Joderhorn
Joderhorn | |
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Stati | ![]() ![]() |
Regione | ![]() ![]() |
Provincia | ![]() |
Altezza | 3 034 m s.l.m. |
Prominenza | 190 m |
Isolamento | 2,03 km |
Catena | Alpi |
Coordinate | 45°59′45.56″N 7°59′20.51″E |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Occidentali |
Grande Settore | Alpi Nord-occidentali |
Sezione | Alpi Pennine |
Sottosezione | Alpi del Mischabel e del Weissmies |
Supergruppo | Catena dell'Andolla |
Gruppo | Gruppo Antigine-Bottarello-Andolla |
Sottogruppo | Catena Joderhorn-Antigine-Stellihorn |
Codice | I/B-9.V-B.4.a/a |
Lo Joderhorn (3.034 m s.l.m.[1]) è una delle creste delle Alpi Pennine (Catena dell'Andolla) situata a sud est del Monte Moro. Sì trova lungo la linea di confine tra l'Italia e la Svizzera poco lontano dal Passo del Monte Moro, al confine tra i territori del comune italiano di Macugnaga e quello svizzero di Saas-Almagell.
La cresta è stata da sempre meta di alpinisti e rocciatori. Sulla stessa sono state anche realizzate ascese degne di nota a livello sportivo da celebri alpinisti, tra i quali i magugnaghesi Fabio Iacchini e Claudio Schranz. Presenta numerose vie di arrampicata lungo la parete, tra queste la via Luino 78, nonché le vie Gildo Burgener (aperta da Claudio Schranz e Riccardo Morandi nel 1980) e Marlene (aperta da Claudio Schranz e Roberto Sala nel 1987) annoverate nel libro "Le più belle vie di Roccia dell'Ossola II" di Alberto Paleari.
Salita alla vetta
Si può salire sulla vetta partendo dal Passo del Monte Moro ed, eventualmente, trovando appoggio presso il Rifugio Gaspare Oberto-Paolo Maroli[1]. La via normale non presenta difficoltà ed è percorsa anche d'inverno dai praticanti dello sci alpinismo. Di maggior interesse sono lo spigolo sud est e le vie che salgono lungo la parete sud.
Note
- ^ a b (DE) Alois Draxler, Westalpen: Schutzhütten in der Schweiz, in Italien und in Frankreich : 1064 Schutzhütten und Biwakschachteln des CAF, CAI, SAC, NFS sowie zahlreicher anderer alpiner Vereinigungen und privater Bewirtschafter, Bergverlag Rother, 2005, p. 248. URL consultato il 17 febbraio 2020.