Anguis fragilis
Orbettino | |
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Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Subphylum | Vertebrata |
Classe | Reptilia |
Sottoclasse | Lepidosauria |
Ordine | Squamata |
Sottordine | Anguimorpha |
Infraordine | Diploglossa |
Famiglia | Anguidae |
Sottofamiglia | Anguinae |
Genere | Anguis |
Specie | A. fragilis |
Nomenclatura binomiale | |
Anguis fragilis Linnaeus, 1758 | |
Nomi comuni | |
orbettino | |
Areale | |
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L'orbettino (Anguis fragilis Linnaeus, 1758) è un anguimorfo della famiglia Anguidae[1], diffuso in larga parte dell'Europa.
Spesso è confuso con un serpente per la sua mancanza di arti e per il suo modo di muoversi; in realtà si tratta di una lucertola che, nel corso dell'evoluzione, ha perso le zampe.
Studi genetici hanno separato la linea evolutiva presente in Italia e nel Sud-est della Francia classificando gli orbettini al di sotto delle Alpi come Anguis veronensis[2].
Descrizione
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È un animale di forma cilindrica, simile a quella di un serpente, tuttavia si può distinguere da questi per la presenza di palpebre che si chiudono e un minor numero di vertebre.
Un'altra caratteristica che li distingue dai serpenti è la capacità di spezzare la propria coda. Se minacciati, infatti, gli individui di A. fragilis possono perdere la coda, che rappresenta il 60 % della lunghezza del corpo[senza fonte], per autotomia, lasciandola sul terreno per distrarre l'aggressore e riuscire a fuggire (l'epiteto specifico fragilis del nome scientifico sottolinea questa sua capacità). Hanno anche l'abilità di farla ricrescere, anche se solo parzialmente e lentamente rispetto ad altri squamati.[3]
Possiede una pelle liscia e lucida, sotto di essa sono presenti placche ossee chiamate osteodermi che lo rendono molto rigido nei movimenti, anche se gli facilitano l'escavazione.
La sua colorazione è molto varia: principalmente è grigio argenteo, ma può essere anche marrone o rossastro quasi come il rame, le femmine e i giovani presentano fianchi di colore scuro e a volte una striscia più scura nella parte dorsale lungo le vertebre; i maschi sono in genere di colore uniforme a volte con ocelli azzurri sui fianchi. Entrambi i sessi sono totalmente neri sul ventre.
Può raggiungere eccezionalmente una lunghezza di 50 cm, anche se in genere non supera i 35-40 cm. Il suo peso si aggira attorno ai 30-60 g.
Distribuzione e habitat
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È una specie adattata a climi freschi e umidi, cosa che gli permette di occupare diverse latitudini; infatti vive in buona parte dell'Europa centrale, occidentale, nella porzione meridionale della Scandinavia, nella parte settentrionale della penisola iberica, e nell'ovest della penisola balcanica.[4] È assente dalla Francia sud-orientale, dall'Italia peninsulare e dalla pianura padana (è invece presente nella Alpi italiane) dove è vicariata da Anguis veronensis[2], e da buona parte dell'Albania e della Grecia, dove invece sono presenti Anguis graeca e Anguis cephallonica. Ad est si estende invece l'areale di Anguis colchica, che in passato veniva descritta come una sottospecie di A. fragilis, ma che è stata elevata a rango di specie da studi molecolari[5]. Intorno al 1970 Anguis fragilis è stata introdotta nel Burren, nell'Irlanda occidentale.[6]
È una specie molto adattabile ma è più frequente nelle zone aperte ed erbose con terreno sciolto, prediligendo in particolare le zone umide. Lo si rinviene quindi spesso nei pascoli, al margine dei boschi, nei frutteti e negli orti. Arriva a vivere fino ad una altitudine di 2700 m.[4]
Trascorre il periodo invernale in ambienti sotterranei, svernando da novembre fino ad inizio primavera.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]È un animale eccezionalmente longevo. È stato osservato che può arrivare a vivere anche 50 anni di età[7].
Nella cultura popolare si è sempre creduto che l'orbettino fosse un serpente velenoso, tanto da dedicargli un proverbio che dice: “Se la vipera ci sentisse, se l'orbettino ci vedesse, poca gente al mondo ci sarebbe”. In realtà questo rettile possiede degli occhi piccoli, non è velenoso e perde la coda per difendersi[8].
Alimentazione
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È un animale che non presenta denti veleniferi, e non avendo mascelle snodabili come i serpenti si nutre principalmente di piccoli insetti, lumache, e lombrichi. In genere, durante le ore calde del giorno, proprio per la sua esigua necessità di calore, resta riparato in una buca, sotto un sasso o in un tronco marcescente, ed esce solo nelle ore del crepuscolo o la mattina presto per andare a caccia.
Predazione
[modifica | modifica wikitesto]Gli orbettini sono cacciati da marassi, gazze e altri uccelli, ricci, e tassi.[9] È stato dimostrato come individui di Anguis fragilis siano in grado di distinguere gli odori di potenziali predatori da quelli di altri animali, usando la lingua e l'organo vomeronasale.[10]
Riproduzione
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L'orbettino è un animale ovoviviparo, i piccoli vengono partoriti dopo mesi dall'accoppiamento, che avviene soprattutto nel mese di maggio; i giovani, in numero di 6-12, sono lunghi 7-8 cm e già perfettamente formati, le uova si schiudono subito dopo la deposizione. Dopo tre anni diventano lunghi 25 cm e sono sessualmente maturi, ed è frequente che i maschi lottino per la conquista di una femmina.

Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Anguis fragilis, su The Reptile Database. URL consultato il 3 giugno 2014.
- ^ a b Gvoždíka V., Benkovský N., Crottini A., Bellati A., Moravec J., Romano A., Sacchi R., Jandzik D., An ancient lineage of slow worms, genus Anguis (Squamata: Anguidae), survived in the Italian Peninsula, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 69, n. 3, 2013, pp. 1077-1092, DOI:10.1016/j.ympev.2013.05.004.
- ^ (EN) Susan V. Bryant e A. d'A. Bellairs, Tail regeneration in the lizards Anguis fragilis and Lacerta dugesii (PDF), in Zoological Journal of the Linnean Society of London, vol. 46, n. 310, gennaio 1967, pp. 297–305. URL consultato l'8 aprile 2025.
- ^ a b Slow Worm - Anguis fragilis, su iucnredlist.org, gennaio 2025. URL consultato l'8 aprile 2025.
- ^ (EN) Václav Gvoždík, David Jandzik, Petros Lymberakis, Jablonski Daniel, Moravec Jiří, Slow worm, Anguis fragilis (Reptilia: Anguidae) as a species complex: Genetic structure reveals deep divergences, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 55, 8 gennaio 2010, pp. 460-472. URL consultato l'8 aprile 2025.
- ^ Site synopsis Site name: East Burren Complex (PDF), su npws.ie, p. 3. URL consultato l'8 aprile 2025 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).
- ^ Agraria.org. URL consultato il 3 ottobre 2014.
- ^ Corriere della Sera, 25/10/2011
- ^ (EN) Slow worms: Britain's most unusual lizards | Natural History Museum, su www.nhm.ac.uk. URL consultato l'8 aprile 2025.
- ^ (EN) Carlos Cabido, Adega Gonzalo, Pedro Galán, Martin Jose, Lopez Pilar, Chemosensory predator recognition induces defensive behavior in the slow-worm (Anguis fragilis), in Canadian Journal of Zoology 82(3):510-515, vol. 82, n. 3, marzo 2004, pp. 510-515, DOI:10.1139/z04-023.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Orbettino scheda su Astolinto
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