Wettbewerbsbehörde (Italien)
Con il termine antitrust si definisce in primo luogo il complesso delle norme giuridiche che mirano a tutelare, rafforzare e mantenere la concorrenza sui mercati economici. Tale complesso normativo, detto anche Diritto antitrust o Diritto della concorrenza, appresta una tutela di carattere generale al bene primario della concorrenza inteso quale meccanismo concorrenziale, impedendo che le imprese, singolarmente o congiuntamente, pregiudichino il regolare svolgersi della competizione economica attuando condotte che integrano fattispecie di abuso di posizione dominante o che siano idonee a creare o rafforzare una posizione dominante.
In secondo luogo, per estensione, viene definito "antitrust" anche l'organo od autorità che vigila sull'osservanza ed il rispetto di tali norme, cioé la Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Origini e storia del Diritto antitrust
Le origini del diritto antitrust sono essenzialmente anglo-americane. Esse sono riconducibili allo Sherman Antitrust Act, la prima legge antitrust, emanata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1890, su proposta del senatore John Sherman ma concretamente applicata solo nel 1911 contro l'impero economico creato dal magnate Rockefeller e contro l'American Tobacco Company. Prima di tale legge, alcuni stati della federazione avevano adottato simili provvedimenti, che, tuttavia, potevano disciplinare solo il commercio interno di ciascuno di essi. L'incremento delle concentrazioni, soprattutto in alcuni settori-chiave dell'economia americana, come le ferrovie, indusse il Congresso ad adottare lo Sherman Act, con lo scopo di disciplinare il commercio anche tra i diversi stati.
La sezione 1 dell'Act individua le condotte che contrastano con la concorrenza e tipizza le relative sanzioni. Si prevedevano, infatti, pene piuttosto elevate, a partire una multa di $ 5,000 dollari fino alla reclusione per un anno. Inooltre la nuova legge autorizzava il governo federale ad istituire dei procedimenti contro le imprese che violano la concorrenza, anche se, per alcuni anni, tale potere non fu utilizzato per l'opposizione della Corte Suprema degli Stati Uniti.
La tradizione antitrust americana ha raggiunto l'Europa, che si è dotata di un corpo di norme giuridiche a tutela della concorrenza nel Trattato CE.
Sulla base della partecipazione alle Comunità Europee, gli Stati Membri si sono dati impianti legislativi di forte ispirazione comunitaria.
Critiche all’Antitrust
I critici dell’antitrust sostengono che esistono due diversi tipi di monopolio: il monopolio creato o supportato dalla legge, e il monopolio derivato “naturalmente” dalle condizioni del libero mercato. Il secondo tipo di monopolio è generalmente visto come positivo, in quanto spontanea espressione del libero mercato. La critica, inoltre, sostiene che l’esperienza dimostra che la teoria del”predatory pricing” (cioè, quando un’azienda abbassa i prezzi al di sotto del margine di guadagno per costringere anche i concorrenti a fare lo stesso, portandoli così in perdita e, dunque, fuori dal mercato) non funziona nella pratica e che il fenomeno viene meglio arginato in una condizione di libero mercato, piuttosto che dalle leggi antitrust. Inoltre, nella pratica osserviamo che anche se una compagnia riesce ad eliminare un concorrente, la concorrenza comunque continua. Dai giudizi espressi nei casi di processi antitrust, però, sembra che se un’azienda danneggia o mette fuori gioco un concorrente, danneggi automaticamente il mercato di libera concorrenza. L’economista Alan Greenspan argomenta che le leggi antitrust sono spesso un detraente per gli imprenditori nella gestione delle loro aziende in maniera produttiva, poiché questi temono di incorrere in citazioni e procedimenti legali a causa di alcune loro strategie di mercato, necessarie per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’impresa, ma senza dubbio miranti ad ottenere una posizione di spicco nel mercato.
Argomenti a favore delle leggi antitrust
Introducendo le leggi antitrust, i consumatori dovrebbero ottenere benefici, quali prezzi ridotti, più ampia gamma di diversità di prodotti e perciò più scelta. Inoltre, poiché il potere sul mercato dei cartelli è ridotto, i produttori sono costretti a concentrare più attenzione sui bisogni, i gusti e i desideri dei singoli consumatori.
Le aziende più importanti e con maggiori disponibilità finanziarie, senza alcun controllo, potrebbero usare per emergere sul mercato la tecnica del “predatory pricing” per un periodo, finchè riescono a mettere fuori gioco i concorrenti, e poi avere il controllo assoluto dei prezzi. Senza concorrenza e controllo, le maggiori aziende sarebbero libere di consolidare il proprio controllo dell’industria e decidere liberamente i prezzi. In una tale situazione, non ci sarebbe né lo stimolo né la necessità di investire in ricerca, poiché non c’è vantaggio da guadagnare sugli altri concorrenti.
L'antitrust in Italia
L'Italia è arrivata in ritardo a realizzare un assetto normativo organico in materia di concorrenza, con la l. 287/1990 (esattamente un secolo dopo lo Sherman Act), e principalmente perché costretta dalla normativa CEE.
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha i seguenti compiti: vigilanza contro gli abusi di posizione dominante, vigilanza di intese e/o cartelli che possono risultare lesivi o restrittivi per la concorrenza.
L'Autorità, in tali casi, può procedere ad istruttorie o indagini conoscitive, che possono concludersi con una diffida o una sanzione amministrativa.
Ha funzione di controllo anche sulle operazioni di concentrazione (fusione o take-over) che superino un certo valore; queste operazioni vanno comunicate all'Autorità, che ne valuterà l'impatto sul mercato.
Un altro compito di controllo è legato al divieto di pubblicità ingannevole.
L'Antitrust dialoga con gli organi dello Stato attraverso: una relazione annuale al Presidente del Consiglio dei Ministri; la possibilità di esprimere pareri sulle norme che regolano il mercato; la possibilità di segnalare al Parlamento, al Governo e ad enti territoriali le situazioni distorsive della concorrenza.
Presidenti dell'Autorità Antitrust Italiana
- Francesco Saja 1990-1994
- Giuliano Amato 1994-1997
- Giuseppe Tesauro 1998-2002
- Antonio Catricalà 2003-
Categoria:Diritto commerciale Categoria:Economia industriale Categoria:Authorities