a livello industriale e commerciale si preferisce utilizzare direttamente il loro identificativo individuale per indicare in modo immediato e sintetico il livello di funzionalità disponibile su un determinato prodotto. Di conseguenza, ogni singolo emendamento viene trattato come fosse uno specifico standard individuale. La dicitura 802.11x è una forma abbreviata per indicare "una qualsiasi versione di 802.11" e viene usata per evitare ambiguità con la dicitura "802.11" che è quella specifica che si riferisce alla prima edizione del 1997 (802.11-1997, detta anche "802.11 legacy").
IEEE 802.11x prescrive per le reti wireless diverse frequenze di trasmissione, che comprendono tra le altre le bande di frequenza a 2,4, 5, 6 e 60 GHz, e identifica l'elenco dei canali che si possono utilizzare su tali frequenze, con l'avvertenza che la disponibilità effettiva delle frequenze nello spettro radio può dipendere localmente da altre norme regolatorie nazionali o internazionali.
I protocolli di comunicazione definiti da IEEE 802.11x sono utilizzati in combinazione con i livelli di rete superiori definiti dalla normativa IEEE 802.2 e sono concepiti per interoperare senza problemi con Ethernet e per il trasporto di traffico IP.
Descrizione generale
[modifica | modifica wikitesto]Lo standard 802.11x definisce una serie di tecniche di modulazione radio per segnali half-duplex che utilizzano di base lo stesso formato di dati. In particolare, la trasmissione si basa sul controllo di collisioni CSMA/CA per cui una emittente su uno specifico canale è in grado di determinare se su quello stesso canale ci siano altre entità che stanno trasmettendo (anche su protocolli diversi da quelli definiti da 802.11x) e trasmette le sue trame dati solo se il canale in quel momento è libero.
Il primo standard definito fu l'802.11-1997 ma il primo che fu effettivamente adottato su larga scala è stato l'802.11b, a cui hanno fatto seguito 802.11a, 802.11g, 802.11n, 802.11ac e 802.11ax. Gli altri emendamenti della famiglia (c, d, e, f, h, j) sono intesi ad estendere l'ambito degli standard esistenti o a introdurre correzioni.[1]
L'802.11b e 802.11g, così come anche 802.11n, utilizzano lo spettro di frequenze a 2,4 GHz (banda ISM). Si tratta di una banda di frequenze regolarmente assegnata dal piano di ripartizione nazionale (ed internazionale) ad altri servizi ma lasciata di libero impiego per le applicazioni che prevedono livelli di EIRP (Equivalent Isotropic Radiated Power, ovvero la massima potenza irradiata da un'antenna isotropa) non superiori a 20 dBm e utilizzate all'interno di una proprietà privata (senza attraversamento del suolo pubblico). Trovandosi ad operare in bande di frequenze dove già lavorano altri apparecchi, i dispositivi b/g/n possono subire fenomeni di interferenza da parte di altre apparecchiature come telefoni cordless, dispositivi Bluetooth, forni a microonde. Per controllare e limitare tali effetti, il protocollo 802.11b utilizza una tecnica di trasmissione Direct Sequence Spread Spectrum (DSSS) mentre l'802.11g impiega una modulazione multi-portante di tipo OFDM.
L'802.11a utilizza la banda U-NII (Unlicensed National Information Infrastructure) a 5 GHz, come definita dalla FCC statunitense, che per la maggior parte del mondo prevede almeno 23 canali radio non sovrapposti di 20 MHz di ampiezza. Questo è un miglioramento siginificativo rispetto alla banda 2,4 GHz che prevede solo tre canali da 20 MHz non sovrapposti, mentre tutti gli altri canali adiacenti presentano delle sovrapposizioni. Le prestazioni tra le differenti frequenze possono essere migliori o peggiori a seconda delle condizioni ambientali. I protocolli 802.11n e 802.11ax possono usare sia la banda a 2,4 GHz che quella a 5 GHz mentre l'802.11ac usa solo la banda a 5 GHz.
Il segmento di spettro delle frequenze radio usate dalla 802.11 cambia a seconda delle nazioni, in funzione delle normative locali.
Generazioni
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A partire dal 2018, il consorzio Wi-Fi Alliance, che si occupa anche della certificazione industriale, ha introdotto uno schema di numerazione semplificato per indicare i protocolli 802.11 utilizzati pubblicamente dai dispositivi wireless. Le generazioni Wi-Fi dalla 1 alla 8 fanno riferimento in sequenza ai protocolli 802.11b, 802.11a, 802.11g, 802.11n, 802.11ac, 802.11ax, 802.11be and 802.11bn.[2][3]
Gen.[4] | Logo | Standard IEEE |
Anno | Velocità (Mbit/s) |
Freq. (GHz) |
---|---|---|---|---|---|
Wi-Fi | — | 802.11 (legacy) | 1997 | 1–2 | 2,4 |
Wi-Fi 1 | — | 802.11b | 1999 | 1–11 | 2,4 |
Wi-Fi 2 | — | 802.11a | 1999 | 6–54 | 5 |
Wi-Fi 3 | — | 802.11g | 2003 | 2,4 | |
Wi-Fi 4 | ![]() |
802.11n | 2009 | 6,5–600 | 2,4 / 5 |
Wi-Fi 5 | ![]() |
802.11ac | 2013 | 6,5–6 933 | 5[5] |
Wi-Fi 6 | ![]() |
802.11ax | 2021 | 0,4–9 608 | 2,4 / 5 |
Wi-Fi 6E[6] | 6 | ||||
Wi-Fi 7 | ![]() |
802.11be | 2024 | 0.4–23 059 | 2,4 / 5 / 6 |
Wi-Fi 8[7][8] | — | 802.11bn | 2028 (previsto)[9] | 100 000 | 2,4 / 5 / 6 |
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La tecnologia standardizzata dalla 802.11 nasce da una decisione dell'FCC statunitense che nel 1985 liberò la banda ISM[1] consentendone l'utilizzo senza necessità di licenza.[10]
Nel 1991 NCR Corporation/AT&T (attualmente Nokia Labs e LSI Corporation) misero a punto un precursore dell'802.11 a Nieuwegein, nei Paesi Bassi, destinato originariamente ai servizi di cassa. I primi prodotti wireless vennero commercializzati con il nome WaveLAN ed erano caratterizzati da una velocità di trasmissione dati grezza di 1 Mbit/s e 2 Mbit/s.
Vic Hayes, insieme all'ingegnere dei Bell Labs Bruce Tuch, ha coinvolto l'IEEE per la creazione di uno standard.[11] Hayes, definito il "padre del Wi-Fi", è stato presidente del gruppo di lavoro IEEE 802.11 per 10 anni e ha contribuito alla definizione degli standard iniziali 802.11b e 802.11a.[12]
Nel 1999 è stato costituito il consorzio commerciale Wi-Fi Alliance, detentore del marchio "Wi-Fi" con il quale viene venduta la maggior parte dei prodotti.[13]
La svolta commerciale chiave si è avuta nel 1999, quando Apple decise di dotare di Wi-Fi la famiglia di portatili iBook, il primo prodotto di largo consumo a offrire la connettività di rete wireless, commercializzata come AirPort.[14][15][16] L'anno successivo fu la volta dell'IBM, che introdusse la tecnologia wireless nella serie ThinkPad 1300.[17]
Evoluzioni nel tempo
[modifica | modifica wikitesto]Standard di rete 802.11 | ||||||||||||
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Banda di frequenza o tipo |
PHY | Emendamento | Data di pubblicazione[18] |
Frequenza | Ampiezza di banda |
Velocità dati max.[19] |
Flussi MIMO (max.) |
Modulazione | Portata indicativa | |||
Al chiuso | All'aperto | |||||||||||
(GHz) | (MHz) | (Mbit/s) | ||||||||||
1–7 GHz | DSSS[20], |
802.11-1997 | giugno 1997 | 2,4 | 22 | 1 / 2 | N.D. | DSSS, |
20 m (66 ft) | 100 m (330 ft) | ||
HR/DSSS[20] | 802.11b | settembre 1999 | 2,4 | 22 | 1 / 2 / 5,5 / 11 | N.D. | CCK, DSSS | 35 m (115 ft) | 140 m (460 ft) | |||
OFDM | 802.11a | settembre 1999 | 5 | 5 / 10 / 20 | 6 / 9 / 12 / 18 / 24 / 36 / 48 / 54 (dividere per 2 per la banda da 20 MHz e per 4 per le bande da 10 e 5 MHz) |
N.D. | OFDM | 35 m (115 ft) | 120 m (390 ft) | |||
802.11j | novembre 2004 | 4,9 / 5 [N 2][21] |
? | ? | ||||||||
802.11y | novembre 2008 | 3,7[N 3] | ? | 5 000 m (16 000 ft)[N 3] | ||||||||
802.11p | luglio 2010 | 5,9 | 200 m | 1 000 m (3 300 ft)[22] | ||||||||
802.11bd | dicembre 2022 | 5,9 / 60 | 500 m | 1 000 m (3 300 ft) | ||||||||
ERP-OFDM[23] | 802.11g | giugno 2003 | 2,4 | 38 m (125 ft) | 140 m (460 ft) | |||||||
HT-OFDM[24] | 802.11n (Wi-Fi 4) |
ottobre 2009 | 2,4 / 5 | 20 | Fino a 288,8[N 4] | 4 | MIMO-OFDM (64-QAM) |
70 m (230 ft) | 250 m (820 ft)[25] | |||
40 | Fino a 600[N 4] | |||||||||||
VHT-OFDM[24] | 802.11ac (Wi-Fi 5) |
dicembre 2013 | 5 | 20 | Fino a 693[N 4] | 8 | DL MU-MIMO OFDM (256-QAM) |
35 m (115 ft)[26] | ? | |||
40 | Fino a 1 600[N 4] | |||||||||||
80 | Fino a 3 467[N 4] | |||||||||||
160 | Fino a 6 933[N 4] | |||||||||||
HE-OFDMA | 802.11ax (Wi-Fi 6, Wi-Fi 6E) |
maggio 2021 | 2,4 / 5 / 6 | 20 | Fino a 1 147[N 5] | 8 | UL/DL MU-MIMO OFDMA (1024-QAM) |
30 m (98 ft) | 120 m (390 ft)[N 6] | |||
40 | Fino a 2 294[N 5] | |||||||||||
80 | Fino a 5 500[N 5] | |||||||||||
80+80 | Fino a 11 000[N 5] | |||||||||||
EHT-OFDMA | 802.11be (Wi-Fi 7) |
Sep 2024 | 2,4 / 5 / 6 | 80 | Fino a 5 764[N 5] | 8 | UL/DL MU-MIMO OFDMA (4096-QAM) |
30 m (98 ft) | 120 m (390 ft)[N 6] | |||
160 (80+80) |
Fino a 11 500[N 5] | |||||||||||
240 (160+80) |
Fino a 14 282[N 5] | |||||||||||
320 (160+160) |
Fino a 23 059[N 5] | |||||||||||
UHR | 802.11bn (Wi-Fi 8)[27] |
maggio 2028[N 7] | 2,4 / 5 / 6 42 / 60 / 71 |
320 | Fino a 100 000 (100 Gbit/s) |
16 | Multi-link MU-MIMO OFDM (8192-QAM) |
? | ? | |||
WUR[N 8] | 802.11ba | ottobre 2021 | 2,4 / 5 | 4 / 20 | 0,0625 / 0,25 (62,5 kbit/s, 250 kbit/s) |
N.D. | OOK (multi-carrier OOK) | ? | ? | |||
Onde millimetriche (WiGig) |
DMG[28] | 802.11ad | dicembre 2012 | 60 | 2 160 (2,16 GHz) |
Fino a 8 085[29] (8 Gbit/s) |
N.D. | 3,3 m (11 ft)[30] | ? | |||
802.11aj | aprile 2018 | 60[N 9] | 1 080[31] | Fino a 3 754 (3,75 Gbit/s) |
N.D. | portante singola, portante singola a bassa potenza[N 1] | ? | ? | ||||
CMMG | 802.11aj | aprile 2018 | 45[N 9] | 540, 1 080 |
Fino a 15 015[32] (15 Gbit/s) |
4[33] | OFDM, portante singola | ? | ? | |||
EDMG[34] | 802.11ay | luglio 2021 | 60 | Fino a 8 640 (8,64 GHz) |
Fino a 303 336[35] (303 Gbit/s) |
8 | OFDM, portante singola | 10 m (33 ft) | 100 m (328 ft) | |||
Sub-GHz (IoT) | TVHT[36] | 802.11af | febbraio 2014 | 0,054–0,79 | 6 / 7 / 8 | Fino a 568,9[37] | 4 | MIMO-OFDM | ? | ? | ||
S1G[36] | 802.11ah | maggio 2017 | 0,7 / 0,8 | 1–16 | Fino a 8,67 Gbit/s[38] (@2 MHz) |
4 | ? | ? | ||||
Luce (Li-Fi) |
LC (VLC/OWC) |
802.11bb | novembre 2023 | 800–1000 nm | 20 | Fino a 9,6 Gbit/s | N.D. | O-OFDM | ? | ? | ||
(IrDA) |
802.11-1997 | giugno 1997 | 850–900 nm | ? | 1 / 2 | N.D. | ? | ? | ||||
Versioni complete dello standard 802.11 | ||||||||||||
Versione | Data di pubblicazione[18] |
Frequenza (GHz) |
Velocità dati max. (Mbit/s)[39] |
Modulazione | ||||||||
802.11-1997 (802.11 legacy) | giugno 1997 | 2,4 | Fino a 2 | DSSS | ||||||||
802.11-2007 (802.11ma) | marzo 2007 | 2,4 / 5 | Fino a 54 | DSSS, OFDM | ||||||||
802.11-2012 (802.11mb) | marzo 2012 | 2,4 / 5 | Fino a 150[N 4] | DSSS, OFDM | ||||||||
802.11-2016 (802.11mc) | dicembre 2016 | 2,4 / 5 / 60 | Fino a 866,7 o 6 757[N 4] | DSSS, OFDM | ||||||||
802.11-2020 (802.11md) | dicembre 2020 | 2,4 / 5 / 60 | Fino a 866,7 o 6 757[N 4] | DSSS, OFDM | ||||||||
802.11-2024 (802.11me) | settembre 2024 | 2,4 / 5 / 6 / 60 | Fino a 9 608 o 303 336 | DSSS, OFDM | ||||||||
|
802.11-1997 (802.11 legacy)
[modifica | modifica wikitesto]La prima versione dello standard 802.11 è stata pubblicata nel 1997 seguita da un'appendice di chiarimenti nel 1999. Questa versione è obsoleta. Le specifiche indicavano velocità di trasmissione comprese tra 1 e 2 Mb/s con Forward Error Correction. Per il livello fisico erano previste tre tecnologie: infrarosso con velocità a 1 Mb/s; frequency-hopping spread spectrum a 1 e 2 Mb/s e Direct Sequence Spread Spectrum (DSSS) a 1 e 2 Mb/s. Le ultime due tecnologie operavano nel segmento spettrale delle microonde, nella banda ISM a 2,4 GHz. Alcune tecnologie di WLAN precedenti operavano nella stessa banda ma su frequenze più basse (900 MHz).
La 802.11 legacy basata su Direct Sequence Spread Spectrum è stata rapidamente soppiantata e sostituita dalla 802.11b.
802.11a
[modifica | modifica wikitesto]L'emendamento 802.11a è stato pubblicato nel 1999 e introduce a livello fisico la modulazione OFDM (Orthogonal Frequency Division Multiplexing) nella banda di frequenza a 5 GHz, con una velocità massima di 54 Mbit/s e codice a correzione di errore, con un trasferimento dati effettivo che nella realtà è dell'ordine di 20 Mb/s.[40] Lo standard ha avuto un'ampia implementazione a livello mondiale, soprattutto nelle reti di tipo aziendale.
Dato che la banda a 2,4 GHz ha un'impiego molto elevato e risulta quindi molto affollata, il fatto di operare su una banda più scarica come quella a 5 GHz è un fattore di vantaggio per la 802.11a; di contro, la portata è inferiore rispetto a quella della 802.11b/g: a causa della minore lunghezza d'onda, il segnale della 802.11a viene assorbito più facilmente dai muri e da altri oggetti solidi e quindi ha una capacità di penetrazione inferiore. Inoltre il segnale è più sensibile alle interferenze,[41] ma il minore affollamento della banda a 5 GHz in pratica riduce questa possibilità.
La velocità massima di trasferimento dati può essere ridotta a 48, 36, 24, 18, 9 o 6 Mb/s se le interferenze elettromagnetiche lo impongono. Lo standard definisce 12 canali non sovrapposti, 8 dedicati alle comunicazioni interne e 4 per le comunicazioni punto a punto.
802.11b
[modifica | modifica wikitesto]L'emendamento 802.11b è stato pubblicato anch'esso nel 1999, sostanzialmente in contemporanea con 802.11a, e prevede una velocità di trasferimento grezza massima di 11 Mbit/s, mantenendo CSMA/CA per l'accesso al livello fisico. I primi prodotti che implementavano la 802.11b hanno fatto la loro comparsa sul mercato all'inizio del 2000, dato che 802.11b è un'estensione diretta della tecnica di modulazione definita dallo standard originale. L'aumento significativo della capacità di trasferimento unita alla simultanea riduzione sostanziale dei costi hanno contribuito a rendere l'802.11b la tecnologia WLAN preferita.
I dispositivi che usano 802.11b sono soggetti a interferenza da parte di altri prodotti che lavorano sulla stessa banda a 2,4 GHz (forni a microonde, dispositivi Bluetooth, sistemi di monitoraggio dei neonati, telefoni cordless e alcuni apparati per radioamatori). In quanto trasmettettori senza bisogno di licenza nella banda ISM, devono a loro volta evitare di generare interferenze e devono essere tolleranti rispetto alle interferenze da parte di altri utilizzatori della banda.
802.11g
[modifica | modifica wikitesto]Questo standard venne ratificato nel giugno del 2003. Utilizza le stesse frequenze dello standard 802.11b cioè la banda di 2,4 GHz e fornisce una velocità teorica di 54 Mb/s che nella realtà si traduce in una velocità netta di 24,7 Mb/s, simile a quella dello standard 802.11a. È totalmente compatibile con lo standard b ma quando si trova a operare con periferiche b deve ovviamente ridurre la sua velocità a quella dello standard b.
Prima della ratifica ufficiale dello standard 802.11g avvenuta nell'estate del 2003 vi erano dei produttori indipendenti che fornivano delle apparecchiature basate su specifiche non definitive dello standard. I principali produttori comunque preferirono aderire alle specifiche ufficiali e quando queste vennero pubblicate molti dei loro prodotti furono adeguati al nuovo standard.
Alcuni produttori introdussero delle ulteriori varianti chiamate g+ o Super G nei loro prodotti. Queste varianti utilizzavano l'accoppiata di due canali per raddoppiare la banda disponibile anche se questo induceva interferenze con le altre reti e non era supportato da tutte le schede.
Il primo grande produttore a mettere in commercio schede con le specifiche ufficiali 802.11g fu Apple che presentò i suoi prodotti "AirPort Extreme". Cisco decise di entrare nel settore acquistando Linksys, e fornì i suoi prodotti con il nome di "Aironet".
802.11-2007
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2003 il gruppo di lavoro IEEE 802.11 è stato autorizzato a unificare i vari emendamenti in un unico documento. Dopo diverse revisioni nell'8 marzo 2007 è stato definitivamente approvato un nuovo documento che prevede l'unificazione degli 8 emendamenti rilasciati (802.11a, b, d, e, f, g, h, i, j), da cui il nome 802.11-2007.
802.11n (Wi-Fi 4)
[modifica | modifica wikitesto]Nel gennaio 2004 IEEE ha annunciato di aver avviato lo studio di un nuovo standard per realizzare reti wireless di dimensioni metropolitane. La velocità reale di questo standard dovrebbe essere di 300 Mb/s[42], quindi dovrebbe essere 5 volte più rapido dell'802.11g e 40 volte più rapido dell'802.11b.
Il 19 gennaio 2007 il gruppo di lavoro 802.11 di IEEE ha approvato la Draft 2.0; sulla quale si sono basate le aziende produttrici per mettere in commercio i loro prodotti della fascia Draft n. Il primo grande produttore a mettere in commercio prodotti con le specifiche ufficiali 802.11n draft 2.0 fu nuovamente Apple che presentò i suoi MacBook nella seconda metà del 2006, tutti forniti di serie con dispositivi compliant alla specifica 802.11n, ancora prima della ratifica ufficiale.
Nel marzo 2009 il gruppo di lavoro TGn[43] è arrivato al draft 8.0.
La versione definitiva dello standard è stata approvata l'11 settembre 2009[44] e la pubblicazione è avvenuta il 29 ottobre 2009.
802.11n include anche la possibilità di utilizzare la tecnologia MIMO (multiple-input multiple-output).[45] Questo consentirà di utilizzare più antenne per trasmettere e più antenne per ricevere incrementando la banda disponibile utilizzando una multiplazione di tipo spaziale attraverso una codifica simile a quella di Alamouti.
La specifica 802.11n ha la possibilità di operare sia nell'intervallo dei 2.4 GHz sia nell'intervallo dei 5 GHz. I prodotti che permettono questa possibilità vengono chiamati "dual band" proprio perché trasmettono nell'intervallo dei 2.4 GHz e 5 GHz.
802.11s
[modifica | modifica wikitesto]Nel settembre del 2011, l'IEEE ha pubblicato questo standard dell'802.11, che si occupa di stabilire come viene creato e gestito il mesh networking. Tale emendamento introduce, inoltre, nuovi termini quali MBSS (Mesh Basic Service Set) e nuove funzionalità.
802.11ac (Wi-Fi 5)
[modifica | modifica wikitesto]Avviato da IEEE nel settembre 2008 questo standard dell'802.11 è stato approvato nel gennaio 2014 ed opera nell'intorno delle frequenze dei 5 GHz. La velocità massima teorica di questo standard all'interno di una WLAN multi-stazione è di 1 Gbit/s con una velocità massima di un singolo collegamento di 500 Mbit/s. Ciò è ottenuto ampliando concetti utilizzati da 802.11n: una più ampia larghezza di banda (fino a 160 MHz), più flussi spaziali MIMO (fino a 8), MIMO multi-utente e modulazione ad alta densità (fino a 256 QAM), Beamforming.
802.11ax (Wi-Fi 6)
[modifica | modifica wikitesto]Nel maggio del 2018, l'IEEE ha presentato questo nuovo standard dell'802.11, come evoluzione della versione ac, che viene da quel momento rinominata in Wi-Fi 5. Il pieno rilascio nel mercato è previsto entro la fine del 2019. 802.11ax è stato progettato per lavorare nella banda di frequenze tra 1 e 7 GHz, oltre alle già disponibili e largamente utilizzate 2.4 e 5Ghz. Durante il CES 2018 di Las Vegas sono stati mostrati dei test che hanno raggiunto velocità massime di 11Gbit/s. La velocità nominale è del 40% maggiore rispetto agli standard precedenti, e la latenza è stata ridotta del 75%.
In questo standard sono integrate le tecnologie MU-MIMO e TWT (Target Wake Time)[46]. Dal 2022 si dovrebbe implementare anche la tecnologia UL MU-MIMO (uplink multiuser multiple-input multiple-output)[46].
802.11axe (Wi-Fi 6E)
[modifica | modifica wikitesto]Appena dopo il WiFi 6 è stato sviluppato anche il WiFi 6E, dove la principale differenza sta nel fatto che mentre il WiFi-6 può utilizzare soltanto le frequenze da 2.4GHz e 5GHz per trasmettere i dati, il nuovo standard può anche utilizzare la frequenza a 6GHz, risultando di conseguenza in una connessione molto più stabile e veloce, anche se ovviamente si fa più fatica quando si tratta di distanze lunghe da percorrere per il segnale in quanto più alta è la frequenza e più si fa fatica a passare attraverso gli oggetti.
802.11be (Wi-Fi 7)
[modifica | modifica wikitesto]Lo standard, certificato dall'IEEE a cavallo tra il 2018 ed il 2019, è stato pubblicato nel 2024 e consente velocità di trasferimento dati teoriche fino a 46 Gb/s,[47] usando le frequenze a 2,4/5/6 GHz, modulazione estesa fino a 4096-QAM e CMU-MIMO (coordinated multiuser MIMO, MIMO multiutente coordinato)[46].
802.11mc
[modifica | modifica wikitesto]Questa specifica, pubblicata nel 2016, introduce come funzionalità principale il supporto del Wi-Fi Round Trip Time (Wi-Fi RTT), che consente a un dispositivo di misurare la distanza dagli access point Wi-Fi e determinare la posizione con una precisione di 1-2 metri misurando il ritardo nel round trip.[48] Questa metodologia consente precisioni superiori rispetto alla triangolazione basata sulla potenza del segnale ricevuto (Received Signal Strength Indicator, RSSI).
802.11p
[modifica | modifica wikitesto]Sistema di comunicazione per i veicoli intelligenti e cooperativi alternativo allo standard C-V2X[49].
Alcune definizioni
[modifica | modifica wikitesto]Lo standard fornisce alcune definizioni, utili per comprendere la documentazione tecnica al riguardo:
- BSS (basic service set, insieme base di servizio): insieme di nodi che utilizzano la stessa funzione di accesso al canale (per esempio un gruppo di computer collegati in maniera wireless ad un access point).
- BSA (basic service area, area base di servizio): l'area occupata da un BSS, per esempio una cella di una wireless LAN.
- ESS (extended service set): più BSS collegate tra di loro a livello MAC, per esempio l'insieme delle reti wireless in un edificio pubblico come una facoltà.
Canali, larghezza di banda e compatibilità internazionale
[modifica | modifica wikitesto]Le reti 802.11 a 2,4 GHz dividono lo spettro in 14 sottocanali con ampiezza da 20 MHz o 40 MHz (solo per il protocollo n) ciascuno, mentre per i soli protocolli 802.11 legacy e 802.11b si ha un'ampiezza di banda di 22 MHz, mentre le reti 802.11 a 5 GHz dividono lo spettro in 30 sottocanali con ampiezza da 20 MHz fino a un massimo di 160 MHz, per il protocollo 802.11n l'ampiezza massima è di 40 MHz.

L'ampiezza di banda utilizzata permette di definire due limiti, quella della velocità di trasferimento e della compatibilità con altri dispositivi limitrofi[50], in quanto la trasmissione avviene sì in un determinato range di frequenza, ma ha anche un range superiore ed inferiore in cui trasmette il segnale, anche se in una potenza decisamente minore, ma che può ridurre l'efficacia degli altri ripetitori.[51][52]
I canali della banda da 2,4 GHz sono parzialmente sovrapposti tra loro in frequenza, quindi tra due canali consecutivi esiste una forte interferenza, per verificare quale canale ha meno traffico e quindi meno interferenza sono disponibili applicativi per l'analisi dello spettro della comunicazione Wi-Fi.[53]
I 3 gruppi di canali 1, 6, 11 e 2, 7, 12 e 3, 8, 13 sono le combinazioni di canali che non si sovrappongono fra loro in caso di bande da 22 MHz e vengono utilizzati negli ambienti con altre reti wireless. Gli unici canali utilizzabili in tutto il mondo sono il 10 e 11 dato che la Spagna non ha concesso i canali dall'1 al 9 e molte nazioni si limitano ai primi 11 sottocanali.
Per quanto riguarda i canali della banda 5 GHz nell'ampiezza di banda di 20 MHz in Europa non si sovrappongono e non interferiscono tra loro, mentre in altri paesi oppure con ampiezze di canale maggiori questi tendono a sovrapporsi.
La lista completa delle frequenze dal IEEE STD 802.11b-1999/Cor 1-2001 è:
Canale | MHz | USA X10 | Canada X20 | Europa ETSI X30 | Francia X32 | Giappone X40 | Giappone X41 | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 2412 | x | x | x | x | x | ||
2 | 2417 | x | x | x | x | x | ||
3 | 2422 | x | x | x | x | x | ||
4 | 2427 | x | x | x | x | x | ||
5 | 2432 | x | x | x | x | x | ||
6 | 2437 | x | x | x | x | x | ||
7 | 2442 | x | x | x | x | x | ||
8 | 2447 | x | x | x | x | x | ||
9 | 2452 | x | x | x | x | x | ||
10 | 2457 | x | x | x | x | x | x | x |
11 | 2462 | x | x | x | x | x | x | x |
12 | 2467 | x | x | x | ||||
13 | 2472 | x | x | x | ||||
14 | 2484 | x |
La lista completa delle frequenze dal IEEE STD 802.11 5 GHz[54]:
Canale | MHz | Europa |
---|---|---|
183 | 4915 | |
184 | 4920 | |
185 | 4925 | |
186 | 4930 | |
187 | 4935 | |
188 | 4940 | |
189 | 4945 | |
192 | 4960 | |
196 | 4980 | |
7 | 5035 | |
8 | 5040 | |
9 | 5045 | |
11 | 5055 | |
12 | 5060 | |
16 | 5080 | |
36 | 5180 | x |
38 | 5190 | |
40 | 5200 | x |
42 | 5210 | |
44 | 5220 | x |
46 | 5230 | |
48 | 5240 | x |
52 | 5260 | x |
56 | 5280 | x |
60 | 5300 | x |
64 | 5320 | x |
100 | 5500 | x |
104 | 5520 | x |
108 | 5540 | x |
112 | 5560 | x |
116 | 5580 | x |
120 | 5600 | x |
124 | 5620 | x |
128 | 5640 | x |
132 | 5660 | x |
136 | 5680 | x |
140 | 5700 | x |
149 | 5745 | |
153 | 5765 | |
157 | 5785 | |
161 | 5805 | |
165 | 5825 |
Frame MAC 802.11
[modifica | modifica wikitesto]I campi di un generico frame MAC 802.11 sono i seguenti:
Campo | Frame control |
Duration, id. |
Address 1 |
Address 2 |
Address 3 |
Sequence control |
Address 4 |
QoS control |
HT control |
Frame body |
Frame check sequence |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Lunghezza (Byte) | 2 | 2 | 6 | 6 | 6 | 0, or 2 | 6 | 0, or 2 | 0, or 4 | Variabile | 4 |
Il frame control è suddiviso nei seguenti sottocampi:
- Protocol version (2 bit)
- Type (2 bit)
- Subtype (4 bit)
- To DS (1 bit)
- From DS (1 bit)
- More fragments (1 bit)
- Retry (1 bit)
- Power management (1 bit)
- More data (1 bit)
- WEP (1 bit)
- Order (1 bit)
Standard
[modifica | modifica wikitesto]Questi sono gli standard approvati o in fase di studio dall'IEEE:
- IEEE 802.11 - Lo standard originale 2 Mb/s, 2,4 GHz
- IEEE 802.11a - 54 Mb/s, 5 GHz standard (1999, approvato nel 2001)
- IEEE 802.11ac - 1,3 Gb/s, 5 GHz standard (2014)
- IEEE 802.11b - Miglioramento dell'802.11 col supporto di 5,5 e 11 Mb/s (1999)
- IEEE 802.11d - Adattamento a contesti regolatori in base alla nazione in cui è installato il sistema
- IEEE 802.11e - Miglioramento: Gestione della qualità del servizio.
- IEEE 802.11f - Inter-Access Point Protocol (IAPP)
- IEEE 802.11g - 54 Mb/s, 2,4 GHz standard (compatibile con il 802.11b) (2003)
- IEEE 802.11h - 5 GHz spectrum, Dynamic Channel/Frequency Selection (DCS/DFS) e Transmit Power Control (TPC) per compatibilità con l'Europa
- IEEE 802.11i (ratificato il 24 giugno 2004) - Miglioramento della sicurezza
- IEEE 802.11j - Estensione per il Giappone
- IEEE 802.11k - Misurazione delle sorgenti radio
- IEEE 802.11n - Aumento della banda disponibile, fino a 450 Mb/s, 2,4 GHz e 5 GHz
- IEEE 802.11p - WAVE - Wireless Ability in Vehicular Environments (gestione per autoveicoli, ambulanze ecc.)
- IEEE 802.11r - Roaming rapido
- IEEE 802.11s - Gestione delle reti mesh
- IEEE 802.11T - Gestione e Test
- IEEE 802.11u - Connessione con reti non 802, come le reti cellulari.
- IEEE 802.11v - Gestione delle reti wireless
Sicurezza
[modifica | modifica wikitesto]Le versioni originali dei protocolli 802.11 erano basati sulla crittografia WEP.
Nel 2001 un gruppo dell'università di Berkeley presentò un lavoro dove descriveva le falle di sicurezza del protocollo 802.11. Questo gruppo si concentrò sull'algoritmo di cifratura utilizzato dal WEP (RC4), che nell'implementazione scelta per lo standard 802.11 era molto debole e facilmente forzabile. In particolare è possibile iniettare frame che costringano altre stazioni di un access-point a rieffettuare la procedura di autenticazione, durante la quale è possibile carpire informazioni con le quali recuperare la chiave.
L'IEEE mise in campo un gruppo di lavoro per progettare un'evoluzione dello standard di sicurezza WEP. Anche la Wi-Fi Alliance creò un gruppo di lavoro per risolvere il problema e la Wi-Fi Alliance annunciò la nascita del WPA durante il 2003. Il WPA era un'evoluzione del WEP che rimuoveva la maggior parte dei problemi di sicurezza rendendo le reti wireless discretamente sicure. Intanto il gruppo dell'IEEE era al lavoro e nel giugno del 2004 pubblicò le specifiche dell'IEEE 802.11i. Questo standard rendeva le reti wireless molto sicure e la Wi-Fi Alliance lo adottò subito sotto il nome di WPA2. Il WPA2 abbandona l'RC4 come algoritmo di codifica per passare al più sicuro Advanced Encryption Standard.
Le varie opzioni di sicurezza disponibili comportano però livelli di complessità crescente per la configurazione e l'adeguamento del firmware e di drive di sistema operativo di access Point e schede di rete wireless.
Con il diffondersi dei collegamenti via cavo o via ADSL si è avuto un notevole incremento degli utenti che realizzano piccole reti locali per condividere il collegamento a Internet, e molte di queste reti sono wireless. In queste situazioni sono di solito disponibili minori competenze, per cui capita spesso che le reti wireless non usino alcuna crittografia, o al massimo usino WEP. Queste reti sono insicure, e possono essere forzate con semplicità, permettendo l'intercettazione del traffico wireless e l'accesso abusivo alla rete.
L'intercettazione costituisce un rischio per la privacy degli utenti (potrebbero ad esempio essere sottratti segreti industriali o dati bancari). L'accesso abusivo alla rete è rischioso anche perché non è possibile rintracciare a posteriori gli autori di comportamenti pericolosi o illegali.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) IEEE-SA, Clause 8 - Publication, su standards.ieee.org, IEEE-SA Standards Board Operations Manual (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2024).
- ^ (EN) Wi-Fi CERTIFIED 6, su wi-fi.org, Wi-Fi Alliance.
- ^ (EN) Jacob Kastrenakes, Wi-Fi now has version numbers, and Wi-Fi 6 comes out next year, su The Verge, 3 ottobre 2018.
- ^ (EN) The Evolution of Wi-Fi Technology and Standards, su standards.ieee.org.
- ^ La 802.11ac specifica solo il funzionamento nella banda a 5 GHz; il funzionamento sui 2,4 GHz è specificato nella 802.11n
- ^ Wi-Fi 6E è il nome industriale che identifica i dispositivi Wi-Fi in grado di operare a 6 GHz, estendendo a questa banda le funzionalità e caratteristiche del Wi-Fi 6
- ^ (EN) Ehud Reshef e Carlos Cordeiro, Future Directions for Wi-Fi 8 and Beyond, in IEEE Communications Magazine, vol. 60, n. 10, IEEE, 2023, DOI:10.1109/MCOM.003.2200037.
- ^ (EN) Lorenzo Giordano, Giovanni Geraci, Marc Carrascosa e Boris Bellalta, What Will Wi-Fi 8 Be? A Primer on IEEE 802.11bn Ultra High Reliability, su arxiv.org, 21 novembre 2023.
- ^ (EN) Official IEEE 802.11 Working Group Project Timelines, su ieee802.org, IEEE, 5 maggio 2025.
- ^ (EN) Wolter Lemstra, Vic Hayes e John Groenewegen, The Innovation Journey of Wi-Fi: The Road To Global Success, Cambridge University Press, 2010, ISBN 978-0-521-19971-1.
- ^ (EN) Claus Hetting, Vic Hayes & Bruce Tuch inducted into the Wi-Fi NOW Hall of Fame, in Wi-Fi Now Global, 8 novembre 2019.
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- ^ (EN) History, su Wi-Fi Alliance.
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- ^ (EN) Wi-Fi location: ranging with RTT, Google Developers, su developer.android.com.
- ^ Guerra di lobby a Bruxelles: Telco contro la Commissione UE per le auto connesse, in tomshw.it, 10 aprile 2019. URL consultato il 10 aprile 2019.
- ^ Migliorare la connessione Wi-Fi di casa: guida completa.
- ^ Channel Deployment Issues for 2.4-GHz 802.11 WLANs (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2015).
- ^ Chanalyzer 4: Spectrum Analysis Software.
- ^ Come analizzare rete WiFi.
- ^ Estándar Redes Locales Inalámbricas IEEE 802.11n ("Wi-Fi n").
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale del gruppo 802, su ieee802.org.
- (EN) Specifiche, su standards.ieee.org. URL consultato il 4 gennaio 2005 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2010).
- (EN) Sito web Wi-Fi Alliance, su wi-fi.org.
- Scopriamo il protocollo 802.11n, su tomshw.it. URL consultato il 12 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
- (EN) Articolo sulle vulnerabilità del WEP, su citeseer.nj.nec.com. URL consultato il 4 gennaio 2005 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2003).
- (EN) Altro articolo su un attacco portato contro il WEP, su ftp.die.net. URL consultato il 4 gennaio 2005 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2004).
- Guida sulla sicurezza del wireless, su sicurezza.html.it. URL consultato il 20 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2010).
- (EN) standard ETSI EN 301 893 per l'utilizzo dei 5.4GHz in Italia, su webapp.etsi.org.
Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2003001289 · GND (DE) 4633968-1 · J9U (EN, HE) 987007537458205171 |
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