San Pietro al Monte
L'abbazia di San Pietro al Monte è un complesso architettonico di stile romanico, situato in valle dell'Oro nel comune di Civate in provincia di Lecco.
Il luogo, che attualmente non è più occupato da religiosi, si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, il battistero intitolato a San Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine. Le costruzioni facevano parte del complesso dell'abbazia benedettina di Civate comprensiva, nell'abitato, della basilica di San Calocero e delle chiese di San Nazaro e San Vito. Due portali in pietra con sopra inciso il motto Ora et labora ci ricordano la passata presenza qui di frati Benedettini.
L'imponente ciclo di affreschi, che ha come tema l'apoteosi finale del Cristo e il trionfo dei Giusti sulla falsariga dell'Apocalisse di San Giovanni nè fa una tra le più importanti testimonianze romaniche lombarde.
Storia
La leggenda narra che l'ultimo re longobardo Desiderio vi costruisse un cenobio nel 722 per la miracolosa guarigione dell'occhio del figlio Adelchi grazie alle acque di una fonte, che scorre a tuttoggi vicino alla chiesa. (Da L'arte romanica nel comasco Oleg Zastrow) A parziale testimonianza di una presenza tardo antica resti di una torre, cappelle, colonne e murature databili tra il V e VIII secolo.
Il più antico documento, IX secolo, cita la presenza dell'abate Leutgario con trentacinque monaci benedettini legati al monastero di San Gallo in Svizzera.
Il vescovo di Milano Arnolfo volle essere seppelito a San Pietro 1097 dopo avervi trascorsi gli ultimi anni di vita, probabilmente la sua presenza portò ai lavori di trasformazione del XI secolo. L'ampliamento della struttura portò al capovolgimento dell'asse est-ovest della basilica a successivamente alla sua decorazione.
Il monastero fu distrutto per ritorsione dal Libero comune di Milano in seguito allo schierarsi dai monaci con l'imperatore Federico Barbarossa, la comunità benedettina si trasferì a valle lasciando la custodia pochi monaci votati all'ermitaggio.
Sulla metà del XVI secolo monaci Olivetani tornarono a far vivere l'abbazia, furono scacciati definitivamente nel 1798 durante la Repubblica Cisalpina.
La chiesa di San Pietro
La planimetria della chiesa è particolare, l'inversione dell'asse avvenuta nell XI secolo con la costruzione di una nuova abside a est ha trasformato quella vecchia, ad ovest, nell'entrata. La costruzione ora ha due absidi alle estremità della navata unica, quella occidentale ospita il ciborio con altare, quella orientale un pronao con due cappelline ai lati dell'ingresso.
L'accesso avviene per mezzo di una scalinata che porta in un ampio atrio semicircolare illluminato da bifore, costruito su due piani, uno a livello della chiesa l'altro a livello della cripta che poteva dare alloggio ai pellegrini.
All'ingresso troviamo un pronao con due absidiole affrescate. Nella volta centrale viene raffigurata la Gerusalemme celeste, nella lunetta il Seno di adamo, nelle voltine la personificazione dei Fiumi celesti, sulle due transenne che dividono il pronao dalle absidiole due stucchi con il Grifone e la Chimera. Delle due cappelline una è affrescata con i Santi, l'altra con gli Angeli.
All'estremità occidentale della navata possiamo ammirare il ciborio decorato con stucchi semipolicromi, tutti i lati del timpano portano scene evangliche, quello orientale raffigura Cristo crocifisso tra la Maria e San Giovanni, sopra i capitelli vi sono le raffigurazioni simboliche degli evangelisti, all'iterno la cupola è affrescata con figure di santi.
Sulla cotrofacciata orientale (sopra la porta d'ingresso) l'affresco con la Visione dell'apocalisse, di grade complessità e geniali soluzioni compositive vede al centro la figura di Cristo in maestà circondato da San Michele e gli angeli che trafiggono il dragone (il demonio), la presenza di altre figure, con corpi celesti e anime dannate con le loro valenze simboliche rendono difficile l'interpretazione dell'affresco.
Tutto il ciclo pittorico, oltre la rappresentazione letterale dell'apocalisse è impregnato di significati trascendenti e riferimenti simbolici di alta astrazione che rendono difficile la lettura di questo ciclo pittorico.
La cripta, a cui si accede tramite una scala sul lato sud con spalletta decorata a stucco, è retta da colonne con capitelli decorati a stucco con forme vegetali stilizzate e contiene sulla parete orientale una lunetta con la Dormitio Virginis e affreschi con le Vergini sagge.
Il battistero di San Benedetto
Piccolo edificio triabsidiato con un avancorpo a pianta quadrata contiene tre affreschi sopra l'originario altare in muratura.
Gli affreschi rappresentano San Benedetto che regge un libro con scritto ego sum benedictus aba(te), Sant'Andrea e il Cristo benedicente con la scritta ego sum lux mundi con la Madonna e San Giovanni Battista. Probabilmente non svolse mai funzionii battesimali, ma solamente oratoriali o funerarie.
Il complesso non è sempre aperto, si può visitare solo con la presenza di un custode su prenotazione e nei giorni festivi grazie al lavoro dell'associazione Amici di San Pietro.
Il sito si trova ad una quota di 630 metri su di un pianoro erboso, sulle pendici del monte Cornizzolo nei pressi di dove queste si intersecano con la parete del Monte Rai, ci si può arrivare solo a piedi in meno di un'ora partendo dalla frazione Pozzo nel comune di Civate, attraversando con un sentiero un fitto bosco.
L'ottimo panorama che si gode, spazia su tutta la Brianza dai monti del Lecchese (ricordiamo il famoso Resegone) fino ai laghetti morenici di Annone, Pusiano e Montorfano.