https://de.wikipedia.org/w/api.php?action=feedcontributions&feedformat=atom&user=87.0.145.203 Wikipedia - Benutzerbeiträge [de] 2025-06-05T03:36:15Z Benutzerbeiträge MediaWiki 1.45.0-wmf.3 https://de.wikipedia.org/w/index.php?title=Santa_Maria_Gualtieri&diff=254822141 Santa Maria Gualtieri 2024-12-31T13:31:26Z <p>87.0.145.203: </p> <hr /> <div>{{Edificio religioso<br /> |Nome = Chiesa di Santa Maria Gualtieri<br /> |Immagine = Santa Maria Gualtieri.JPG<br /> |Larghezza = <br /> |Didascalia = <br /> |SiglaStato = ITA<br /> |Regione = [[Lombardia]]<br /> |NomeComune = [[Pavia]]<br /> |Latitudine = <br /> |Longitudine = <br /> |Religione = <br /> |DedicatoA = <br /> |Ordine = <br /> |AnnoConsacr = <br /> |AnnoSconsacr = [[1798]]<br /> |Fondatore = <br /> |Architetto = <br /> |StileArchitett = <br /> |InizioCostr = <br /> |FineCostr = <br /> |Demolizione = <br /> |Sito = <br /> }}<br /> La '''chiesa di Santa Maria Gualtieri''' è una chiesa sconsacrata della città di [[Pavia]], utilizzata come spazio espositivo.<br /> <br /> == Storia ==<br /> La chiesa fu fondata nel 989&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it_A&quot;&gt;{{Cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9110027/?view=toponimi&amp;hid=9000236|titolo=parrocchia di Santa Maria Gualtieri sec. XIII - 1788}}&lt;/ref&gt; da ''Walterius'' (in italiano Gualtieri), figlio di ''Wualpertus'', un giudice del [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo Reale]], ''[[Missi dominici|missus dominicus]]'' e fratello della contessa Rotruda, il quale fece erigere la chiesa nei pressi della propria abitazione, dedicandola a santa Maria. Lo stesso donatore dotò la chiesa di ricchi possedimenti, fra cui l'ospedale di [[Chiesa di San Giacomo della Cerreta|San Giacomo della Cerreta]] a [[Belgioioso]]&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it&quot;&gt;{{Cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00095/|titolo=Chiesa di S. Maria Gualtieri (ex)<br /> Pavia (PV)}}&lt;/ref&gt;.<br /> <br /> L'edificio, che si affaccia su [[Piazza della Vittoria (Pavia)|piazza Vittoria]], l'antico foro romano della città, fu ricostruito nella seconda metà dell'XI secolo e fu consacrato da [[Papa Urbano II]], nel [[1096]], quando il pontefice visitò Pavia&lt;ref&gt;{{Cita libro|autore=Flavio Fagnani|titolo=Guida di Pavia|anno=1995|editore=Ponzio|città=|p=|pp=|ISBN=}}&lt;/ref&gt;. Nel 1182 la chiesa era retta da un collegio canonicale formato da un preposito e sette canonici.Nel 1250 la chiesa fu inserita tra le parrocchie di [[Porte di Pavia|porta Laudensis]], mentre la visita apostolica del 1576 ci informa che a quella data il clero era formato da otto sacerdoti e la parrocchia era popolata da 300 anime da comunione, salito, nel 1769, a sette sacerdoti e sette chierici. La canonica possedeva, ancora alla fine del Settecento, discrete proprietà terriere, concentrate soprattutto nel [[Pavese (territorio)|Pavese]], equivalenti a 994 [[Pertica (unità di misura)|pertiche]] (76,5 ettari). La popolazione della parrocchia salì nel 1780 a 993 anime da comunione. Nel 1788, in base al piano di riordino delle parrocchie urbane voluto dall'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]], la chiesa fu soppressa e unita alla [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Pavia)|parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio]]&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it_A&quot; /&gt;. L'edificio venne definitivamente sconsacrato nel 1798 e ceduto a privati, che lo trasformarono in abitazioni e negozi. La chiesa fu acquistata dal comune di [[Pavia]] negli anni '60 del Novecento e fu oggetto di indagini archeologiche nel 1975. Dopo un lungo restauro, nel 1991, la chiesa venne restituita alla città&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it&quot; /&gt;&lt;ref&gt;{{Cita web|url=http://www.paviaedintorni.it/temi/arteearchitettura_file/artearchitettura_chiesepavia_file/EXCULTO/descrizione_chiesechiusepavia_mariagualtieri.htm|titolo=SANTA MARIA GUALTIERI}}&lt;/ref&gt;.<br /> <br /> &lt;gallery heights=&quot;280&quot; perrow=&quot;4&quot; widths=&quot;280&quot;&gt;<br /> File:Santa Maria Gualtieri - Interno.JPG|Affreschi all'interno.<br /> File:Pavia, Santa Maria Gualtieri.jpg|''Cavalieri'', affresco (XI sec.).<br /> File:Pavia, Santa Maria Gualtieri affresco.jpg|''Angelo'', affresco (XI sec.).<br /> File:Santa maria gualtieri.jpg|L'interno della chiesa<br /> &lt;/gallery&gt;<br /> <br /> == Descrizione ==<br /> Come evidenziato dagli scavi archeologici, la primitiva chiesa, risalente alla seconda metà del X secolo, presentava un'aula unica triabsidata&lt;ref&gt;{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/l-europa-tardoantica-e-medievale-i-longobardi-pavia_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29/|titolo=L'Europa tardoantica e medievale. I Longobardi: Pavia}}&lt;/ref&gt;. L'edificio attuale sorse nella seconda metà dell'XI secolo. Presenta tre navate, voltate a crociera, per quattro campate scandite da una successione uniforme di pilastri polistili. La copertura integrale con volte a crociera in un impianto trinavato è di per sé un dato di rilievo assoluto, da considerare tra i primi casi noti, allo scadere dell'XI secolo. Gran parte dell’edificio è realizzato riutilizzando grossi mattoni manubriati di età romana e ciottoli fluviali. I pilastri sono dotati di capitelli in laterizio semplicemente scantonati e privi di collarino, tipici dell’architettura lombarda dell’XI secolo. L’illuminazione è garantita da alcune monofore strombate e, internamente si conservano tracce di affreschi (i cavalieri dell’Apocalisse, la figura di un angelo) risalenti sempre al tardo XI secolo. La chiesa subì radicali modifiche strutturali nel XVI secolo: due delle originali absidi vennero demolite (rimane integra solo quella meridionale) e quella centrale fu sostituita da un coro rettangolare. Nel tardo Seicento la chiesa fu interessata da interventi di ristrutturazione per adeguarla al nuovo gusto barocco, sulla facciata venne aperta una grande finestra in stile termale, gli interni furono arricchiti da stucchi e venne demolito il chiostro medievale della chiesa. La facciata è scompartita in tre campi da contrafforti aggettanti e coronata da archetti pensili. Dell’originario edificio del tardo X secolo si conserva parte della muratura del campanile, ornato da archetti e ben visibile a lato della facciata&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it&quot; /&gt;.<br /> <br /> == Note ==<br /> &lt;references /&gt;<br /> <br /> == Bibliografia ==<br /> <br /> * Giovanna Forzatti Golia, ''Istituzioni ecclesiastiche pavesi dall'età longobarda alla dominazione visconteo- sforzesca'', Roma, Herder, 2002.<br /> <br /> * Anna Segagni Malacart, ''L'architettura romanica pavese'', in ''Storia di Pavia'', III/3, ''L’arte dall’XI al XVI secolo'' , Milano, Banca Regionale Europea, 1996.<br /> * Donata Vicini, ''Lineamenti urbanistici dal XII secolo all'età sforzesca'', in ''Storia di Pavia'', III/3, ''L’arte dall’XI al XVI secolo'', Milano, Banca Regionale Europea, 1996.<br /> * ''Archeologia urbana a Pavia'', I, a cura di Hugo Blake, Pavia, Emi, 1995.<br /> * ''La chiesa di santa Maria Gualtieri in Pavia: indagini, analisi, progetti e metodoligia di restauro'', a cura di Alice Astori, Como, New Press, 1991.<br /> * Aldo A. Settia, ''Pavia carolingia e postcarolingia'', in ''Storia di Pavia'', II, ''L'alto medioevo'', Milano, Banca del Monte di Lombardia, 1987.<br /> <br /> == Altri progetti ==<br /> {{Interprogetto|preposizione=sulla}}<br /> <br /> {{Controllo di autorità}}<br /> {{Portale|architettura|cattolicesimo|Lombardia}}<br /> <br /> [[Categoria:Chiese sconsacrate di Pavia]]<br /> [[Categoria:Architetture romaniche della provincia di Pavia]]<br /> [[Categoria:Chiese romaniche della Lombardia]]</div> 87.0.145.203 https://de.wikipedia.org/w/index.php?title=Teatro_Fraschini&diff=254578336 Teatro Fraschini 2024-12-28T14:33:08Z <p>87.0.145.203: /* Storia */</p> <hr /> <div>{{Teatro<br /> |NomeTeatro = Teatro Fraschini<br /> |Immagine = Dream theater.jpg<br /> |Didascalia = La facciata.<br /> |Tipologia = Sala a campana con tre file di palchi, una tribuna e un loggione<br /> |Periodo = [[1771]]-[[1773]]<br /> |Progettista = [[Antonio Galli da Bibbiena]]<br /> |Proprietario = Comune di Pavia<br /> |Paese = ITA<br /> |Città = Pavia<br /> |Indirizzo = Corso Strada Nuova 138, Pavia<br /> }}<br /> [[File:Teatro Fraschini Serale.JPG|thumb|La vista della platea dal palcoscenico]]<br /> <br /> Il '''Teatro Fraschini''' è il teatro lirico cittadino di [[Pavia]]. Inaugurato nel [[1773]], è in uso per diversi spettacoli teatrali&lt;ref&gt;[http://www.teatrofraschini.it/it/programma/stagione-dopera-e-teatrale-20142015/stagione-dopera-e-teatrale-2014-2015.html Stagione 2014/2015] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141029141002/http://www.teatrofraschini.it/it/programma/stagione-dopera-e-teatrale-20142015/stagione-dopera-e-teatrale-2014-2015.html |data=29 ottobre 2014 }}&lt;/ref&gt;.<br /> <br /> ==Storia==<br /> Il Teatro Fraschini portava in origine il nome di Teatro dei Quattro Nobili Cavalieri e venne pensato per contrastare i capricci del nobile Giacomo Omodei, unico proprietario a Pavia di un teatro, abituato a imporre i propri privilegi anche al pubblico, che si ritrovava costretto a sottostare a inutili imposizioni, come l'attesa dell'inizio dello spettacolo fino al suo arrivo.<br /> <br /> Il nome deriva dal fatto che il teatro nacque dalla volontà di quattro nobili signori rappresentanti dell'illuminato decurionato pavese, che fondarono la Società dei Cavalieri: il Conte Francesco Gambarana Beccaria, il Marchese Pio Bellisomi, il Marchese Luigi Bellingeri Provera e il Conte Giuseppe de' Giorgi Vistarino&lt;ref name=&quot;teatrofraschini.it&quot;&gt;{{Cita web|url=https://www.teatrofraschini.it/storia/|titolo=Storia}}&lt;/ref&gt;. Essi stabilirono di condividere l'amministrazione e la direzione del teatro e di affidare il progetto per realizzarlo ad [[Antonio Galli da Bibbiena]], rappresentante di un'antica e prestigiosa famiglia di scenografi-architetti. I lavori per la costruzione del Teatro dei Quattro Nobili Cavalieri cominciarono nel 1771 e il teatro inaugurò la sua prima stagione nel 1773, alla presenza dell'Arciduca [[Ferdinando Carlo Antonio d'Asburgo-Lorena|Ferdinando d'Austria]]&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it&quot;&gt;{{Cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV240-00122/|titolo=Teatro Fraschini<br /> Pavia (PV)}}&lt;/ref&gt;. Il teatro fu inaugurato il 24 maggio 1773 con l'opera ''Il Demetrio'', composta dal compositore ceco [[Josef Mysliveček]] su versi di [[Pietro Metastasio]]&lt;ref name=&quot;palchi.teatrofraschini.it&quot;&gt;{{Cita web|url=https://palchi.teatrofraschini.it/contesto-storico-e-vicende-costruttive/|titolo=Contesto storico e vicende costruttive}}&lt;/ref&gt;. Il 7 maggio 1805, poco prima dell'incoronazione, [[Napoleone Bonaparte]] e la sua consorte [[Giuseppina di Beauharnais|Giuseppina de Beauharnais]] giunsero a [[Pavia]], e al Teatro si organizzò una festa da ballo in loro onore.<br /> <br /> Dopo un secolo dalla fondazione, a causa di spese troppo ingenti ed esigui ricavi, la Società rischiò il fallimento, che avrebbe comportato la chiusura del teatro. Per evitare ciò, nel 1869 subentrò nella proprietà dell'edificio il Comune di Pavia, che successivamente lo rinominò Teatro Fraschini, in onore del tenore pavese [[Gaetano Fraschini]]. Simbolo della cultura e dell'aggregazione sociale pavese, il Teatro Fraschini è lo spazio comunale deputato alla produzione e fruizione di arte drammatica e musicale della città, ed anche, per il suo valore architettonico e artistico, uno dei monumenti cittadini più prestigiosi&lt;ref name=&quot;palchi.teatrofraschini.it&quot; /&gt;.<br /> [[File:Teatro Fraschini.jpg|miniatura|dettaglio dei palchi.]]<br /> Il teatro Fraschini ha ottenuto il riconoscimento di ''Teatro di Tradizione'' nel novembre 2003 con decreto del [[Ministero per i beni e le attività culturali]]&lt;ref&gt;{{Cita web|url=https://artbonus.gov.it/1330-fondazione-teatro-fraschini.html|titolo=FONDAZIONE TEATRO FRASCHINI<br /> Pavia}}&lt;/ref&gt;.<br /> <br /> ==Descrizione==<br /> Il Fraschini è un tipico [[teatro all'italiana]]; la grande sala del teatro è a forma di ferro di cavallo e accoglie 409 posti, secondo il gusto imperante nel Settecento; è un esempio artistico della ricerca prospettica del [[barocco]].<br /> La pianta della sala è a campana con cassa armonica (soluzione ottimale per l'acustica) ricavata da una galleria non praticabile sotto la platea. Sopra un porticato terreno a [[bugnato]] di tipo toscano, si sviluppano cinque ordini di palchi, tre inferiori (con capitelli [[Ordine dorico|dorico]], [[Ordine ionico|ionico]] composito [[Ordine corinzio|corinzio]] e attico) e due superiori (il quarto ordine è a tribuna e il quinto a loggione).<br /> Il grande soffitto ligneo reca un pregevole affresco del pittore pavese [[Achille Savoia]], rifatto nel [[1909]] da [[Osvaldo Bignami]]. Le due grandi statue ai lati del [[proscenio]], opera di Michele Forabosco, rappresentano rispettivamente ''la Musica'' e ''la Poesia''.<br /> Al secondo ordine è presente un forno ancora ben visibile e conservato&lt;ref name=&quot;teatrofraschini.it&quot; /&gt;, testimonianza di come la vita teatrale dei nobili non consistesse solo nell'assistere agli spettacoli ma si estendesse all'intrattenimento con cene e giochi di società nei palchi di proprietà e nei salottini dei retropalchi&lt;ref&gt;{{Cita web|url=https://palchi.teatrofraschini.it/architettura-del-teatro/|titolo=Architettura del teatro}}&lt;/ref&gt;. Ogni palco è dotato di camerino e gran parte di essi conservano stucchi e affreschi settecenteschi, diversi tra loro in base al gusto personale degli originali proprietari. Va infatti evidenziato che, fin dalla fondazione, i palchi furono venduti a privati, che erano tenuti a provvedere all'arredo con tappezzerie, mobili, affreschi, stucchi, porte e tende, purché essi non rompessero l'aspetto e l'architettura complessiva della sala&lt;ref&gt;{{Cita web|url=https://palchi.teatrofraschini.it/i-palchi/|titolo=I palchi del teatro Fraschini}}&lt;/ref&gt;&lt;ref&gt;{{Cita web|url=https://palchi.teatrofraschini.it/elenco-dei-palchi/|titolo=Elenco dei palchi}}&lt;/ref&gt;. La facciata, che si apre su [[Strade e piazze di Pavia|Strada Nuova]], è dotata di atrio porticato aperto in tre portici e due piani superiori scanditi in orizzontale da cornicioni e in verticale da [[Lesena|lesene]] sovrapposte, d'ordine dorico, ionico e corinzio, tra le quali si aprono finestre con cappello a timpano&lt;ref name=&quot;lombardiabeniculturali.it&quot; /&gt;.<br /> <br /> ==Restauri==<br /> Nonostante già pochi decenni dopo la sua inaugurazione fosse ritenuto grandioso, ma lontano dai dettami stilistici imposti dal [[neoclassicismo]], il teatro è rimasto intatto nella struttura originaria. Successivamente, il Fraschini rischiò una serie di modifiche sostanziali che ne avrebbero snaturato l'armonia e lo stile, come il progetto dell'ingegner Coliva di [[Bologna]] (1904), non attuato, che prevedeva la realizzazione di due gallerie, oltre all'innalzamento di una copertura per ampliarne la capienza. <br /> Nel Novecento gli interventi hanno contemplato una risistemazione dell'atrio principale e della sala del ridotto, un ampliamento del palcoscenico e il rifacimento degli impianti elettrici.<br /> Il restauro più sostanziale (che ha interessato l'intero l'edificio) è stato attuato dal 1985 al 1994, periodo in cui il teatro fu chiuso per poi essere riaperto una volta completati i lavori, eseguiti su progetto e direzione dello studio Pica Ciamarra Associati&lt;ref name=&quot;teatrofraschini.it&quot; /&gt;.<br /> Gli ultimi restauri (2020) hanno valorizzato la struttura architettonica settecentesca armonizzandola alle tonalità ottocentesche e al soffitto del '900, e hanno riportato il teatro ai suoi massimi splendori&lt;ref&gt;{{Cita web|url=https://palchi.teatrofraschini.it/progetto-restauro-conservazione-palchi/|titolo=Indagini preliminari al progetto di conservazione e restauro dei palchi: Analisi delle fasi decorative e dei materiali}}&lt;/ref&gt;.<br /> <br /> ==Eventi da ricordare==<br /> Nell'ottobre del [[1903]] [[Antonino Palminteri]] dirige al Teatro Fraschini l'opera ''[[Germania]]'' di [[Alberto Franchetti]]. Nell'ottobre del [[1906]] il M° Palminteri torna al Fraschini per dirigere ''[[Il trovatore]]'' e ''[[La forza del destino]]'' di [[Giuseppe Verdi]], ''[[Faust (Gounod)|Faust]]'' di [[Gounod]] e ''[[La Wally]]'' di [[Alfredo Catalani]]. Il successo è così strepitoso che la Stampa si esprime così: &quot;[..] Quando si sappia che il M.° Palminteri fu l'amico intimo e caro dell'infelice Catalani crediamo di essere dispensati dal tessere le lodi parlando dell'esecuzione di Wally. Ogni più minuta finezza non è trascurata dalla sua direzione, la forza, la commozione a volte, e diciamolo pure, l'espressione con la quale dirige dimostrano come egli abbia trasfusa in sé l'anima dell'amico mentre fa eseguire le migliore sue pagine. In tutta l'opera, ma specialmente nel preludio dell'atto terzo, la sua direzione è grande, straordinariamente grande &quot;.&lt;ref&gt;Angela Balistreri, ''Antonino Palminteri, un artista gentiluomo nel panorama operistico dell'800'', Partanna, Produzioni Edivideo, 2010, pp. 118,171,173.&lt;/ref&gt;<br /> <br /> ==Note==<br /> &lt;references/&gt;<br /> <br /> == Bibliografia ==<br /> <br /> * ''I Galli Bibiena: una dinastia di architetti e scenografi: atti del convegno, Bibbiena, 26-27 maggio 1995'', a cura di Deanna Lenzi, Wanda Bergamini, Bibbiena, Accademia Galli Bibbiena, 1997.<br /> * Giovanni Zaffignani, ''Un teatro per la città: riflessioni sulle origini, gestione privata e comunale del Fraschini – Il fondo teatrale e musicale presso l’Archivio Storico di Pavia,'' in “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”, XCV (1996).<br /> * Luisa Erba, ''Il neoclassicismo a Pavia dal 1770 al 1792'', in Banca Regionale Europea (a cura di), ''Storia di Pavia. L'età spagnola e austriaca'', IV (tomo II), Milano, Industrie Grafiche P. M., 1995.<br /> * Susanna Zatti, ''Teatri e scenografi nel XVIII secolo: l’Homodei e la nascita del Nobile Condominio'', in “Bollettino della Società Pavese di Storia Patria”, XCIV (1995). <br /> * Susanna Zatti (a cura di), ''Pavia neoclassica. La riforma urbana 1770- 1840'', Vigevano, Diakronia, 1994.<br /> * Marica Forni, ''Cultura e residenza aristocratica a Pavia tra '600 e '700'', Milano, Franco Angeli, 1989.<br /> <br /> ==Voci correlate==<br /> *[[Pavia]]<br /> *[[Gaetano Fraschini]]<br /> *[[Teatro all'italiana]]<br /> <br /> ==Altri progetti==<br /> {{interprogetto|preposizione=sulla|b=Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Lombardia/Provincia di Pavia/Pavia/Teatro Gaetano Fraschini<br /> |b_etichetta=disposizione fonica dell'organo a canne}}<br /> <br /> ==Collegamenti esterni==<br /> * {{Collegamenti esterni}}<br /> <br /> {{Teatri d'Opera in Italia}}<br /> {{Controllo di autorità}}<br /> {{portale|architettura|arte|Lombardia}}<br /> <br /> [[Categoria:Teatri della provincia di Pavia]]<br /> [[Categoria:Pavia]]<br /> [[Categoria:Teatri all'italiana]]<br /> [[Categoria:Teatri di Tradizione|Fraschini, Teatro]]<br /> [[Categoria:Architetture neoclassiche della provincia di Pavia]]</div> 87.0.145.203