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Vetrina

Le Stoßtrupp erano squadre di fanteria d'assalto dell'esercito imperiale tedesco, attive tra il 1915 e il 1918 durante la prima guerra mondiale. La Germania imperiale entrò in guerra, certa che il conflitto sarebbe stato vinto nel corso delle grandi campagne militari, relegando quindi in secondo piano i risultati ottenuti durante i singoli scontri; di conseguenza i migliori ufficiali, concentrati nello stato maggiore generale, posero le loro attenzioni sulla guerra di manovra e sullo sfruttamento razionale delle ferrovie, invece che concentrarsi sullo svolgimento delle battaglie: questo atteggiamento diede un contributo diretto a vittorie operative della Germania in Russia, Romania, Serbia e Italia, ma comportò un fallimento ad occidente. Così gli ufficiali tedeschi sul fronte occidentale si trovarono nella situazione di dover risolvere sul campo la staticità causata dalla guerra di trincea.

Analizzando gli avvenimenti, si individuano due concezioni con cui si tentò di trovare una soluzione al problema. La prima fu la convinzione, sostenuta principalmente da Erich von Falkenhayn, che l'azione tattica da sola, ossia la mera uccisione dei soldati nemici, fosse un mezzo sufficiente per realizzare il fine strategico. La seconda era l'idea, emersa dall'esperienza di innumerevoli "attacchi con obiettivi limitati" e di incursioni nelle trincee, che il combattimento fosse diventato un'impresa così difficile, da dover subordinare le considerazioni operative a quelle tattiche. Portavoce di questa ultima tesi era il feldmaresciallo Erich Ludendorff che, divenuto il comandante de facto dell'esercito tedesco dopo la sconfitta tedesca di Verdun, diede un deciso appoggio allo sviluppo dei battaglioni d'assalto come soluzione per la ripresa della guerra di manovra.

La creazione di queste unità fu il primo, e forse più innovativo, tentativo dell'esercito tedesco di uscire dall'impasse della guerra di trincea. Con l'utilizzo di soldati ben addestrati, comandati da sottufficiali dalla capacità decisionale autonoma, si cercò il superamento della terra di nessuno e lo sfondamento in punti predefiniti delle linee nemiche, in modo da permettere alle successive ondate di liquidare l'avversario ormai confuso e isolato, aprire grossi varchi nei suoi sistemi difensivi e riprendere quindi la guerra di manovra, che avrebbe consentito ai tedeschi di vincere la guerra.

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Voci di qualità

La chiesa di San Giorgio in Braida è un luogo di culto cattolico di Verona, situato nel quartiere di Borgo Trento tra l'Adige (a sud) e la strada per Trento (a nord). La sua origine si deve a Pietro Cadalo, futuro antipapa, che nel 1046 decise di alienare alcuni suoi beni per edificare un monastero benedettino sotto il controllo del vescovo di Verona. Tra il XII e il XIII secolo, il monastero visse un periodo di grande prosperità sia economica che spirituale. Del primo antico edificio romanico, probabilmente riedificato a seguito del terribile terremoto del 1117, rimangono flebili tracce, come la base del campanile visibile nella parete sinistra. Dopo un periodo di decadenza sotto i Della Scala, nel 1442 il complesso passò alla congregazione congregazione di San Giorgio in Alga la quale iniziò la costruzione dell'odierno edificio rinascimentale. Soppressa la congregazione, nel 1669 venne venduto alla monache di santa Maria in Reggio per finanziare la guerra di Candia. Con la chiusura del convento nel 1807 venne meno anche la stessa parrocchia di San Giorgio che assunse il ruolo di oratorio dipendente da Santo Stefano. Sotto la dominazione austriaca, con l'edificazione delle nuove fortificazioni del 1837, gran parte dell'edificio venne abbattuto. Il 2 marzo 1874 San Giorgio in Braida tornò ad essere una parrocchia autonoma, mentre nel 1938 venne sottoposto ad un ciclo di interventi di restauro che portarono alla parziale ricostruzione del chiostro cinquecentesco.

Non si sa con certezza chi sia l'architetto che progettò il complesso, tuttavia Francesco da Castello è il più accreditato. In molti riconoscono un contributo anche di Paolo Farinati per quanto concerne l'ideazione della facciata mentre al celebre architetto veronese Michele Sanmicheli si deve la costruzione della maestosa cupola e la concezione del campanile, poi continuato ma non finito dal nipote e discepolo Bernardino Brugnoli. Gli spazi interni della chiesa sono organizzati in un'inca navata su cui si aprono otto cappelle laterali, quattro su ciascun lato; in ognuna vi è un altare in marmo bianco con alzata in legno. Tra la navata e il presbiterio, raggiungibile attraverso una balaustra, vi è un transetto appena accennato sovrastato dalla cupola e sulla parete di sinistra vi è un imponente organo.

Molti osservatori, tra cui Scipione Maffei e Goethe, elogiarono le numerose opere d'arte rinascimentale che qui sono custodite. Le cappella laterali sono impreziosite da lavori di artisti quali Giovan Francesco Caroto, Felice Brusasorzi, Pasquale Ottino, Girolamo dai Libri, Sigismondo de Stefani, Francesco Montemezzano, mentre sotto l'organo è posta Madonna in Gloria del Moretto. Sopra la porta maggiore è collocato un Battesimo di Cristo del Tintoretto mentre per il presbiterio Paolo Farinati e Domenico Brusasorzi dipinsero, rispettivamente, le due gradi tele della Moltiplicazione dei pani e La manna nel deserto. Appesa nel catino absidale vi è il Martirio di San Giorgio, opera del 1564 di Paolo Veronese.

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Lo sapevi che...

La bat bomb (lett. "bomba pipistrello") è stata un'arma incendiaria sperimentale sviluppata negli Stati Uniti dal 1941 al 1944, durante la seconda guerra mondiale. Si trattava di un ordigno cilindrico che, secondo le intenzioni dei suoi progettisti, una volta sganciato ad alta quota avrebbe scongelato dei pipistrelli ibernati al proprio interno, dotati di dispositivi cronometrati con un timer e carichi di napalm, che si sarebbero dispersi nel raggio di 30-60 km provocando incendi.

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Ricorrenze del 9 maggio

Aldo Moro

Nati...

...e morti

In questo giorno accadde...

Ricorre oggi: In Italia è la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo. Nei paesi dell'ex-URSS si celebra la Giornata della Vittoria nella grande guerra patriottica. La Chiesa cattolica celebra la memoria dei santi Pacomio, Prisco di Nocera e Geronzio di Cervia.

 

Nelle altre lingue

Di seguito sono elencate le 10 versioni maggiori di Wikipedia (per numero di voci, non necessariamente per qualità o dimensioni totali) e una selezione casuale di altre edizioni con un numero minore di voci:

Le 10 maggiori (al 9 maggio 2025): English (inglese) (6 991 472) · Binisaya (cebuano) (6 117 016) · Deutsch (tedesco) (3 013 406) · Français (francese) (2 682 635) · Svenska (svedese) (2 609 593) · Nederlands (olandese) (2 186 546) · Русский (russo) (2 043 681) · Español (spagnolo) (2 031 961) · Italiano (1 917 424) · Polski (polacco) (1 656 929)

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Dagli altri progetti

Questa settimana la voce da tradurre è:

(versione in italiano: Lhamana)

La libertà è la facoltà dell'Uomo di valersi di tutte le sue forze morali e fisiche come gli piace, colla sola limitazione di non impedir agli altri di far lo stesso.
Francesco Mario Pagano

Platea del Teatro degli Stati di Praga, capitale della Repubblica Ceca. Nello storico teatro si tennero le prime della Sinfonia di Praga (1787), del Don Giovanni (1787) e de La clemenza di Tito (1791) di Mozart.

Vicenza

Capoluogo dell'omonima provincia in Veneto, è il quarto comune della regione per popolazione, ed il quinto più densamente popolato. La città è meta di turismo culturale per il suo patrimonio artistico ed è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per i numerosi contributi architettonici di Andrea Palladio.