Tremiti-Inseln

Inselgruppe der italienischen Adria
Dies ist eine alte Version dieser Seite, zuletzt bearbeitet am 26. November 2011 um 18:49 Uhr durch Cantakukuruz (Diskussion | Beiträge). Sie kann sich erheblich von der aktuellen Version unterscheiden.

Die Tremiti-Inseln liegen in der italienischen Adria in der Region Apulien, 12 Seemeilen nördlich der Gargano-Halbinsel und 24 Seemeilen östlich der Küste der Region Molise. Der Archipel mit einer Gesamtfläche von etwa drei Quadratkilometern bildet die Gemeinde Isole Tremiti mit 496 Einwohnern (ISTAT 31.12.2010) und gehört zur Provinz Foggia. Die Gemeinde ist Teil des Nationalparks Gargano. Seit 1989 wurde ein Teil der Gemeinde zum marinen Naturschutzgebiet "Riserva naturale marina Isole Tremiti" erklärt. Die Inseln bilden einen der wichtigsten touristischen Anziehungspunkte der Region.

Tremiti-Inseln
Blick auf San Nicola
Blick auf San Nicola
Gewässer Adria
Geographische Lage 42° 7′ N, 15° 30′ OKoordinaten: 42° 7′ N, 15° 30′ O
Karte von Tremiti-Inseln
Anzahl der Inseln 5
Hauptinsel San Domino
Gesamte Landfläche 3,13 km²
Einwohner 496 (2010)
Karte der Inselgruppe
Karte der Inselgruppe

Inseln

Insel Fläche
(ha)
Einwohner
2008
max.
Höhe
San Nicola 42 131 75
San Domino 208 236 116
Capraia 45 - 53
Pianosa 13 - 15
Cretaccio 4 - 30
La Veccia 0,1 - ...
Tremiti-Inseln 313 496 116

Geographie

Der Archipel besteht aus fünf Inseln. Bewohnt sind lediglich San Domino und San Nicola. Die Inseln:

  • San Nicola, auf der sich der größte Teil der Einwohner und die bedeutendsten historischen Bauten der Inselgruppe befinden,
  • San Domino, früher „Tremetis“ genannt, ist die größte der Inseln, mit den meisten touristischen Betrieben, dank dem einzigen Sandstrand (Cala delle Arene) der Inselgruppe.

Capraia ist die einzig bedeutende der unbewohnten Inseln, sie ist Teil des Naturschutzgebiets. Cretaccio ist ein großer Felsblock ohne touristische Anziehung. Pianosa erhebt sich an der höchsten Stelle nur 15 Meter aus dem Meer. Während starker Stürme wird die Insel von den Wellen manchmal komplett überspült.


Capraia (auch Caprara o Capperaia), die zweitgrößte Insel, unbewohnt.

Pianosa, eine unbewohnte Felstafel, etwa 20 km von den anderern Inseln entfernt,

Il Cretaccio, ein großes Lehmkliff zwischen San Domino und San Nicola,

La Vecchia, eine kleinere, nahe am Cretaccio gelegene Klippe.

Klima

Die Inseln haben ein ausgeprägtes mediterranes Klima mit folgenden Charakteristika:

  • Temperatur - milde Winter, heiße Sommer. Eine ausgeprägte sommerliche Trockenperiode fehlt.[1]
  • Niederschläge - gering, als Regen fast ausschließlich im Herbst und Winter (~476 mm mittlerer Jahresniederschlag).).[1]
  • Winde - es herrschen Winde aus dem 2. (Levante, Scirocco) und dem 4. Quadranten vor (Ponente, Tramontana, Maestrale).[2]
  • Meer - im Sommer überwiegend ruhig, Sturmflut und Unwetter häufiger im Herbst und Winter.[2]

Geschichte

Frühgeschichte

Antike

Abitate già in antichità (IV-III secolo a.C.), le isole per secoli furono soprattutto un luogo di confino. In epoca romana l'imperatore Augusto vi relegò la nipote Giulia che vi morì dopo vent'anni di soggiorno forzato. Nel 780 Carlo Magno vi esiliò Paolo Diacono che, però, riuscì a fuggire.

La storia dell'arcipelago non è però solo legata agli esiliati, più o meno illustri, che qui furono confinati, ma soprattutto alle vicende storiche, politiche ed economiche dell'abbazia di Santa Maria a Mare (definita da Émile Bertaux la Montecassino in mezzo al mare[3])

Mittelalter

Secondo il Chartularium Tremitense il primo centro religioso fu edificato nel territorio delle isole adriatiche nel IX secolo ad opera dei benedettini come dipendenza diretta dell'abbazia di Montecassino. Certo è che nell'XI secolo il complesso abbaziale raggiunse il massimo splendore, aumentando a dismisura possedimenti e ricchezze, cosa che portò alla riedificazione da parte dell'abate Alderico della chiesa con consacrazione nel 1045 effettuata dal vescovo di Dragonara.

La magnificenza di questo periodo è testimoniata dalla presenza tra le mura del monastero di ospiti illustri, tra i quali Federico di Lorena (divenuto poi papa Stefano IX) e Dauferio Epifani (successivamente papa Vittore III). Con la bolla di Alessandro IV del 22 aprile 1256 venne confermata la consistenza dei beni posseduti dalla comunità monastica. L'intero complesso rimase un possedimento dell'abbazia di Montecassino per circa un secolo, nonostante le pressanti richieste di autonomia e le proteste dei religiosi tremitesi.

Nel XIII secolo, oramai svincolata dal monastero cassinese, aveva possedimenti in terraferma dal Biferno fino alla città di Trani. Secondo le cronache dell'epoca le tensioni mai sopite con il monastero laziale e i frequenti contatti con i dalmati, invisi alla Santa Sede, portarono i monaci del complesso a una decadenza morale che spinse nel 1237 il cardinale Raniero da Viterbo ad incaricare l'allora vescovo di Termoli di sostituire alla guida dell'abbazia l'ordine di San Benedetto con i Cistercensi.

In seguito, Carlo I d'Angiò munì il complesso abbaziale di opere di fortificazione. Nel 1334 l'abbazia fu depredata dal corsaro dalmata Almogavaro e dalla sua flotta, proveniente dalla città dalmata di Almissa, i quali trucidarono i monaci mettendo fine alla presenza cistercense nell'arcipelago.

Nel 1412, in seguito a pressioni e lettere apostoliche, e su diretto ordine di papa Gregorio XII, dopo il rifiuto di diversi ordini religiosi, una piccola comunità di Canonici Lateranensi, proveniente dalla chiesa di San Frediano in Lucca e guidata da Leone da Carrara si trasferì sull'isola per ripopolare l'antico centro religioso. I Lateranensi restaurarono il complesso abbaziale, ampliandone inoltre le costruzioni, soprattutto con la realizzazione di numerose cisterne ancora oggi funzionanti ed estesero i possedimenti dell'abbazia sul Gargano, in Terra di Bari, Molise e Abruzzo.

Neuzeit

Nel 1567 l'abbazia-fortezza di San Nicola riuscì a resistere agli attacchi della flotta di Solimano il Magnifico.

L'abbazia fu soppressa nel 1783 da re Ferdinando IV di Napoli che nello stesso anno istituì sull'arcipelago una colonia penale. Nel periodo napoleonico l'arcipelago fu occupato dai murattiani che si trincerarono all'interno della fortezza di San Nicola resistendo validamente agli assalti di una flotta inglese (anno 1809). Di questi attacchi sono visibili ancora oggi i buchi delle palle di cannone inglesi sulla facciata dell'abbazia. In seguito a tale evento, Murat concesse la grazia ai deportati che avevano collaborato alla resistenza contro gli inglesi. Fu così che ebbe fine la prima colonizzazione delle Tremiti, effettuata mediante l'insediamento di colonie penali.

Nel 1843 re Ferdinando II delle Due Sicilie con l'intento di ripopolare le isole vi fece insediare molti indigenti provenienti dei bassifondi napoletani, che poterono così sfruttare proficuamente la pescosità di quell'area marittima, dando luogo così ad una seconda colonizzazione delle Tremiti.

Nel 1911 furono confinati alle Tremiti circa milletrecento libici che si opponevano all'occupazione coloniale italiana. A distanza di un anno circa, un terzo di questi erano morti di tifo esantematico. In epoca fascista l'arcipelago continuò a essere luogo di confino, ospitando tra l'altro anche il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini e Amerigo Dumini. Vi furono confinati anche diverse centinaia di omosessuali (nell'isola di San Domino) anche se non esisteva nessuna legge contro l'omosessualità[4]

L'autonomia comunale risale al 1932.

Nel 1987 Mu'ammar Gheddafi, in virtù delle deportazioni di cittadini libici effettuate soprattutto dal governo Giolitti a partire dal 1911, dichiarò che l'arcipelago era parte della Libia. Tali pretese territoriali seguivano la tensione diplomatica che sussisteva con l'Italia.

1783 wurde das aus dem Mittelalter stammende befestigte Kloster von König Ferdinando IV von Neapel aufgehoben. Im gleichen Jahr wurde eine Strafkolonie eingerichtet. Zur Zeit Napoleons wurde die Insel von einer englischen Flotte angegriffen, konnte sich aber behaupten. Der französische General Murat begnadigte in seiner Funktion als neuer König von Neapel die Gefangenen für ihre Unterstützung des Widerstandes. Damit endete diese erste Kolonisation durch Strafgefangene.

1843 ordnete König Ferdinando II der beiden Sizilien die Wiederbesiedelung an. Dieses Mal waren es Bedürftige aus den Elendsvierteln Neapels, die nicht zuletzt vom Fischreichtum der Inselgruppe profitierten. Ein Überbleibsel dieser zweiten Kolonialisierung ist der napolitanische Dialekt der heutigen Bewohner.

Im Zusammenhang mit der Eroberung von Libyen wurden rund 1300 Araber auf den Tremiti unter unsäglichen Bedingungen interniert. Rund ein Drittel starben. Siehe: Italienisch-Türkischer Krieg

Während der Diktatur Benito Mussolinis wurden die Inseln als Ort der Verbannung benutzt. Heute sind sie wegen des sie umgebenden klaren Wassers eine Touristenattraktion.

Santa Maria di Tremiti

 
Blick auf San Nicola

Ob das Benediktinerkloster S. Maria di Tremiti schon im 8. Jahrhundert bestand, ist zweifelhaft. Der Bericht des Leo von Ostia, Karl der Große habe Paulus Diaconus dorthin in die Verbannung geschickt, ist fiktiv.[5] Der erste Abt ist 1005 belegt, 1045 wird die von Abt Alberich neu erbaute Kirche vom Bischof von Dragonara geweiht. Im 11. Jahrhundert brachten zahlreiche Schenkungen weltlicher Herren umfangreichen Besitz auf dem Festland, vor allem im Marserland und im Prinzipat von Benevent und in den Diözesen Siponto, Vieste, Troia und Dragonara. 1038 hat Konrad II. auf Bitten des Abtes Deodatus die Abtei in seinen Schutz genommen,[6] was Heinrich III. 1054 bestätigte,[7] auch wenn das Reich keine dauerhafte Herrschaft in Süditalien ausüben konnte. Enge Beziehungen bestanden zu Montecassino: der spätere Papst Stephan IX. hat sich auf der Flucht vor Heinrich III. vorübergehend nach Tremiti zurückgezogen. Leo IX. hat die Abtei direkt dem Hl. Stuhl unterstellt, dennoch versuchte Montecassino unter Nikolaus II., sich das Kloster einzuverleiben, allerdings ohne bleibenden Erfolg. Abt Desiderius konnte eine Oberaufsicht ausüben, Urban II. und seine Nachfolger ließen Tremiti in die Besitzlisten der Privilegien für Montecassino aufnehmen, dennoch konnte das Inselkloster seine Selbständigkeit behaupten, wie aus dem Eintrag im Liber Censuum hervorgeht. 1237 ist auch der Treueid eines Abtes dort nachgetragen. Die Plünderungen von Inseln und Kloster durch Piraten in der Zeit Innozenz III. leiteten den geistlichen und weltlichen Niedergang ein. Die von Gregor IX. angeordneten Reformen führten zum Anschluss des Klosters an die Zisterzienserabtei Casanova in der Diözese Penne. 1412 ging der Klosterverband an die Lateranensischen Regularkanoniker über, 1782 wurde das Kloster aufgehoben und später zum Gefängnis umgewandelt.
Die reichhaltige Bibliothek unter Abt Eustasius um 1175 ist durch das erhaltene Bücherverzeichnis bekannt.[8]

Legenden

Diomedes

Früher wurden die Inseln auch als „die Inseln des Diomedes“ bezeichnet, da der Begleiter von Odysseus hier nach dem Krieg gegen Troja gestrandet sein soll. Nach einer Legende versteckte sich Diomedes auf einer seiner Irrfahrten nach dem trojanischem Krieg auf der Insel. Nach seinem Tod trauerten seine Kriegsbegleiter und wurden von Venus in weiße Vögel verwandelt, um ihm in den Himmel zu folgen, in die von Plinius d. Ä. so genannten Aves Diomedeae (zoologisch der Gelbschnabel-Sturmtaucher, Calonectris diomedea, nicht zu verwechseln mit der Gattung der Albatrosse Diomedea).

Hl. Nikolaus

Im auf San Nicola befindlichen Kloster liegt der Mönch Nicolò begraben. Der Legende nach soll jedesmal ein schwerer Sturm aufgezogen sein, wenn jemand versuchte, seine sterblichen Überreste von der Insel zu entfernen.

Verkehr

Ganzjährige Schiffsverbindungen bestehen nur von Termoli aus (mit der Tirrenia di Navigazione), in der Touristensaison Anfang Juni bis Ende September können die Inseln auch von Pescara, Ortona, Vasto, Vieste, Manfredonia oder Rodi Garganico (bis Ende August) mit dem Schiff erreicht werden. In dieser Zeit sind mehrere Reedereien aktiv, unter anderem auch mit Schnellbooten, so dass auch Fahrten von Pescara, Ortona und Vasto schnell möglich sind. Vom Bahnhof der Stadt Termoli, an dem alle Fernzüge halten, besteht ein Zubringerdienst zum Hafen. Das eigene Auto kann nicht auf die Inseln mitgenommen werden.

Außerdem kann ganzjährig zweimal täglich mit dem Helikopter in 20 Minuten von Foggia nach San Domino geflogen werden.

Nationalpark Gargano

 
Nationalpark Zonen der Tremiti Inseln

Die Inselgruppe gehören seit 1991 zum Naturschutzpark Parco Nazionale del Gargano. Wie im Nationalpark üblich sind die Inseln verschiedenen Schutzzonen zugeordnet. Die Insel Pianosa befindet sich in der höchsten Schutzzone A - der Zugang ist verboten. Teile von Capraia und die Westküste von San Domino gehören der zweithöchsten Schutzzone B an.

Literatur

  • Walther Holtzmann: Italia Pontificia IX: Samnium - Apulia - Lucania. Berlin 1962, S. 178-186.
  • Armando Petrucci: Codice diplomatico del monastero benedettino di S.Maria di Tremiti (1005-1237). Rom 1960. (Fonti per la storia d'Italia, 98)
  • Charles B. McClendon: The Church of S. Maria di Tremiti and Its Significance for the History of Romanesque Architecture. In: The Journal of the Society of Architectural Historians. Vol. 43, No. 1. (Mar., 1984), S. 5-19.
  • Donatella Langiano, Edoardo Agresti: Isole Tremiti e Termoli. Casa Editrice Polaris Firenze 2010, ISBN 978-88-6059-049-7.

Einzelnachweise

  1. a b Die Daten beziehen sich auf die Messungen der Station San Nicola über 20 Jahre (1959÷1979), publiziert in den meteorologischen Jahrbüchern des ISTAT.
  2. a b Die Daten beziehen sich auf die Messungen 1930÷1946 der meermeteorologischen Station auf der Insel Pelagosa (ca. 37 Seemeilen Ostnordost von den Tremiti-Inseln), publiziert vom Istituto Idrografico della Marina in Genua.
  3. Émile Bertaux, Un Mont-Cassin en plein mer, 1899
  4. Mussolini diceva che in Italia c'erano soltanto "uomini veri" e le persone sospette o denunciate di "non esserlo" furono confinate . Le numerose vittime di questo confino erano in condizioni molto precarie. Questo crimine non fu mai riconosciuto come tale dall'Italia. Si veda per il periodo fascista e le isole Tremiti, il romanzo grafico: En Italie il n'y a que de vrais hommes [In Italia ci sono soltanto uomini veri], éditions Dargaud, 2010, ISBN 9782505007075.
  5. Chronica monasterii Casinensis I,15
  6. D.K.II. 272
  7. D.H.III. 323
  8. Armando Petrucci: L'archivio e la biblioteca del monastero benedettino di Santa Maria di Tremiti. In' Bull API. n.s. 2-3, 1956-1957, S. 291-307.
Commons: Tremiti-Inseln – Album mit Bildern, Videos und Audiodateien