Benutzer:Stefano.Bonfanti/Esselunga
Vorlage:Nota disambigua Vorlage:Azienda Esselunga S.p.A. è una società italiana della grande distribuzione organizzata operante nell'Italia settentrionale e centrale con supermercati e superstore. È una controllata di Supermarkets Italiani. Esselunga controlla[1] circa l'8,7% delle vendite in supermercati e ipermercati italiani con oltre 150 punti vendita per la maggior parte concentrati in Lombardia, Toscana, Piemonte ed Emilia-Romagna, oltre che a Verona, La Spezia, Roma ed Aprilia.
Nell'anno 2007 la Supermarkets Italiani S.p.A. è, grazie alla sua controllata, la ventitreesima azienda italiana per fatturato, e prima nella grande distribuzione organizzata italiana, seguita da Auchan, al quarantasettesimo posto.[2]
Nel 2014 Esselunga è al sedicesimo posto nella Lista delle maggiori aziende italiane per fatturato[3].
Storia
Nascita di Supermarkets italiani S.p.A.

A metà degli anni cinquanta l'imprenditore Nelson Rockefeller fondò, tramite la sua International Basic Economy Corporation (Ibec), assieme ad alcuni soci italiani, la prima catena italiana di supermercati, la Supermarkets Italiani S.p.A. Dopo alcuni contatti con importanti gruppi industriali e commerciali, tra cui la Rinascente- falliti per sfiducia nel progetto o perché questi propendevano per una società su basi paritarie al cinquanta per cento-, grazie anche ai contatti alla Camera di commercio italo-americana, fu possibile reperire soci interessati alla proposta[4].
La nascita della società avvenne casualmente: nel 1957 Guido Caprotti e Marco Brunelli si trovavano per il fine settimana a Saint Moritz. Nei saloni dell'hotel Palace ascoltarono i due fratelli Brustio (che erano nel top management del gruppo La Rinascente) discutere sul fatto che alcuni americani erano in trattative con Rockefeller per aprire dei supermercati in Italia.
“I due amici capiscono al volo che si tratta di un'opportunità unica. A Milano convincono Bernardo e parte subito l'operazione per battere la Rinascente. Grazie alla mediazione della contessa Laetitia Boncompagni Pecci Blunt, contattano il magnate di New York e riescono ad averlo ospite nella dimora alle spalle della Scala: una cena lombarda, con risotto e involtini, che sancisce la nascita di Esselunga”[5].
“ Il 13 aprile 1957 fu costituita a Milano una società, in via Leopardi 27, con il nome Supermarkets Italiani S.p.A e un capitale sociale di 1'000'000 di lire sottoscritto per il 51% dall'Ibec e per il restante da azionisti italiani: gli industriali tessili Bernardo e Guido Caprotti (18%), gli imprenditori e proprietari del Corriere della Sera Mario e Vittorio Crespi (16,5%), Marco Brunelli, figlio di un notorio antiquario milanese (10,3%), la principessa Laetitia Boncompagni, amica personale di Nelson Rockefeller (3%) e Franco Bertolini, consigliere finanziario dei Crespi (1,2%). Nel giro di tre mesi il capitale sociale fu elevato dapprima a 60 e quindi a 420 milioni; consiglieri furono nominati Franco Bertolini, Marco Brunelli, Bernardo Caprotti, Ruggero di Palma Castiglione, Roland H. Hood, Wallace D. Bradford. I nuovi soci non solo si dimostrarono pienamente disposti ad accettare le condizioni poste dall'Ibec in fatto di proprietà, di amministrazione e di gestione, ma si dichiararono anzi desiderosi di contribuire alla creazione di negozi che fossero esatte repliche dei supermercati statunitensi, condotti in modo esclusivo da management americano, come ricordò Boogart[6]:
Inoltre(…) non volevano che i nostri negozi subissero l'influenza degli italiani. Volevano che i nostri negozi fossero, tanto nella gestione quanto nell'aspetto, perfettamente identici a quelli americani. (…) … Volevano un top management americano che durasse e il motivo per cui accettavano questa sfida era che glielo avevano promesso.
Non solo: anche nel nome non dovevano esserci dubbi sul modello scelto come riferimento, per cui i soci italiani bocciarono la proposta americana di utilizzare insegne come Mercado o Mercato, in favore del termine Supermarket:
Abbiamo discusso a lungo sul nome da dare e sono stati i fratelli Caprotti a suggerire di chiamarlo semplicemente Supermarket…”[4]
Il primo punto vendita della Supermarkets Italiani S.p.A. fu inaugurato il 27 novembre 1957 in una ex-officina di viale Regina Giovanna a Milano dai Rockefeller. L'insegna costituita dalla scritta "Supermarket", disegnata da Max Huber, era caratterizzata da una S la cui parte superiore era molto allungata. Quell'insegna darà poi il nome all'"Esselunga".
Esselunga

Il 9 febbraio 1961 il gruppo sbarcò in Toscana con il primo supermercato aperto a Firenze in via Milanesi.[7]
I fratelli Caprotti (Bernardo, Guido e Claudio) nel '61 acquistarono il 51% detenuto da Rockefeller, pagando 5 milioni di dollari.
Marianne Maire in Caprotti, madre dei tre fratelli Caprotti contribuì, con 300 milioni di lire, all'acquisto delle azioni dal gruppo di Rockefeller[5].
Il management americano, capitaneggiato non più da Richard W. Boogart, ma da Dick Simpson e Roland Hood, lasciò la gestione della Supermarkets Italiani nei primi anni ‘60.
Gli americani, oltre a lasciare la loro impronta gestionale sui supermercati, avevano impostato il magazzino e avviato la produzione di alcuni prodotti a marchio privato inesistenti sul mercato italiano (es.: pane in cassetta).
Bernardo Caprotti divenne amministratore delegato nel 1965 e venne coadiuvato da Ferdinando Schiavoni (allora direttore commerciale e, nel tempo, vice – presidente e azionista) e da Claudio Caprotti[5] che si occupò dello sviluppo e della gestione della filiale fiorentina fino al 1972[4].
Nel tempo i Caprotti e Schiavoni verranno affiancati da Paolo De Gennis, che diventerà prima direttore generale e poi vice presidente.
De Gennis svilupperà, in seguito, i reparti dei prodotti freschi.
Nel 1974, grazie all'apporto di Charles Fitzmorris Junior, l'azienda costruì il suo primo magazzino informatizzato[8].
Nel 1979, in collaborazione con l'Armando Testa, vennero lanciati i surgelati Esselunga,[9] i primi prodotti a marchio con il nome della catena[10].
Ai prodotti Esselunga seguiranno, nel tempo, i marchi Fidel, Naturama, Bio e Top che rimpiazzeranno i marchi di fantasia creati negli anni '60. Dagli anni '60 agli anni '80 la catena sviluppò supermercati sempre più grandi.
Tra il 1987 e il 1988 l'agenzia Armando Testa diede al logo Esselunga la sua versione attuale.
Nel 1989, sul modello degli store americani della catena Dominick's nei quali stava lavorando Giuseppe Caprotti, venne inaugurato il primo Superstore della catena a Firenze in via di Novoli[11].
Nel 1991, su impulso del vicepresidente Giovanni Maggioni venne inaugurato il primo centro commerciale a Marlia (LU).
Nel 1994, Esselunga, sotto l'impulso di Giuseppe e Violetta Caprotti, introdusse la Fidaty con i suoi programmi di fidelizzazione della clientela e nel 1995 -su un'idea di Violetta Caprotti- fece la sua prima campagna improntata sulla qualità (“Da noi la qualità è qualcosa di speciale”) in collaborazione con l'Armando Testa.
Giuseppe Caprotti impostò invece la campagna “Famosi per la qualità”. Le affiches delle due campagne sono esposte al Louvre[12].
Nel 1989, sempre sul modello americano importato da Giuseppe Caprotti, si aprì il primo reparto profumeria. In seguito quel settore diventerà una catena a parte e il 26 giugno 2002 viene inaugurata la prima profumeria (il primo marchio della profumeria è Olimpia Beautè che poi diventerà EsserBella), nella galleria di via Ripamonti a Milano.[13]
A metà degli anni '90, su iniziativa di Giuseppe Caprotti, vennero testati i primi due bar nei punti di vendita di Parma e Sarezzo.[14] Nel 2002 venne aperto, in via Ripamonti, il primo “bio bar” Esselunga che poi diventerà "Bar Atlantic".
Nel 2003, a Pantigliate (MI), si ebbe l'apertura di uno dei primi bar del gruppo, solitamente associato ai Superstore più grandi, con marchio Bar Atlantic.[15]
Da un'idea imprenditoriale[16] di Giuseppe Caprotti (figlio di Bernardo), la catena è stata tra le prime nella GDO italiana a vendere prodotti biologici[17].
Filippo Astone attribuisce a Giuseppe Caprotti la paternità della creazione in Esselunga del settore non food[18] (e di conseguenza l'impostazione dei superstore), la normalizzazione dei rapporti con i sindacati, la creazione dell'ufficio stampa e comunicazione, la nascita del biologico e dell'equo e solidale, le promozioni Fidaty e la possibilità di fare la spesa on–line.
Bernardo Caprotti, nel 2001, scrive a tutti i dirigenti: "La grande evoluzione commerciale dell'azienda è stata fatta in questi ultimi dieci anni con l'inserimento di nuovi reparti e di nuove merceologie dal Non Food al Bio. Di questo va dato merito al Dottor Giuseppe (Caprotti)"[19]
Andrea Meneghini attribuisce a Giuseppe il merito della creazione della Fidaty, la paternità del BIO e del NON FOOD in Esselunga,[20] dell'E- Commerce (Esselunga a casa) e della Centrale ESD[21].
Secondo Andrea Montanari, Giuseppe Caprotti è stato “forte di capacità manageriali e gestionali comprovate dalle tante iniziative (Fidelity e altre)[22]. Mario Portanova ricorda invece che con Giuseppe Caprotti, Esselunga, oltre a introdurre la linea di prodotti equo e solidali ha raggiunto, con la linea bio e Naturama, nel 2003 il fatturato di 598 miliardi di lire, pari al 10% di tutto l'alimentare presente in Esselunga[23].
Secondo Gianluca di Feo e Carlo Nanni, parlando di Giuseppe Caprotti: “La sua gavetta è lunga: da direttore degli acquisti dal 1993 ad amministratore delegato nel 2002. Giuseppe cerca di dare una svolta al gruppo e migliora i profitti. Introduce sugli scaffali prodotti diversi da cibo e detersivi, intuisce il potenziale del mercato biologico e della spesa on line di "Clicca sul pomodoro". La sorella Violetta si fa anche lei le ossa nel delicatissimo settore degli acquisti, si occupa delle fortunate campagne pubblicitarie dell'Armando Testa e punta sulla fidelizzazione dei clienti con la Fidaty Card che oggi è nelle tasche di milioni di italiani. Giuseppe tenta di sostituire i metodi padronali all'antica con uno stile manageriale”[5]
Le polemiche e le vicende societarie

Bernardo Caprotti nel 1996 patteggiò 9 mesi di condanna più una multa pari all'importo di una tangente pagata alla Guardia di Finanza.[24]
Il 25 maggio 1996 Bernardo Caprotti indisse la sua prima conferenza stampa all'Hotel Principe di Savoia a Milano per presentare uno studio della Arthur Andersen. Nella medesima si dichiarò "schiacciato dal fisco"[25].
All'incontro erano presenti Savona, Tremonti, Giovanardi e anche il presidente dell'ANNC Giorgio Riccioni che, sentendosi preso di mira dallo studio che evidenziava una minor tassazione per le coop rispetto a Esselunga (vedi pagina 25 dello studio della Arthur Andersen[26].), prese la parola per difendere il mondo della cooperazione.”[25].
Nel febbraio del 2000 un articolo su Il Mondo intitolato "La guerra dei Caprotti"[27] stigmatizzò il rapporto tra padre e figlio. Nel 2002 un'inchiesta giornalistica del settimanale Diario accusò Esselunga di angherie continue sui dipendenti e di comportamenti antisindacali[28].
Nel 2004 Giuseppe, il figlio di Bernardo Caprotti allora amministratore delegato, fu estromesso dalla gestione dal padre che riprese personalmente la gestione della società[29] con un rapporto conflittuale coi sindacati Vorlage:Citazione necessaria, riducendo da cinquecento a trecento i prodotti biologici venduti, decidendo un taglio del 9% sul prezzo di vendita di 8.000 articoli (marzo 2005), limitando il servizio di acquisto in rete a Parma e Milano in quanto questo si era dimostrato economicamente non remunerativo.[1]
Nel 2005, in un articolo uscito su “Panorama”[30] Bernardo Caprotti accusò pubblicamente il figlio di mala gestione, accusa riconfermata poi sul libro “Falce e carrello” uscito nel 2007[31]
Nel 2013 Giuseppe replicò alle accuse di mala gestione di Esselunga mossegli dal padre tramite il settimanale “L'Espresso”[32]
Fra il 2005 e il 2006 il gruppo fu riorganizzato: gli immobili di Esselunga (circa 150, per un valore di oltre 2 miliardi di euro)[33] confluirono in parte nella neo-costituita società "La Villata Immobiliare di Investimento e Sviluppo S.p.A.", e il resto (circa quaranta immobili) in Orofin SpA, entrambe controllate da Supermarkets italiani[34].
Il Sole 24 ore interpretò le operazioni di riassetto societario come segnale di una possibile cessione dell'attività operativa al gruppo britannico Tesco o a un altro gruppo estero.[35] In seguito alle preoccupazioni espresse da una parte della classe politica italiana per la cessione a proprietà straniera di un gruppo italiano della GDO, furono fatte ipotesi di un interessamento da parte di Coop.
Tuttavia Bernardo Caprotti smentì entrambe le ipotesi, dichiarando in particolare – con un'inserzione pubblicitaria in 32 quotidiani nazionali – che «Esselunga e Coop sono due aziende inconciliabili e incompatibili».[36] Bernardo Caprotti dichiarò il 21 settembre 2007 che la sua azienda non era in vendita, perlomeno non in tempi brevi, ventilando la possibilità di una quotazione in Borsa della società.[37] A oggi i conflitti tra la visione di Bernardo e quella del figlio Giuseppe non si sono ancora sopiti come racconta l'inchiesta de L'espresso[38] dell'estate del 2008. Nell'estate del 2009 uscì nelle librerie italiane il libro di Filippo Astone "Gli Affari di Famiglia" sulle vicende della famiglia Caprotti.
Il modello di business Esselunga
Ispirato da Nelson Rockefeller e dai suoi manager, Bernardo Caprotti, con l’aiuto dei i suoi fratelli Guido e Claudio Caprotti, e dei suoi figli Giuseppe e Violetta Caprotti[4], è riuscito a creare un’azienda di grande successo: oggi ha più di 22 mila dipendenti e 149 punti vendita, e con 6,8 miliardi di fatturato è la più grande società che si occupa in Italia di grande distribuzione organizzata. Una delle caratteristiche è il modello di business scelto, che si contraddistingue per un’organizzazione in grandi e grandissimi punti vendita, la maggior parte di dimensioni simili, una scelta che ne rende più semplice e omogeneo il rifornimento e consente la gestione attraverso da un centro di distribuzione unico con reparti dedicati ai vari specifici settori, frutta e verdura, gastronomia, vini[39].
A differenza dei concorrenti, come COOP, Carrefour e Auchan-Sma, che puntano anche su punti vendita di dimensioni più ridotte, ma diffusi in maniera più capillare, i punti vendita si trovano quasi esclusivamente in grandi città o nelle loro immediate vicinanze. Inoltre, Esselunga è presente quasi soltanto nel nord Italia: in particolare in Lombardia, Piemonte, Emilia e Toscana nel Lazio a Roma.[40].
La scelta della posizione costituisce un elemento rilevante del modello di business di Esselunga in un settore come la grande distribuzione nel quale una buona location è alla base del successo dell’impresa. In tale scenario Esselunga si è costruita fin dagli esordi la fama un’azienda che pone grandissima attenzione alla scelta del posizionamento[41].
Una ulteriore caratteristica chiave è legato al fatturato per metro quadro, che fa di Esselunga una best practice internazionale: infatti Esselunga ha registrato nel 2015, ultimo dato disponibile, 15.732 euro di vendite per metro quadro, il doppio circa della media italiana nella grande distribuzione alimentare, che si attesta a 7.184 euro per metro quadro[42].
L’innovazione continua costituisce un pilastro del modello aziendale, testimoniato dall’ingresso anche nel settore della vendita online “Esselunga a casa” era, ed è tuttora, il primo sito italiano di vendita on – line di prodotti fisici[18]. Anche nella scelta dei prodotti Esselunga ha mostrato un’attenzione all’evoluzione dei consumi ampliando l’offerta e offrendo oltre ai classici prodotti da supermercato anche prodotti di altro genere, dalla tecnologia ai giocattoli[18]. L’impostazione di Esselunga è legata alla visione del suo fondatore e del di lui figlio Giuseppe e al loro rapporto con gli Stati Uniti[5], dove acquisisce una mentalità fondata sull’innovazione, la sperimentazione ed il marketing.
Grazie a questa frequentazione con l’America Bernardo Caprotti e Giuseppe Caprotti furono i primi a introdurre in Italia molte innovazioni nel settore e in particolare il primo a: entrare nel business dei supermercati; aprire un ufficio marketing interno dedicato alle strategie di comunicazione e di fidelizzazione della clientela[18]; passare dal supermercato al superstore come leva di sviluppo ed incremento del volume di vendita[43][4].
Il marketing di Esselunga
Uno dei tratti distintivi dell’azienda, soprattutto nei suoi primi decenni di vita è il desiderio di essere sempre all’avanguardia nel settore non solo per i prodotti ma anche sotto il profilo del marketing pubblicitario[44][5].
Già nel 1994 Esselunga si dota di un ufficio marketing che gradualmente estende i suoi settori di competenza a:
- Call center - Ricerche di mercato - Spazi pubblicitari nei supermercati - Pubblicità - Promozioni
Se inizialmente l’ufficio marketing di Esselunga si concentra su campagne pubblicitarie dai meri fini commerciali, in seguito Bernardo Caprotti - grazie al suggerimento di sua figlia Violetta Caprotti[5] - si ispira alle grandi campagne americane, ripensando la promozione come l’occasione per raccontare il marchio, valorizzando l’alta qualità dei prodotti venduti[45].
Uno degli elementi chiave dell’immagine di Esselunga è legata, infatti, all’enfasi sulla qualità dei prodotti, che si testimonia nell’introduzione di linee di prodotto dedicate. Un esempio è il marchio Esselunga Naturama: una linea di prodotti freschi come frutta, verdura, carne, polleria pesce che si distinguono perché controllati in ogni momenti della preparazione, secondo i disciplinari dell’azienda.
Da un'idea imprenditoriale di Giuseppe Caprotti (figlio di Bernardo), la catena è stata tra le prime nella GDO italiana a vendere prodotti biologici[18].
Il nuovo modo di raccontare l’azienda e il prodotto viene inteso dai Caprotti come un legame di fiducia tra il consumatore ed Esselunga. Da questa idea nasce, nel 1995, la Fidaty card[46], su suggerimento dell’americano Tom Wilson e su impulso di Giuseppe e Violetta Caprotti[5][18], che permette di accedere a sconti e promozioni, oltre che di accumulare punti per ritirare dei premi[47]. Questo rapporto di fiducia si traduce anche in una fidelizzazione del cliente. Nello stesso anno viene lanciata l’emblematica campagna pubblicitaria “Esse lunga, prezzi corti” che ottiene un tale successo da spingere l’imprenditore a prendere consapevolezza dell’identificazione del suo Supermarket con “Esselunga” che diviene, presto, il nome dell’azienda[48].
Le campagne pubblicitarie di Esselunga sono state curate e ideate dal rinomato talento di Armando Testa che ha contribuito a ridisegnare il concetto stesso di pubblicità commerciale italiana. Non si tratta più di pubblicità con un semplice fine commerciale e informativo, ma di campagne che sono rimaste nell’immaginario collettivo dei consumatori. Il concetto creativo è stato sviluppato con intelligenza e ironia da Testa che ha pensato a una reinterpretazione accattivante degli alimenti freschi in vendita nei supermercati Esselunga: la qualità è tale che i prodotti assumono una ‘personalità’ distintiva. Si tratta della campagna pubblicitaria ‘Da noi la qualità è qualcosa di speciale’ che, con oltre 70 soggetti, è tuttora presente al Musèe des Affiches del Louvre[49]. Nel 2001 questa campagna è stata ripresa dall’azienda in ‘Famosi per la qualità’ con protagonisti dei veri e propri “testimonial” di qualità: Aglio e Olio, John Lemon, Alavino e Porro Seduto[50][5][18].
Cinque anni dopo nasce un’altra storica campagna pubblicitaria di Esselunga, “Nel segno della qualità” di ispirazione zodiacale. Ogni segno dello Zodiaco viene legato ad un alimento che ne assume le sembianze (il leone ad una pannocchia, i gemelli a due ciliegie, il sagittario a due spiedini, l’ariete a due conchiglie di burro etc)[51].
Le innovazioni dei Caprotti sono state rivoluzionarie sebbene si trattasse di piccole modifiche nel sistema logistico e manageriale della grande distribuzione alimentare, come l’aggiunta del codice a barre, metodo che facilita l’organizzazione e il pagamento dei prodotti[52]. Non si tratta dell’unico piccolo grande cambiamento che ha visto i Caprotti primi in Italia – grazie all’apporto del dottor Ferdinando Schiavoni[4] - : un altro esempio è rappresentato dalla promozione marketing attraverso i volantini contenenti offerte e promozioni speciali recapitati direttamente a casa dei clienti fidelizzati. Attualmente l’innovazione continua attraverso i volantini digitalizzati su app per cellulari e tablet[53].
Punti vendita
L'azienda opera prevalentemente nel nord-ovest dell'Italia, con una forte concentrazione soprattutto in Lombardia.
Questo è il dettaglio della presenza di Esselunga:[54]
Regione | Numero di negozi |
Bar Atlantic |
Profumerie EsserBella |
---|---|---|---|
Vorlage:Bandiera Emilia-Romagna | 12 | 8 | 4 |
Vorlage:Bandiera Lazio | 2 | 2 | 0 |
Vorlage:Bandiera Liguria | 1 | 1 | 0 |
Vorlage:Bandiera Lombardia | 94 | 51 | 24 |
Vorlage:Bandiera Piemonte | 15 | 13 | 3 |
Vorlage:Bandiera Toscana | 28 | 10 | 7 |
Vorlage:Bandiera Veneto | 2 | 0 | 0 |
Concorrenza e prezzi
Gli effetti della concorrenza tra Esselunga e Coop ebbero ripercussioni dirette sull'andamento dei prezzi al consumo: nel settembre 2007 l'associazione Altroconsumo rese noti i risultati di un'indagine di mercato dalla quale emerse come la concorrenza tra le grandi catene di distribuzione, Esselunga e Coop in testa, sia stata strettamente legata a una sostanziale riduzione dei prezzi rispetto alla media italiana.[55].
Falsa accusa di mobbing
Il 2 febbraio 2008 una dipendente del punto vendita Esselunga di Viale Papiniano a Milano affermò che le fosse stato impedito di recarsi alla toilette per un intero turno di lavoro. Al termine del turno, recatasi in ospedale, le venne diagnosticata una cistite emorragica. Tornata al lavoro dichiarò d'essere stata aggredita da uno sconosciuto nei bagni del supermercato[56]. La donna intentò una causa,[57] e i sindacati indissero uno sciopero.
Un articolo di un giornalista di "Tempi" di marzo 2008 affermò che il bagno oggetto della presunta aggressione fosse così angusto da lasciare a malapena lo spazio per una persona. Ma i clienti del supermercato solidarizzarono con i dipendenti, boicottando l'esercizio commerciale e stracciando le tessere fedeltà. Esselunga rispose acquistando una pagina su alcuni quotidiani nazionali minacciando querele per il danno d'immagine subito e sminuendo le dimensioni dell'accaduto.[58]
A novembre 2009 la vicenda venne archiviata dalla magistratura perché la donna mentì; decisiva fu la perizia dell'ex psichiatra nella quale venne dichiarata affetta da disturbi psichici.[57] L'archiviazione era stata richiesta a ottobre dallo stesso pubblico ministero.[59]
La dipendente fu anche colta in flagranza di reato dal personale di sorveglianza per aver sottratto diversi pacchetti di pile dagli scaffali e alcune confezioni di alimentari. La donna avrebbe ammesso la propria responsabilità e la società di Bernardo Caprotti, dopo aver presentato una denuncia-querela, la licenziò il 15 ottobre.[60]
Falce e carrello e le vicende giudiziarie
In seguito alla pubblicazione del libro Falce e carrello nel quale Bernardo Caprotti sostenne di aver incontrato ostacoli all'espansione del suo gruppo nelle regioni «rosse» e accusato Coop locali di gravi scorrettezze commerciali, oltre che di intrecci indissolubili con la politica, Coop Liguria e Coop Estense citarono in giudizio Esselunga e il suo proprietario.
Nel 2010 e 2011 le prime sentenze diedero ragione a Bernardo Caprotti ed Esselunga, sollevandoli dalle accuse di diffamazione.[61][62]
Il 16 settembre 2011, il Tribunale di Milano condannò Esselunga per "concorrenza sleale", accogliendo il ricorso presentato tre anni prima a seguito della pubblicazione del volume edito da Marsilio, "Falce e carrello".[63]
Il 21 dicembre 2011 però, il giudice della prima sezione civile della Corte d'Appello di Milano accolse la richiesta di sospensiva presentata da Esselunga contro la precedente sentenza che, nel condannare Caprotti per concorrenza sleale contro la Coop, aveva disposto il ritiro del libro. Conseguentemente, in attesa del giudizio di secondo grado, il libro edito da Marsilio è stato ristampato e ridistribuito nel circuito commerciale. Venne sospeso anche il risarcimento da 300 000 euro a favore di Coop Italia disposto dallo stesso Tribunale di Milano sempre a metà settembre. Nell'ordinanza la Corte rilevò tra l'altro che il ritiro delle copie di Falce e carrello e il divieto di pubblicazione aveva «una sostanziale valenza di sequestro e censura», provvedimenti che possono essere attivati solo in presenza di stampa oscena, plagio, apologia del fascismo e scritti privi dei requisiti per individuare i responsabili.[64]
Il 28 giugno 2012 si aggiunge un ulteriore capitolo alla vicenda con l'Autorità garante della concorrenza e del mercato che sanziona Coop Estense con 4,6 milioni di Euro per aver sistematicamente ostacolato i tentativi effettuati dalla concorrente Esselunga di avviare punti vendita di medie e grandi dimensioni nella Provincia di Modena. Come pena accessoria Coop Estense viene condannata a sbloccare la situazione di stallo che si è creata e (a) farsi promotrice di iniziative che, entro sei mesi, consentano l'avvio di attività commerciali da parte del concorrente.[65]
La morte di Bernardo Caprotti
Bernardo Caprotti è morto a Milano il 30 settembre 2016[66], aveva 90 anni. Per espressa volontà di Caprotti i funerali si sono svolti in forma strettamente privata, e per suo desiderio non sono stati seguiti necrologi.
Nella cultura di massa
La catena e il suo cofondatore e proprietario Bernardo Caprotti sono stati protagonisti del cortometraggio di Giuseppe Tornatore: "Il mago di Esselunga", distribuito gratuitamente dal 10 ottobre 2011 in 5 milioni di copie a tutti i clienti della catena[67].
Design
Molti dei supermarket e superstore della catena sono stati disegnati da architetti famosi come Mario Botta, Luigi Caccia Dominioni, Norman Foster, Ignazio Gardella, Jacopo Gardella, Angelo Lorenzi, Carlo Alberto Maggiore, Vico Magistretti, Fabio Nonis, Renzo Piano e Giò Ponti.
Nelle canzoni
Esselunga viene citata nelle seguenti canzoni:
- La guerra è finita dei Baustelle;
- Italian Dandy di Brunori Sas;
- L'impresa eccezionale degli Articolo 31;
- nel video Faccio Brutto di Fedez;
- Numero 1, dei Two Fingerz;
- "Rap un po' dance", Two Fingerz feat. Simon De Jano;
- Viene realizzata una parodia dai dj de Lo Zoo di 105 durante il Festival di San Jimmy 2010, dal nome Esselunghissima;
- Io non sono partito di J-Ax;
- Il gorilla di Space One;
- I giovani d'oggi Ex-Otago.
Note
- ↑ a b stime di IriInfoscan in L'Espresso n. 43 anno LII del 2 novembre 2006 (o archiviato).
- ↑ Reuters, le Imprese del 2007.
- ↑ Vorlage:Cita news
- ↑ a b c d e f Vorlage:Cita libro
- ↑ a b c d e f g h i Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Esselunga in Toscana. Insieme da 50 anni
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Esselungajob - EsserBella
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Foodweb - Bar Atlantic, l'altra faccia di Esselunga
- ↑ Acquisti online Esselunga leader mentre Coop rilancia il sito 11 novembre 2009
- ↑ Corriere della sera.it - Italia sempre più biologica
- ↑ a b c d e f g Vorlage:Cita libro
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Andrea Montanari, MF 9-04-2006
- ↑ Mario Portanova, l'8 settembre della globalizzazione
- ↑ Corriere della Sera 11/05/1996 "Armani patteggia condanna a 9 mesi - Krizia: fu rapina"
- ↑ a b Commercio schiacciato dal fisco Corriere Della Sera 16/03/1999
- ↑ Rapporto Arthur Andresen Coop per Esselunga marzo 1999
- ↑ La Guerra dei Caprotti Il Mondo 4 febbraio 2000
- ↑ Esselunga, diritti corti corti, di Alessandro Gilioli, Diario.it 1º agosto 2002
- ↑ Esselunga, torna il vecchio Caprotti: licenziati tre delegati di Giampiero Rossi, da L'Unità del 9 ottobre 2004
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Vorlage:Cita libro
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ Sole 24 Ore, scorporo immobili Esselunga.
- ↑ Esselunga - Dopo la riorganizzazione, la struttura e i ruoli con i quali il retailer affronta le sfide del futuro
- ↑ Riorganizzazione societaria e smentita della vendita alla Tesco e Rifiuto di vendere alle Coop.
- ↑ La Repubblica del 21 ottobre 2006, p. 41.
- ↑ Caprotti rimanda la vendita: mai a Wal-Mart e Tesco, Affari Italiani, 21 settembre 2007
- ↑ Esselunga Dynasty L'Espresso 26-06-2008
- ↑ Cibo e marketing Esselunga
- ↑ Cibo e marketing Esselunga
- ↑ Cibo e marketing Esselunga
- ↑ "Il Corriere della Sera", 17 gennaio 2011
- ↑ Esselunga.it
- ↑ Esselunga.it
- ↑ Cibo e Marketing Esselunga
- ↑ Vorlage:Cita web
- ↑ "Close-up", Caprotti storia di un imprenditore innovativo e della sua Esselunga, 24 ottobre 2016
- ↑ "Close-up", Caprotti storia di un imprenditore innovativo e della sua Esselunga, 24 ottobre 2016
- ↑ Esselunga.it
- ↑ Esselunga.it
- ↑ Esselunga.it
- ↑ "Close-up", Caprotti storia di un imprenditore innovativo e della sua Esselunga, 24 ottobre 2016
- ↑ [http://www.articolotre.com/2016/09/esselunga-una-storia-di-risparmio/ "Articolo Tre" Esselunga una storia di risparmio
- ↑ Elenco punti vendita sul sito aziendale
- ↑ La concorrenza tra Esselunga e Coop fa abbassare i prezzi
- ↑ Repubblica.it - Cassiera, mobbing
- ↑ a b TgCom.it Mobbing, cassiera Esselunga mentì
- ↑ Repubblica.it - Esselunga minaccia querela
- ↑ La Repubblica - Esselunga, chiesta l'archiviazione, la cassiera non subì mobbing
- ↑ (Da Il Sole 24 Ore pagina 26 del 19-10-2011 "Dal falso mobbing al furto: licenziata").
- ↑ (Tribunale di Milano,Corriere della Sera 22 aprile 2010, Corriere della Sera 2 aprile 2011)
- ↑ Coop Liguria perde la causa contro “Falce e carrello”
- ↑ Corriere della Sera - «Falce &Carrello», vince la Coop Esselunga concorrente sleale
- ↑ 'Falce e carrello', Caprotti torna in libreria (Lettera 43 - 26 dicembre 2011)
- ↑ Comunicato stampa ACGM
- ↑ Bernardo Baprotti morto: addio al fondatore di Esselunga, aveva 90 anni
- ↑ Il Giorno Milano, pagina 17, del 5-10-201 e Il Sole 24 Ore, pagina 23, del 4-10-2011
Bibliografia
- Vorlage:Cita libro
- Roberto Romano, I Caprotti, Franco Angeli, Milano 1980. ISBN 88-204-1789-8
- Emanuela Scarpellini, Esselunga: agli albori del commercio moderno, Bologna 2006. ISBN 8890147415
- Filippo Astone,"Affari di Famiglia, fatti e misfatti della nuova generazione di padroni” Edizioni Longanesi 2009 [1]
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
Vorlage:GDO italiana Vorlage:Portale
Categoria:Società italiane di grande distribuzione organizzata Categoria:Aziende della città metropolitana di Milano