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Giovan Girolamo de’ Rossi

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Vorlage:Bio

Letterato insigne, appartenne al casato dei Rossi di San Secondo, fu fratello di Pier Maria de' Rossi, conte di San Secondo. Fu nominato reggente del governatorato Roma l'anno in cui la città subì un sacco ad opera di Carlo di Borbone.

Ricoprì la carica di vescovo di Pavia dal 1530 al 1539. Entrato in conflitto con il casato dei Farnese, sotto papa Paolo III patì un processo per un omicidio che sarebbe stato da lui ordito.

Biografia

Giovan Girolamo de' Rossi nacque nel castello di famiglia a San Secondo da Troilo e Bianca Riario Sforza, terzogenito, e fu avviato fin da giovanissimo, a Bologna e poi a Padova (sotto Pietro Bembo), agli studi umanistici e al culto della religione cattolica. Vorlage:Nota La prima carica in ambito curiale la ricevette nel 1517, quindi a soli dodici anni, e fu quella di Protonotario Apostolico.

Ad imporgliela fu papa Leone X, sollecitato da un parente materno di de' Rossi, Raffaele Sansoni Riario, Cardinale di San Giorgio.

Dovevano poi passare nove anni perché il nuovo pontefice, papa Clemente VII, lo chiamasse a Roma quale Chierico di camera.

Vorlage:Nota Divenuto collaboratore di Papa Farnese, fu inviato da questi a Firenze come osservatore degli eventi successivi all'uccisione del duca Alessandro de' Medici.

Nel 1539 venne chiamato a Roma con un pretesto e rinchiuso in Castel Sant'Angelo in attesa di essere processato.

Dopo il periodo dell'esilio conseguente al processo cui fu sottoposto, con la salita al soglio di Pietro di papa Giulio III, de' Rossi venne riabilitato e nominato governatore di Roma, carica che ricoprì dal 22 novembre 1551 al 21 gennaio 1555[1].

Dedicandosi all'attività di poeta e storiografo, trascorse gli ultimi anni di vita a Villa del Barone, fra Montemurlo e Prato, ponendosi sotto la protezione del cugino Cosimo I de' Medici.

Dalle memorie medicee si sa che fu sepolto in un monastero di monache agostiniane e che lasciò numerosi pezzi artistici, in particolare sculture, recuperate dalla sua ultima dimora e dalla residenza romana che aveva mantenuto (una parte di tali pezzi era stata interrata sotto un vigneto).

Al vescovado di Pavia gli subentrò il nipote Ippolito, figlio del fratello Pier Maria III e di Camilla Gonzaga.

Vorlage:Nota Secondo lo storico fiorentino Giuseppe Pelli Bencivenni, gli eredi di Cosimo de' Medici non rimasero insensibili a tale patrimonio tanto che: Vorlage:Quote

Sul piano puramente iconografico, del presule è rimasto di fatto nulla. Se si eccettua un generico affresco nella sala d'attesa del vescovado di Pavia, potrebbe essere di Giovan Girolamo de' Rossi l'immagine che, nella sala di Adone della Rocca dei Rossi di San Secondo di Parma, viene detta di Giangiacomo Trivulzio, somigliante al ritratto di collezionista, meglio esplicitato come ritratto giovanile con berretta da prete in capo con officio alla sinistra, et destra sopra una tavola, con medaglie, et figure antiche, et dietro alcune figurine antiche, attribuito al Parmigianino, quadro già di proprietà di Casa Farnese ed ora alla National Gallery di Londra[2]

Opere

Solo in tempi recenti è stato ricostruito ad opera degli storici il corpus letterario di questo umanista rinascimentale, riassumibile nelle seguenti opere[2]:

  • Vite di uomini illustri antichi e moderni (inclusi Alberi di famiglie illustrissime[3])
  • Discorso del Reverendissimo Monsignor di Pavia. Tratto da diversi storici a proposito della guerra contra 'l Turco (dedicato "Allo Illustre e Eccellente Signore Cosimo Medici Duca II di Firenze Signor mio osservandissimo)
  • Rime di M. Giovangirolamo de' Rossi[4]
  • Storia generale[5]
  • Discorsi e ragionamenti dell'illustre e molto reverendo Monsignor lo Vescovo di Pavia fatti in guisa di dialoghi dove intervengono il signor don Ferrante Gonzaga, il Marchese di Marignano, il signor Pirro Colonna, il signor Lodovico Vistarino, l'autore.

Da testimonianze lasciate dallo stesso de' Rossi, egli dovrebbe essere l'autore anche delle seguenti opere (andate disperse):

  • Libro degli usi diversi
  • Centiloquio
  • Discorso sulle medaglie
  • Differenze delle età
  • Notizie e cose memorande de' miei tempi

Note

  1. Fonte: Vorlage:Cita web.
  2. a b Referenzfehler: Ungültiges <ref>-Tag; kein Text angegeben für Einzelnachweis mit dem Namen Cortedeirossi.
  3. Lo scritto riporta le biografie di numerosi personaggi storici fra cui Giovanni delle Bande Nere, Attila, Alboino, Castruccio Castracani, Tamerlano Ezzelino della Scala ed altri membri della dinastia scaligera.
  4. Tali rime furono pubblicate a stampa dal bolognese Pisarri nel 1711 sulla base del manoscritto.
  5. L'opera era stata visionata nel 1831 presso l'Archivio Uguccioni da Giuseppe Montani e descritta in una "lettera" pubblicata sul volume n. 43 (luglio 1831) della "Antologia; giornale di scienze, lettere e arti". Svanita nel nulla, è stata localizzata in collezione privata nel febbraio 2010 da Pier Luigi Poldi Allaj che comparava la descrizione Ottocentesca con quella recente di Piero Pallassini, autore del saggio "Una fonte inedita per la Guerra di Siena" in "Bullettino Sanese di Storia Patria (2007)".

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