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Palazzo Giustinian (Dorsoduro)

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[[Immagine:Palazzi Giustinian and Ca' Foscari from Palazzo Grassi.JPG|thumb|upright=1.3|Palazzo Giustinian (a sinistra) e Cà Foscari visti da Campo San Samuele.]]

Palazzo Giustinian in una foto storica scattata da Carlo Naya.

Il Palazzo Giustinian [1] è un palazzo di Venezia ubicato nel sestiere di Dorsoduro ed affacciato sul Canal Grande di fianco a Ca' Foscari; come quest'ultima è fra le migliori espressioni del tardo gotico veneziano.

È un edificio unitario, nonostante sia più propriamente formato da due edifici gemelli: il palazzo di destra, che ospita ambienti dell'Università "Ca' Foscari", è conosciuto come Ca' Giustinian dei Vescovi, dal nome del ramo di quella famiglia che vi abitava; l'altro (proprietà della nobile famiglia friulana Brandolini D'Adda) come Ca' Giustinian dalle Zogie (gioie, gioielli).[2]

Storia

I due edifici gemelli furono costruiti nella seconda metà del XV secolo, attorno al 1452, probabilmente con la partecipazione di Bartolomeo Bon e Giovanni Bon.[3][2] Furono commissionati dalla prestigiosa e antichissima famiglia Giustinian. Già allora erano destinati ai due rami della famiglia, e solo dopo un certo tempo furono uniti ed armonizzati tramite la parte centrale della facciata.

Venduti nel XIX secolo, vi abitarono il pittore Natale Schiavoni, che ivi installò una pregevole collezione d'arte, ed il compositore Richard Wagner, che tra il 1858 ed il 1859 vi compose il secondo atto del Tristano e Isotta. Questi soggiornò nel palazzo per sette mesi: si trattava del primo dei suoi viaggi veneziani.[4] Sempre in questo periodo il giardino posteriore fu arricchito da un fitto boschetto artificiale, uno dei più estesi tra quelli presenti a Venezia. Altro illustre ospite dell'edificio fu il romanziere americano William Dean Howells che fu console a Venezia dal 1861 al 1865. Nel 1866 questi pubblicò come memoria delle proprie esperienze in città l'opera Venetian life.

Architettura

I palazzi, che si sviluppano con pianta a L su quattro piani, condividono con Ca' Foscari molti elementi decorativi della facciata. L'intero prospetto, sviluppato quasi per intero simmetricamente rispetto all'asse centrale, sembra realizzato con la precisa finalità di dare compattezza architettonica all'edificio, che rimane percepito comunque come la fusione di due edifici, al contrario di quanto accade per Palazzo Bembo.[3] L'assenza di compattezza in facciata è dovuta alla planimetria dell'edificio stesso.[3] L'asse centrale al piano terra non è più un qualcosa di puramente geometrico, ma diventa il terzo portale ad acqua, quello centrale, che dà accesso alla calle retrostante, che separa i due corpi edilizi e le rispettive corti.[3]

Ognuno dei due edifici presenta polifore centrali per illuminare i porteghi (saloni principali per ricevimenti): il primo piano nobile e l'ultimo presentano semplici quadrifore, mentre il piano nobile principale, il secondo, è decorato da un'esafora decentrata contraddistinta dal celeberrimo motivo ad archi intrecciati con quadrilobo. Più propriamente, le esafore non sono decentrate, bensì disposte simmetricamente rispetto ad un altro asse, vale a dirsi quello disegnato dal portale di centro.[5] Le monofore che circondano le polifore centrali sono ad ogiva o ad arco trilobato, con fiori apicali; due monofore del secondo piano, più larghe, presentano elaborati trafori. Queste, con il setto marmoreo sottarco traforato con archetti pensili creano "un fraseggio architettonico più serrato e continuo", come disse Umberto Francoi.[3][6] Altri, concordando con questa visione dei fatti, fanno notare che però dietro a tali fori non si sviluppi una struttura molto più profonda di una sola stanza.[5] Gli spigoli sono decorati con un motivo a dente di sega realizzato in pietra d'Istria. Lo scopo di questa cornice sembra proprio quello di dare compattezza alla struttura.[3]

Per quanto riguarda la pianta, questa sembra determinata da precise ragioni logistiche ed edilizie legate al lotto, ai confini e alle esigenze personali dei due nuclei familiari che vi potevano essere ospitati.[3] In particolar modo, era necessario costruire due corti, due scale e due accessi. In particolar modo, ognuno dei due corpi edilizi non presenta una sola corte, ma due, in quanto ognuno dei due presenta un cortiletto centrale e sul retro un giardino di maggiori dimensioni. Questi ultimi due sono molto differenti: Palazzo Giustinian dei Vescovi ha sul retro una corte con una scala gotica, sulla quale è posta la targa Restauratum 1902. Helen d'Aubery, mentre Ca' Giustinian dalle Zogie ha non solo una corte, ma anche un ampio giardino con vera da pozzo.[4]

Note

  1. Palazzo Giustinian è il nome usato da: Diverse fonti lo indicano invece come Palazzi Giustinian:
    • Guida d'Italia – Venezia. 3a ed. Milano, Touring Editore, 2007. ISBN 978-88-365-4347-2.
    • Umberto Franzoi, Mark Smith. Canal Grande. Venezia, Arsenale Ed., 1993. ISBN 88-7743-131-8.
    • Gianjacopo Fontana. Venezia monumentale - I Palazzi. Venezia, Filippi Ed., 1967.
    • Giuseppe Mazzariol (a cura di). I Palazzi del Canal Grande. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1989. ISBN 90-6113-363-7.
    • Venezia e provincia. Milano, Touring Editore, 2004. ISBN 88-365-2918-6.
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  6. Vorlage:Cita libro

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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