Benutzer:Stefano.Bonfanti/Esselunga

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Vorlage:Infobox Azienda [[Immagine:La Spezia - Superstore Esselunga 1.jpg|thumb|right|230px|Un immagine del supermercato Esselunga di La Spezia]] [[Immagine:La Spezia - Superstore Esselunga 2.jpg|thumb|right|230px|Un'altra immagine del supermercato Esselunga di La Spezia]]

Esselunga S.p.A. è una società italiana della grande distribuzione organizzata che opera nell'Italia settentrionale con supermercati e superstore.

Esselunga è una controllata di Supermarkets Italiani.

Nel 2006 il fatturato di Esselunga è stato di circa 4,9 di euro [1], con 180 milioni di utile;[2] Esselunga controlla – secondo stime di IriInfoscan[3] – circa l'8,7% delle vendite in supermercati e ipermercati italiani coi suoi 130 punti vendita concentrati in Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna, ma anche Veneto, Liguria e Piemonte.

Storia

I fratelli Caprotti, (Bernardo, Guido e Claudio) aprirono a metà degli anni '50 assieme ad altri imprenditori tra i quali Nelson Rockfeller, la prima catena italiana di supermercati, la Supermarkets Italiani SpA (Esselunga).

Il primo punto vendita della Supermarkets Italiani S.p.A. fu aperto nel 1957 in una ex-officina di viale Regina Giovanna a Milano. L'insegna costituita dalla scritta "Supermaket", disegnata da Max Huber, era caratterizzata da una S la cui parte superiore era molto allungata, cosicché, in seguito a una campagna pubblicitaria il cui motto era «Esse lunga, prezzi corti», la società venne a chiamarsi Esselunga.

Esselunga in seguito introdusse programmi di fidelizzazione della clientela (con l'introduzione nel 1994 della "Carta fedeltà") e i prodotti a marchio proprio.

Nel 2004, visti i disaccordi fra gli eredi di Bernardo Caprotti sulla gestione della società, Giuseppe Caprotti, allora amministratore delegato, si offrì di acquisire l'intera società, vedendosi però opporre il rifiuto del padre e venendo estromesso. Al padre si attribuì una gestione della società considerata eccessivamente paternalistica.[4][5]

Dopo di ciò Bernardo Caprotti riprese in mano l'azienda, con un rapporto conflittuale coi sindacati (i cui iscritti sono aumentati del 25% nel 2005), riducendo da cinquecento a trecento i prodotti biologici venduti, decidendo un taglio del 9% sul prezzo di 8000 articoli (marzo 2005), limitando il servizio di acquisto in rete a Parma e Milano.[3]

Ristrutturazione societaria e (non) vendita

Fra il 2005 e il 2006 il gruppo è stato riorganizzato: gli immobili di Esselunga (circa 150, stimati intorno al miliardo e mezzo di euro) Vorlage:Citazione necessaria sono confluiti in parte nella neo-costituita società "La Villata Immobiliare di Investimento e Sviluppo S.p.A.", e il resto (circa quaranta immobili) in Orofin SpA, entrambe controllate da Supermarkets italiani.

Alcune testate giornalistiche economiche hanno interpretato le operazioni di riassetto societario come segnale di una possibile cessione dell'attività operativa al gruppo britannico Tesco o a un altro gruppo estero.[6] In seguito alle preoccupazioni nazionali per la cessione a proprietà straniera di un gruppo italiano della GDO, sono state fatte ipotesi di un interessamento da parte di Coop.

Bernardo Caprotti, tuttavia, ha smentito entrambe le ipotesi, dichiarando in particolare – con un'inserzione pubblicitaria in 32 quotidiani nazionali – che «Esselunga e Coop sono due aziende inconciliabili e incompatibili».[7]

Nonostante i rumors che per l'ennesima volta si sono ripetuti nel 2007 Bernardo Caprotti dichiara il 21 settembre che la sua azienda non è in vendita, perlomeno non in tempi brevi, ventilando la possibilità di una quotazione in Borsa della società.[8]

Note

  1. Esselunga, sito aziendale, "Gruppo Supermarkets Italiani (Esselunga): Fatturato totale, info sui dati di mercato", dicembre 2006.
  2. Esselunga, sito aziendale, "Gruppo Supermarkets Italiani (Esselunga): Risultati 2005 Consolidati", 8 giugno 2006.
  3. a b L'Espresso n. 43 anno LII del 2 novembre 2006.
  4. Esselunga, diritti corti corti, di Sandro Gilioli, Diario.it 1 agosto 2002.
  5. Esselunga, torna il vecchio Caprotti: licenziati tre delegati di Giampiero Rossi, da L'Unità del 9 ottobre 2004.
  6. Riorganizzazione societaria e smentita della vendita alla Tesco e Rifiuto di vendere alle Coop.
  7. La Repubblica del 21 ottobre 2006, p. 41.
  8. Affari Italiani, 21 settembre 2007.

Bibliografia

  • Roberto Romano, I Caprotti, Franco Angeli, Milano 1980. ISBN 8820417898
  • Berndardo Caprotti, Falce e Carrello, Marsilio editore, Milano 2007.

Collegamenti esterni

Esselunga Categoria:Società italiane di grande distribuzione organizzata