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Grumman XTB2F

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Grumman XTB2F
Descrizione
Tipoaereo da attacco
Equipaggio4
CostruttoreStati Uniti (bandiera) Grumman Aircraft
Dimensioni e pesi
Lunghezza15,85 m (52 ft)
Apertura alare22,56 m (74 in), 10,21 (33 ft 6 in con ali ripiegate)
Altezza5,8 m (19 ft)
Superficie alare72,7 (777 ft²)
Peso a vuoto10 197 kg (22 430 lb)
Peso max al decollo19 929 kg (43 937 lb)
Capacità combustibile1.960 US Galloni
Propulsione
Motore2 Pratt & Whitney R-2800-22 Double Wasp
Potenza2 100 CV (1 600 kW)
Prestazioni
Velocità max544 km/h (338 mph, 259 kn) a 6 100 m (20 000 ft)
Velocità di crociera400 km/h a 3 040 m
Velocità di salitaa 3 048 m in 6 minuti e 48 secondi
Autonomia7 610 km (4 730 mi, 450 nmi)
Tangenza9 600 m (31 600 ft)
Armamento
Mitragliatrici10 calibro 12,7 mm
Cannoni1 da 75 mm

i dati sono estratti da Grumman Aircraft since 1929[1]

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Il Grumman XBT2F fu un aereo da attacco quadriposto, bimotore, sviluppato dall'azienda statunitense Grumman Aircraft Company nella seconda metà degli anni quaranta del XX secolo e rimasto alla stadio di mock-up.[2][3]

Storia del progetto

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Vista la necessità di dotare le future portaerei classe CV-9 e CVB-41 dell'US Navy di un nuovo aereo da attacco e aerosiluramento, il Bureau of Aeronautics nel febbraio 1941 emise una richiesta per un nuovo tipo velivolo, uno monomotore alla Douglas Aircraft Company, lo XTB2D-1, e uno bimotore alla Grumman Aviation Aircraft, lo XTB2F-1.[4] Il progetto preliminare e quello in dettaglio del Design 55 vennero sottoposti dalla Grumman al Bureau of Aeronautics (BuAer) rispettivamente il 21 dicembre 1942 e il 19 marzo 1943.[4] In risposta in Bureau of Aeronautics emise, il 6 agosto 1943, una lettera d'intento per l'acquisto per due prototipi dello XTB2F-1, comprendenti i collaudi motoristici e in volo.[4][5]

Le prime due unità del tipo CVB-41 vennero impostate nel 1943, la Midway, presso i cantieri navali di Newport News in Virginia, e la Coral Sea,[N 1] i presso il Brooklyn Navy Yard a New York.[2] La ditta costruttrice stimava i prototipo fossero nell'estate del 1945, il primo dei quali pronto per il primo volo verso la fine dell'anno.[2] La Grumman ordinò l'assemblaggio di un mock-up in scala reale dell'aereo, equipaggiato con i previsti due motori radiali Pratt & Whitney R2800-22 Double Wasp, tutto l'armamento e i meccanismi per il ripiegamento delle ali e per la retrazione del carrello di atterraggio.[2] Non si trattava di un prototipo, bensì di un modello che non aveva né impianto elettrico né idraulico, né serbatoi di carburante, né cabina di pilotaggio.[2] Il mock-up fu ispezionato da una apposita commissione il 22 maggio 1944, e trovato troppo grande e pesante per l'impiego su portaerei diverse dalla classe Midway.[5] Critiche furono mosse anche al sistema di ripiegamento delle ali.[5] La commissione raccomandò l'annullamento del programma XBT2F-1, che fu fermato definitivamente il 14 giugno 1944.[4]

Descrizione tecnica

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Lo XBT2F-1 era un aereo da attacco imbarcato, bimotore, triposto.[1] Monoplano ad ala alta, di costruzione interamente metallica.[4] L'ala era dotata di un meccanismo di ripiegamento per lo stivaggio negli hangar delle portaerei, che riduceva l'apertura alare da 22,56 m a 10,21 m.[4] La corda alare era di 3,8 m (12,5 ft).[5] I flap a comando idraulico erano del tipo a cerniera fissa con fessura.[5] Il profilo alare è il NACA 23017 alla radice e il NACA 23011 all'estremità. L'aereo fu progettato per una forza di snervamento di 4 G e una forza limite di 6 G.[5] A livello del motore, l'ala si ripiegava all'indietro utilizzando un meccanismo molto complesso, e studi condotti su modelli in scala ridotta dimostrarono che su un aereo di produzione ci sarebbero voluti circa 15 minuti per ripiegare entrambe le ali sulla cabina di pilotaggio, con il coinvolgimento di due membri dell'equipaggio e di diversi membri del personale di bordo.[2] Le due semiali ospitavano ognuna una gondola contenente un motore, mentre la semiala sinistra anche un pod contenente un radar di scoperta navale.[4] La fusoliera aveva forma ovoidale, e terminava con un impennaggio di coda monoderiva.[3] L'equipaggio era composto da quattro persone.[5]

La propulsione era affidata a due motori radiali Pratt & Whitney R-2800-22 Double Wasp a 18 cilindri. raffreddati ad aria, monostadio a due velocità, rotazione destra, con rapporto di riduzione 0,4-5:1.[1] I motori erogavano la potenza di 2 100 CV (1 600 kW) a 2800 giri/min, ed azionavano ognuno un'elica tripala Curtiss metallica.[1] La velocità di stallo era pari a 114,4 km/h [61,8 kn, 71,1 mph).[5]

Il carrello di atterraggio era del tipo triciclo, anteriore, completamente retrattile.[4] Le gambe principali del carrello rientravano, per rotazione, nella parte posteriore delle gondole motori, mentre la gamba anteriore, dotata di due ruote, nella parte anteriore della fusoliera.[4] L'armamento offensivo era composto da un cannone da 75 mm installato nel lato destro del muso dell'aereo, in una piccola carenatura a bolla, e destinato all'attacco al naviglio avversario, coadiuvato da 2 mitragliatrici calibro 12,7 mm posizionate sul lato sinistro del muso.[1] In sostituzione del cannone si poteva installare un mirino ottico Mark 15 per le azioni di bombardamento.[1] Ulteriori quattro mitragliatrici da 12,7 mm erano poste, due per semiala, tra la fusoliera e la gondola del motore.[1] L'armamento difensivo si basava su due mitragliatrici calibro 12,7 mm installate in una torretta Emerson Modified Dumbo posta sulla parte dorsale della fusoliera e ulteriori due armi da 12,7 mm posizionate in una torretta semisferica Sperry A-13-A sita nella parte inferiore della fusoliera.[1] La stiva ventrale poteva ospitare 1 siluro Mark 13 o bombe o mine per un carico massimo di 1.600 kg (3.500 lb).[1]

  1. ^ Quest'ultima sarebbe entrata in servizio con il nome di USS Franklin D. Roosevelt, dopo la morte del Presidente degli Stati Uniti.
  1. ^ a b c d e f g h i Francillon 1989, p. 548.
  2. ^ a b c d e f Avions Legendaires.
  3. ^ a b Military Factory.
  4. ^ a b c d e f g h i Francillon 1989, p. 547.
  5. ^ a b c d e f g h Pelletier 2002, p. 48-53.
  • (EN) Rene J. Francillon, Grumman Aircraft since 1929, London, Putnam, 1989, ISBN 0-85177-835-6.
  • (EN) E.R. Johnson, American Attack Aircraft Since 1926, Jefferson, North Carolina, McFarland & Company, 2006, ISBN 978-0-7864-3464-0.
  • (FR) Jacques Legrand, Chronique de l'aviation, Paris, Éditions Chronique, 1991, ISBN 2-905969-51-2.
  • (FR) Alain Pelletier, Grumman TBF/TBM Avenger, Rennes, Ouest France, 1981, ISBN 2-85882-311-1.
  • (FR) Alain Pelletier, Les bombardiers et torpilleurs navals américains: mieux connaître tous les bombardiers et les torpilleurs de la marine américaine, prototypes et projets compris, Clichy, Larivière, 1999, ISBN 2-907051-20-2.
Periodici
  • (EN) Alain J. Pelletier, A Tracker Before Its Time?: Grumman's Heavyweight XTB2F-1, in Air Enthusiast, n. 98, March-April 2002, pp. 48-53, ISSN 0143-5450 (WC · ACNP).

Collegamenti esterni

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