Monte di Pietà (Forlì)
thumb|right|180px|Il Monte di Pietà in una fotografia di fine '800
I 500 anni si storia del Sacro Monte della Pietà di Forlì sono di difficile composizione in quanto il suo antico archivio storico è andato definitivamente distrutto a causa degli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Ma anche nei secoli precedenti i documenti storici non hanno avuto miglior fortuna. I Capitoli originali sono stati più volte riscritti nel tempo causa le continue perdite, la documentazione della gestione economica è stata contiuamente contesa fra il potere vescovile e quello laico della città. Spoliazioni napoleoniche e l'accorpamento agli enti assistenziali hanno contribuito a disperdere gran parte del suo archivio. Gli atti pubblici dei Consigli municipali dei primi decenni del Cinquecento erano già introvabili a metà dell'Ottocento. Solo poche "carte sparse", superstiti dalle tante vicissitudini, possono aiutarci a delinearne un succinto profilo storico.
la fondazione
thumb|left|180px|manoscritto dell'atto pubblico che attesta al 21 Marzo 1510 la fondazione del Sacro Monte della Pietà di ForlìNel 1487, a seguito della predicazione di Frà Giovanni Novello da Siena, Girolamo Riario, marito di Caterina Sforza, Signore di Forlì si dichiarò favorevole alla istituzione di un Monte di pietà ma non riuscì ad ottenere il parere favorevole del Consiglio Generale della Città. [1]
Si dovette attendere il 21 marzo del 1510, dopo la predicazione del francescano Orfeo da Bologna, affinché il Consiglio Generale della Città deliberasse la nascita del Pio Istituto.
Occorre precisare che sulla data di fondazione del Monte, la scarsità di documentazione storica superstite ha generato «date che portano lo scarto di un anno» e che attestano al 1511 l'anno di riferimento come si evince da diversi saggi e da riferimenti "ufficiali" (vedi "link a collegamenti esterni"); ma la ricerca storica in corso propende per «un ragionevole dubbio».
i capitoli
thumb|left|180px|carta "recto" del manoscritto che riporta le testimonianze dei primi adempimenti amministrativi dalla fondazione del Sacro Monte della Pietà di ForlìI Capitoli del Monte furono approvati il 21 aprile dello stesso anno e nel 1519 un Breve di Papa Leone X, ratificò gli statuti.
Nel corso del primo secolo di vita del Pio istituto i Capitoli vengono aggiornati in un paio di occasioni per adeguarli alle mutate condizioni sia economiche della città sia alle esigenze "delli poveri bisognosi".
thumb|left|180px|frontespizio figurato dei Capitoli del Monte della Pietà di Forlì, prima edizione a stampa del 1604Ma la semplice trascrizione manoscritta dei Capitoli evidentemente si presta a fraintendimenti e in varie occasioni se ne lamenta la perdita e la scomparsa.
Così, nel 1604 i Capitoli vengono "dati alle stampe" al fine di regolamentare con maggior rigore la gestione e l'attività creditizia dell'istituto credizio.
I nuovi Capitoli a stampa prevedono anche un apposito articolato che tuteli la conservazione delle norme gestionali e ne garantisca l'autenticità.
le dotazioni
Al fine di dotare il Monte di mezzi finanziari adeguati, nel 1514 la Comunità concesse all’istituto i proventi della possessione di Belfiore, che venne definitivamente ceduta nel 1525.
Nel 1514, dopo un avvio favorevole del Monte, la Città di Forlì decise di costruire una sede adeguata alle funzioni socio-caritatevoli dell'istituzione, sulle rovine dell’antico Palazzo della famiglia Orsi, distrutto su ordine di Caterina Sforza il 2 maggio del 1488 a seguito dell’uccisione del marito.
Nell’aprile del 1514 furono gettate le fondazioni del nuovo edificio, presumibilmente su progetto dell’urbinate Girolamo Genga (ma non si hanno documenti che ne attestino l'opera).
la gestione
thumb|left|180px|Veduta d'insieme del Monte di pietàPer quasi due secoli l'attività del Monte di Pietà forlivese è in costante incremento tanto che il patrimonio si accresce di numerose rendite e possessioni.
i contenziosi
thumb|left|180px|Facciata laterale del Monte di PietàDalla fine del Seicento e nel corso dei primi vent'anni del Settecento si apre un aspro contenzioso fra il Vescovo e il Priore e i Consevatori del Monte della Pietà di Forlì incentrato sul controllo gestionale del Pio Istituto da parte dell'autorità ecclesiastica.
I vari tentativi di risolvere "bonariamente" la vertenza non sortiscono effetti significativi e in occasione delle periodiche visite vescovili viene più volte minacciata l'asportazione forzata dei libri contabili e gestionali, quindi dell'intero patrimonio archivistico, dalla sede dell'istituto alla sede vescovile. La stessa Municipalità deve intervenire nella vertenza producendo atti e memorie che attestino e testimonino l'autonomia e la laicità dell'istituto al fine di preservare l'integrità dell'archivio stesso da rischi di smembramento.
Il Vescovo cittadini giunge anche a minacciare la scomunica del Priore e dei Conservatori e l'esautorazione da ogni funzione dei rappresentanti religiosi del Consiglio del Monte di Pietà. Il 14 febbraio 1722 i ventiquattro curatori del Monte di Pietà deliberano di presentare la causa alla Sacra Congregazione del Concilio di Roma.
La vicenda giudiziaria non produrrà nessun risultato concreto per gli interessi ecclesiastici.
fra '700 e '800
thumb|left|right|180px|Facciata posteriore del Monte di PietàIl 3 marzo 1797, con l'arrivo delle truppe napoleoniche, il Monte fu "spoliato" per ordine del generale Augerau. Nel 1809 il Monte fu aggregato alla "Congregazione di carità" continuando ad operare prevalentemente offrendo sussidi al Ricovero di mendicità e altri istituti di beneficenza forlivesi.
Fra la fine del Settecento e per tutto l'Ottocento il Monte di Pietà di Forlì andrà progressivamente perdendo le antiche funzioni creditizie assumendo sempre più carattere di ente assistenziale e verrà accorpato ad altri istituti analoghi.
Il patrimonio archivistico del Monte di Pietà di Forlì subirà vari trasferimenti con perdite consistenti di documenti storici.
l'epilogo
All'inizio dell'800 il Monte della Pietà di Forlì subisce una serie di trasformazioni amministrative e il suo Archivio viene più volte trasferito e di nuovo smembrato e, già all'epoca risultava difettoso e incompleto.
Stessa sorte subiscono anche altri archivi fra cui quello della Comunità di Forlì che conserva gli atti dei Consigli generali e segreti contenenti le deliberazioni riguardanti tutta la vita amministrativa cittadina compreso l'istituto del Monte di Pietà.
Il 16 gennaio del 1804 la Municipalità di Forlì nomina una Commissione, di cui non si conoscono i componenti, incaricandola di assumere l'impiego di riordinare libri e carte dell'Archivio della Comunità e del Sacro Numero dei Novanta Pacifici.
Da questo catalogo risultano mancare i volumi dei Consigli generali e segreti che appartenevano agli anni 1515, 1516, 1517 e 1695.
Da un abbozzo di indice, probabilmente compilato dal computista comunale Domenico Valpondi che tenne l'ufficio dal 1834 al 1863, risultano poi mancare anche altri volumi dei Consigli generali e segreti, e sono quelli degli anni 1505-1511, 1544-45, 1548, 1550, 1552, 1553, 1570-71, 1585-86, 1647, 1718, 1740-41 oltre agli Statuti di Forlì del 1359.
Nel 1861, nell'inventario degli Archivi delle Province dell'Emilia Romagna, alla voce Congregazione di Carità si legge che «... chi voglia giovarsi degli antichi documenti di tali fondazioni, non può farlo sì agevolmente; perché, mentre l'archivio è ben custodito nella sua parte moderna, nella parte più antica, per contrario, offre l'aspetto di una dimentica congeria di carte; tanto che a mala pena vi potremmo prender notizia dell'esistenza di alcuni libri attinenti allo spedale maggiore ed al Monte di Pietà, che risalgono alla metà del secolo XVI».
Nel 1892 viene nuovamente inventariato l'Archivio della Comunità constatandone la frammentazione di diverse serie e la perdita di molte librerie e archivi (sono venuti a mancare parecchi volumi) rispetto ad un precedente Catalogo del 1804 (fra queste gli archivi delle congregazioni religiose e alle compagnie laicali).
Gli atti amministrativi relativi ai primi anni di gestione del Monte della Pietà di Forlì risultano quindi già dispersi sia all'inizio dell'800 sia nella seconda metà del secolo.
Nel 1839 per iniziativa del Conte Albicini, Gonfaloniere della città e l'adesione sia del Cardinale Legato, del patriziato forlivese e della borghesia cittadina, viene fondata in Romagna la prima Cassa dei Risparmi di Forlì che avrà inizialmente sede nello stesso palazzo del Monte di Pietà.
Con la nascita dei primi istituti di credito privati perdono progressivamente significato i vecchi Monti di Pietà, sorte alla quale non sfuggirà neanche il Pio istituto forlivese.
Già agli inizi del Novecento, dopo secolari contese, spoliazioni e dispersioni, dell'archivio storico del Monte di Pietà di Forlì restano pochi indizi documentari attestati da un esauriente relazione del 1934 sulle Congregazioni di carità in cui si trovano elencati i documenti più importanti; fra questi sono citati:
- un gran libro legato in pelle con fermagli, contenete le deliberazioni del Priore e dei ventiquattro curatori del Sacro Monte della Pietà dal 2 settembre 1582 al 20 luglio 1627;
- tre volumi legati in pergamena contenenti le deliberazioni del Consiglio del Monte, il primo dall'11 luglio 1696 al 14 ottobre 1720, il secondo dal 15 ottobre 1720 al 26 agosto 1739, il terzo dal 25 settembre 1745 al 16 febbraio 1782;
- un volume legato in pelle con ribalta il quale contiene diversi atti portanti disposizioni testamentarie e donazioni a favore dell'Istututo di carità, il più antico documento è del 1573.
Di questo importante patrimonio documentario e archivistico non ne resta più traccia in quanto, " ... a causa di un incendio verificatosi nei locali ove le carte erano conservate (piani superiori del Monte dei Pegni, via Saffi 2/A), locali occupati nell'inverno del 1944-45 dalle truppe alleate ..." è andato irrimediabilmente distrutto a seguito degli venti bellici della seconda guerra mondiale.
Alcuni atti cinquecenteschi del Consiglio della Città sono conservati nell'Archivio di Stato di Forlì e, una decina di carte sparse e solo alcune copie degli antichi Statuti sono rintracciabili nella Biblioteca Comunale.
Gli eventi della seconda guerra mondiale privano quindi la storia di Forlì di un importante tassello, quello relativo alla storia del credito caritatevole cittadino con la perdita definitiva del patrimonio storico documentario dell'archivio del Monte di Pietà.
L’antica sede del Monte si trova in uno splendido edificio ubicato nell’attuale Corso Garibaldi ai civici 47-49, oggi oggetto di restauro a cura della Fondazione della Cassa di Risparmio di Forlì.
documentazione superstite
Presso l'Archivio di Stato di Forlì la documentazione relativa al Monte di Pietà è rintracciabile nei seguenti fondi:
- fondo "Bandi, editti, circolari": per l'anno 1600 è registrato col numero "3" un bando intitolato DECRETUM super exactione Interesse mutui Pro Pignoribus relativo al Monte di Pietà di Forlì e attinente alla riduzione del tasso di interesse dal 5 al 3 per cento da praticarsi per i pegni.
- fondo "Leggi e regolamenti - Miscellanea manoscritti (1511 - 1913)": la Busta 15 fasc. 3 contiene "Monte 1511 - 1837" ma dalla lettura dei documenti si evince che si tratta di trascrizioni ottocentesce, più precisamente, il fascicolo di presentazione, riporta in calce la data del 15 Novembre 1837.
- fondo Congregazione di Carità - Verbali (1807 - 1937) in E.C.A.: contiene una "Relazione illustrativa sull'andamento generale dell'amministrazione (esercizio 1895) con cenni storici e dati statistici"
- fondo dei Consigli generali e segreti contengono per i vari anni alcune deliberazioni relative al Monte della Pietà:
1. Consigli Generali e Segreti (5 gennaio 1491 - 17 febbraio 1504) cc. 80
2. manca il volume - probabilmente relativo agli anni 1504 (parte), 1505, 1506,1507, 1508, 1509, 1510, 1511 e parte del 1512
3 Consigli Generali e Segreti (10 luglio 1512 - 28 gennaio 1515) cc 80
4. manca il volume
5. manca il volume - il vuoto archivistico comprende gli anni dal 1515 al maggio 1544
3 bis - 6. Consigli Generali e Segreti (8 maggio 1544 - 13 aprile 1545) cc 95
4 - 7. Consigli Generali e Segreti (1 luglio 1518 - 13 settembre 1520) cc 184
5 - 8. Consigli Generali e Segreti (11 novembre 1533 - 5 novembre 1535) cc 111
6 - 9. Consigli Generali e Segreti (6 novembre 1532 - 20 ottobre 1545) cc 92
7 - 10. Consigli Generali e Segreti (1 novembre 1533 - 23 novembre 1534) cc 118
8 - 11. Consigli Generali e Segreti (25 settembre 1534 - 13 luglio 1535) cc 174
25 - 32. Consigli Generali e Segreti (3 novembre 1557 - 31 dicembre 1557) cc 135 (Capitoli del Monte c. 124/134)
Infine, nel cenno storico dell'inventario degli Enti Comunali di Assistenza si trova la seguente nota «Purtroppo le carte del periodo "Congregazione di Carità" sono andate distrutte, salvo poche eccezioni che si possono notare nell'inventario che segue, a causa di un incendio verificatosi nei locali ove le carte erano conservate (piani superiori del Monte dei Pegni, via Saffi 2/A), locali occupati nell'inverno del 1944-45 dalle truppe alleate.»
Presso la Biblioteca Comunale di Forlì e nel fondo Piancastelli, relativamente al Monte di Pietà di Forlì si trovano i seguenti documenti:
- Capitoli del santo Monte di Pietà di Forlì. - (In Cesena : apresso Francesco Raverio, 1604, BCFo, RAVE012354
- Capitoli del santo Monte di Pietà di Forlì nuovamente ristampati sotto li dieci di febraro 1697. - In Forlì : per Gioseffo Selva stampatore episcopale, 1697, BCFo, RAVE012355
- Capitoli del santo Monte della Pietà di Forlì nuovamente ristampati sotto li10. di febraro 1737. - In Forlì ed in Cesena : per il Bisini stamp. Vesc., BCFo, RAVE012360
- Monte della Pietà di Forlì e sue scritture nella causa in Roma col procurartore fiscale del vescovato - 1722, BCFo, Manoscritti, n. II/80, Summarium, n. IA
Note
- ↑ Bernardi, A. (Novacula), Cronache forlivesi, BCFo, Manoscritti, n.1/17, cc. 121r-122v.
Bibliografia
- Sesto Matteucci "Memorie storiche intorno ai Forlivesi benemeriti" 1843 (Bib. Com. Fo B138/4 )
- Aldo Garzanti "Il Comune di Forlì nella prima metà del XVI°" 1903 pag. 86 (Bib. Com. Fo Busta 70/50 T)
- Aldo Garzanti "Un banco ebreo in Forlì" in "La Romagna - rassegna di storia, letteratura ed arte" 1908
- Attilio Monti "Il Monte di Pietà" in "Forum Livii - rivista dell'attività municipale della Città di Forlì" 1926 - I n° 1
- E. Ceccarelli "Il Palazzo del Monte di Pietà - per la storia edilizia forlivese" in "Forum Livii" 1931 VI n° 7 - 8
- Attilio Monti " Un antico edificio monumentale di Forlì" in "La Piè" X 1929 pp. 151 - 153
- Il Monte di Pietà di Forlì in "La Riviera Romagnola" 10/05/23
- C. Casanova "Comunità e Governo Pontificio in Romagna in età moderna" Clueb Bologna (pag 84 e seg.)
- Laura Tartari "Gli oltre sette secoli degli Orfanotrofi di Forlì" Ente Orfanotrofi 1999
- Roberto Balzani, P. Hertner "Una borghesia di provincia. Possidenti, imprenditori e amministratori a Forlì fra Ottocento e Novecento" Il Mulino/Ricerca 1998
- Alessandro Pastore "Il governo dei Monti di Pietà" in "La Chiesa e il potere politico" - Annali 9 Storia d'Italia Eiudi 1986 pp 451 - 457